Sinossi
Vite di Madri di Emma Fenu
Storie di ordinaria
anormalità
Dodici storie.
Storie di donne mortificate nella femminilità, da abusi o da malattie o da eventi imponderabili.
Storie di nonne e madri, che hanno generato creature infertili nell’utero e nel cuore.
Storie di bambine, ora cresciute, ma ancora bramose di una carezza.
Storie di figlie desiderate, con amore indomito.
Storie di guerriere vittoriose, non di vittime, che hanno saputo rialzarsi e sorridere alla vita.
In verità, sono tutte storie di Madri.
Madri di idee, di progetti, di sogni. Seni turgidi di Dee che accolgono amiche, sorelle, mariti, amanti.
Madri delle proprie madri e perfino di se stesse.
Capaci di far germogliare speranza e abortire fantasie, di creare dal nulla e di nutrire di sé: totalmente imperfette e, per questo, così seducenti e difficili da decifrare.
“Vite di Madri. Storie di ordinaria anormalità” è un romanzo che si snoda attraverso dodici storie di donne, le quali sembrano legate fra loro, apparentemente ed inizialmente, solo da un percorso di infertilità.
L’incipit e la conclusione, entrambe affidate ad un io narrante che si rivolge direttamente al lettore, spiegano lo svilupparsi del progetto dell’autrice, anch’essa infertile, la quale si è cimentata nella raccolta di centocinquanta testimonianze vere, e nell’elaborazione dell’intero materiale, ricevuto tramite e-mail.
Il libro nasce, dunque, con l'intento di veicolare messaggio atto a coinvolgere l’intero universo femminile e a dar voce, al contempo, ad una minoranza.
Il corpo del testo è, invece, costituito da brevi interventi biografici, che si rivelano stralci intesi e coinvolgenti, da leggere tutti d’un fiato.
L’obiettivo principale delle protagoniste è essere lette, anzi ascoltate e capite, non in qualità di vittime, ma di vincitrici. Alcuni episodi sono un, cosiddetto, “calcio nello stomaco”, ma, se si impara a ingoiare e digerire, tutto può nutrire.
Sebbene l’infertilità riguardi solo il venti per cento della popolazione femminile, tutte le donne sono congiunte le une alle altre, in quanto sorelle, ossia figlie di Eva, l’eroina che, con il suo primo gesto, l’assaggio e l’offerta del frutto proibito, condensa in sé colpa e merito, trasgressione e progresso.
Senza tale disobbedienza nulla sarebbe cominciato, né la morte né la Storia. E senza di essa non ci sarebbero Madri. E non ci sarebbero, paradossalmente, sterili, come lo diventano tutte, metaforicamente, quando vengono mutilate nell’anima, quando i doveri sono aggiunti e i diritti sottratti.
In verità, tutte le Donne sono Madri.
Al termine del romanzo è inserita una breve appendice, curata dalla Dott.ssa Sabina Cedri, sulla rappresentazione della maternità presso i media.
Tutto
il ricavato della vendita del libro sarà devoluto all’A.P.E. onlus
(Associazione Progetto Endometriosi).
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