Titolo: Fermo a te… e me
Autore: Cinzia La Commare
Editore: Self- Publishing
Genere: Romance
Prezzo: 0,99 centesimi (prezzo lancio)
Data di pubblicazione: 5 Maggio 2016
Siamo strade che portano in mille direzioni, strade che si intrecciano con altre.
Strade che agli incroci che la vita ci mette davanti possono prendere rotte differenti e allontanarsi, pur continuando a scorrere parallele.
Carlotta e Antoine hanno scelto la loro direzione: davanti ad un bivio hanno scelto due strade differenti, due strade che potrebbero scorrere così per sempre, senza mai ricontrarsi.
Le loro vite sono cambiate: uno di loro ha perso ogni cosa, ogni certezza, l’altro ha ricostruito un nuovo mondo che, per quanto fragile, lo fa sentire protetto.
Hanno scelto di dividersi, ma il loro destino glielo permetterà davvero o torneranno a ritrovarsi viso a viso davanti allo stesso bivio?
Anche stavolta, per l’ultimo libro della trilogia, sta al lettore scegliere da quale punto di vista iniziare a leggere la storia.
E come sempre, per avere una visione totale di ciò che è accaduto, dovrete guardare la storia dal punto di vista di entrambi.
Come per il primo volume, presenta il doppio punto di vista con la possibilità di scegliere se iniziare a leggere la storia attraverso le parole di Carlotta, o attraverso quelle di Antoine. Ognuno di loro ha un bagaglio di nuove emozione, di vecchi ricordi, e nuovi progetti.
Sono due libri a tutti gli effetti, ma uno completa l’altro. Per leggere subito l’altro punto di vista ti basterà cliccare sul nome dell’altro protagonista. E’ prevista la pubblicazione del cartaceo, così come per i due volumi precedenti.
…Poi in un battito di ciglia gli occhi si chiudono.
E in quell’istante di buio ti ritrovi a vagare ancora davanti allo stesso bivio.
Succede che chi ti guarda da fuori ti fissi con lo sguardo di chi pensa che la tua vita sia perfetta, che tu sia perfetta. Ti vede ogni mattina con addosso un vestito tradizionale tirolese, un sorriso cordiale che scambiano per spensierato, dietro al bancone che trabocca di torte colorate e golose.
Il loro primo pensiero è “Quale sarà la più buona?”
Il secondo, sei tu.
Ti guardano, ti sorridono, e per loro tu sei questo: la ragazza della “pasticceria della nonna”. Un po’ come se tu fossi una creazione di quel luogo. Come se gli appartenessi e non ci fosse altro, oltre a questo. Appartieni a quell’esterno in pietra agghindato a festa, con mille lucine gialle unite allo strato di neve sul tetto spiovente, tipico del Natale tra queste montagne tanto silenziose quanto chiassose.
Non sanno, loro non lo sanno cosa sei veramente. Non sanno che tutte le mattine, da due mesi, ti trascini fuori dal letto con le prime luci dell’alba con il magone che ti stringe il petto, lo stesso con cui sei andata a dormire e che ti ha fatto rigirare nel letto per ore, senza pace, fino a che lo strazio non ti ha fatto chiudere gli occhi per quelle poche ore, fino all’alba.
Forse dovrei ricominciare a dare una possibilità alla gente, a darmi una possibilità per poter essere quantomeno appagata, ma non penso di poter essere mai più felice. Lo sono stata, ma i rimorsi e i rimpianti non possono permettermi di essere felice. Non fino a quando saranno quel magone che ti porti appresso ovunque tu vada, qualsiasi cosa tu faccia, nascosto persino dietro a uno di quei rari sorrisi veramente spontanei. Forse un giorno, se solo concedessi una chance a qualcuno, potrei avere anch’io una vita normale. Innamorata no, non penso che potrò mai esserlo. Non più.
La vita mi ha già concesso questa possibilità e l’ho sprecata. L’ho sacrificata. Ho sacrificato il mio amore, quello vero. E io credo che quel tipo d’amore ti capiti solo una volta nella vita, se sei fortunato. Ecco, è questo che potrei dire a quella gente: non sono perfetta, la mia vita non lo è, ma sono stata fortunata. Lo sono stata davvero, un tempo.
Non avevo mai incrociato occhi così freddi, o forse dovrei dire spenti. Magari ha una storia tragica alle spalle, una storia che non deve per forza riguardare la morte per essere drammatica… anche la fine di un amore è una storia dolorosa. Forse un giorno finirò così anch’io, a forza di tentare riuscirò a spegnere ogni sentimento… non solo la rabbia che sento. Un giorno mi abituerò alla mia solitudine e mi convincerò di viverci benissimo, il mio sguardo si spegnerà e mi illuderò di essere finalmente serena mentre in realtà sono solo morta dentro. Se dovesse accadere non me ne accorgerei neanche e forse dovrei cambiare rotta prima di approdare in quel porto gelido. Dovrei almeno fermarmi a pensare se è quello che voglio davvero.
Posta un commento