Che succede se nella vita di un'eccentrica ventisettenne che lavora a maglia e legge autori russi entra un nerd appassionato di Harry Potter, Star Wars e Il Trono di spade?
Titolo: Il mio supereroeAutrice: Monica Brizzi
Editore: Delos
Genere: Romance
Prezzo ebook: 3,99
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Blog: http://ilmondodimb.blogspot.it/
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Angelica lavora in una libreria da otto anni, è single da tre e si veste come un albero di Natale. Nonostante l'amica fissata con il fitness, Maura, e suo marito Giacomo, cerchino di farle conoscere qualche ragazzo, lei continua a non trovare nessuno che le interessi davvero. Tutto cambia durante una festa, quando, caduta in una siepe, attaccata dai tafani e tormentata dall'ortica, viene aiutata da Manuele, un nerd tutt'altro che capace di corteggiare una donna. Lui, ingegnere che lavora come commesso in un negozio di elettronica, ci mette un po' a partire, ma quando lo fa tra i due nasce una piccola magia e Angelica inizia a entrare in un mondo fatto di scacchi, film e telefilm che le fanno dimenticare di avere una famiglia strampalata. Tutto fila liscio per un po', ma in una fredda serata invernale Angelica vede qualcosa che non dovrebbe vedere e la magia tra lei e Manuele sembra dissolversi nella nebbia della città. Possibile che non riesca mai a trovare il vero amore? O forse, più semplicemente, ci ha solo visto male?
Cerco di infilarmi in un tubino nero così attillato da togliermi quasi il respiro quando il telefono inizia a squillare.
«Allora, a che punto sei?» chiede Maura dalle poltroncine fuori dal camerino. La sua voce si mischia alle papere starnazzanti della mia suoneria e alle chiacchiere di altre clienti che stanno uscendo.
«Ho quasi fatto», rispondo ignorando il suono del cellulare, provando a chiudere la cerniera e maledicendo la mia amica. Le giornate di shopping, soprattutto se finalizzate a trovare abitini eleganti da sfoggiare nelle serate in compagnia di Maura e Giacomo, suo marito, non sempre sono piacevoli, a maggior ragione se i suddetti abitini sono scelti da lei.
«Daiiii, fammi vedere!» urla. «E rispondi a quel telefono!»
Evito di guardare come mi calza la guaina infernale che mi sta costringendo a indossare, una guaina nera da cinquantacinque euro che metterò per una sola sera, su cui rovescerò sicuramente un cocktail e che mi farà sembrare una salsiccia. Faccio un respiro profondo ed esco nel corridoio praticamente vuoto, a parte Maura, la borsa di Maura, le buste di Maura e le idee di Maura.
Sono accaldata, infastidita e strizzata in una quarantadue e tutto voglio tranne sentirmi dire che devo provarne un altro sullo stesso stile. Sono già pronta a mandarla a quel paese e ad arrotolare la tenda del camerino, farne un fagotto, mettercela dentro e spedirla a Timbuctù ma non ne ho il tempo. Lei chiude la bocca, la riapre, la richiude di nuovo e mormora a denti stretti un «sgrssta?»
«Che?» domando preoccupata. Forse si è ingoiata un polacco ed è lui che parla dal centro del suo stomaco.
«Sei ingrassata?» chiede storcendo la bocca. Quando mi guardo allo specchio capisco di cosa parla. Il vestitino si è arrotolato intorno alla pancia e mi copre appena un pezzo di coscia facendomi sembrare un mostriciattolo grasso. Mi fisso allarmata per qualche secondo poi mi volto di nuovo verso di lei e scoppio a ridere. «No, ma ho pranzato.»
«E hai mangiato un cocomero?»
«Per la verità ne ho mangiati cinque. E poi due piatti di pasta e una pizza.»
«Tu sei una quarantadue! Perché non c’entri?» domanda ignorando la mia risposta.
«Perché io sono una quarantaquattro. Il mio sedere ondeggia per il pianeta mostrando la sua presenza e ricordando a tutti che non è il sedere di una quarantadue», dico muovendo il didietro davanti allo specchio e indicandolo con le mani.
«Il tuo culo è una quarantaquattro ma il resto è una quarantadue.»
«È una distinzione che puoi fare se compri due pezzi separati, non un abito.»
Sul suo viso si apre un enorme sorriso che in men che non si dica si trasforma in una risata sonora. Rido con lei e poi chiamo la commessa chiedendole di portarmi una 44 del vestitino largo sui fianchi che ho adocchiato non appena entrate.
«Oddio Angelica, è così banale!» continua la mia amica mentre la ragazza viene verso di me con un sorriso enorme e un’espressione facciale con cui cerca di dirmi “ve lo avevo detto che la quarantadue era piccola”. Io tento di replicare, sempre attraverso la mimica facciale, “non dipende da me ma dalla mia amica”, ma non sono sicura di riuscirci.
«Non è banale, fastidiosissima donna. È un vestito nero sopra il ginocchio, di tulle nero e con le paillettes nere. Sembrerò un albero di Natale in stile gotico. Falla finita!»
«Ma è accollatissimo. A parte le braccia scoperte non mostri niente!»
«Le gambe, mostrerò le gambe. Falla finita tu, Mau. Ti ho già accontentato con il nero», dico mentre tento di togliermi di dosso l’abito salsiccioso. Riprendo l’aria persa durante la guerra con la guaina respirando a pieni polmoni ed entro nell’altro. Ci sto alla perfezione.
TAPPE
25
novembre - 1° TAPPA – Presentazione Blogtour + Incipit
27
novembre - 2° TAPPA – Intervista all’autrice
30
novembre - 3° TAPPA – Recensione
2
dicembre - 4° TAPPA – Estratto
4
dicembre - 5° TAPPA – I consigli natalizi di Angelica: le sciarpe
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