Vittorio De Agrò
Essere Melvin
tra finzione e realtà
blog: http://ilritornodimelvin.wordpress.com/
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Quarto di copertina
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Quarto di copertina
Quando Melvin mi parlò per la prima volta del suo libro di memorie, volle presentarsi come un personaggio pavido, elusivo, spregevole, inconcludente, in fin dei conti un codardo. “Una specie di Don Abbondio”, mi disse consegnandomi il faldone. Non sempre gli autori sono buoni conoscitori di sé stessi, neppure quando scrivono la propria autobiografia, anzi vorrei dire: specialmente in quel caso. E infatti, via via che mi addentravo nella lettura, erano altri i personaggi che affioravano alla memoria: “Ma quale Don Abbondio, tu sei una via di mezzo tra Don Chisciotte e il Conte di Montecristo!”, gli dissi quando ci rivedemmo, rievocando altre letture dei nostri anni comuni al Liceo. In effetti, Essere Melvin è per un verso la storia di un cavaliere temerario che deriva la sua audacia da un rapporto con la realtà tutto trasfigurato dalla finzione (non i poemi cavallereschi, in questo caso, ma i film e soprattutto le serie televisive); per altro verso è la storia di una vendetta lungamente preparata e macchinosamente architettata. Dirò di più: il libro stesso è una gigantesca rivalsa, non contro qualcuno in particolare, ma contro la misura colma delle frustrazioni e delle delusioni, contro una vita che somiglia troppo poco a quella sognata. Un romanzo d’avventure, dunque? Certo. Purché il lettore sia avvertito che le terre di conquista sono tutte interiori, e che l’eroe era ben poco equipaggiato ad affrontare i mostri, i draghi, gli stregoni e i briganti che non sospettava di nascondere in sé. L’anima è un vasto paese, diceva Schnitzler, ed è difficile dargli torto. Quel che si ricorda meno spesso è che pochi sono disposti davvero ad esplorarlo, preferendo tenersene ai margini. Melvin la sua discesa agli inferi un po’ l’ha voluta e molto l’ha subìta suo malgrado. Ha avuto per Virgilio uno psichiatra, lo Splendente, e lungo il tragitto non gli è stato risparmiato nulla: ha costeggiato più volte la follia, ha sentito dialogare dèi e demoni nella sua testa, è stato perfino a un passo dalla morte. Non è uno scrittore, non vuole esserlo e quasi si offende se si prova a contraddirlo su questo punto. Il libro nasce come un diario commissionato dal suo psichiatra. Ma nella sua storia ci sono tante di quelle situazioni romanzesche – la simulazione di una malattia incurabile, il falso annuncio della propria morte, la vita da quasi intruso in un set televisivo, l’amore sfiorato con una piccola diva della fiction – che Melvin, bambino di trent’anni precocemente invecchiato con il suo bastone da passeggio, vi conquisterà come se davvero fosse nato dalla fantasia di uno scrittore. Si può dire che la sua vita è stata il suo romanzo, e questo libro non ne è che la trascrizione. E per quanto suoni incredibile, è tutto vero.
Essere Melvin, è un libro particolare che racconta la biografia di Melvin un ragazzo trentenne che a un certo punto della sua vita decidere di rivolgersi a uno specialista per parlare di lui ma non solo. Troveremo la storia stravagante con un'aspirante diva, i racconti della vita e molto altro.
Questo libro è un viaggio nella psiche di un ragazzo e dei suoi lati oscuri, una tortuosa analisi nella ricerca di un equilibrio in una coscienza turbata, una storia commovente, difficile e a tratti emozionante.
Una storia che svaria dal tragico al comico, dalla tristezza alla gioia, da problemi esistenziali e quelli morali.
Un film a colori con tinte forti, con emozioni forti.
Un racconto di una rivincita in tutti i sensi, argomenti che toccano tutti noi perchè ognuno di noi ha passato le vicende di Melvin e ognuno di noi toccando il fondo, ha capito che nonostante tutto si può andare avanti alzando la testa e continuando a sognare.
Una narrazione fluida, piacevole e ben scritta. Una vicenda che segna nel profondo e fa riflettere per la veridicità dei temi affrontati con tatto mai cadendo nel ridicolo o nel volgare.
Ho apprezzato particolarmente il fatto che il protagonista è un vero cavaliere di altri tempi in versione moderna.
Già dalle prime pagine vieni colpito da una ventata di semplicità, delle tante vicende che colpiscono in profondità.
L'amore, la paura, la tristezza, la gioia, narrati con particolare tenerezza, passione e caparbietà.
Ammetto che le biografia non sono il mio genere perchè le maggior parte che ho letto sono state noiose e poco interessanti. Mi devo ricredere con "Essere Melvin" perchè è quello che possiamo definire un film frizzante, una sorta di monologo sulla vita seguito in platea di un enorme teatro con le lacrime che scorrono e in cuore che batte all'impazzata per le tante emozioni.
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