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lunedì 1 agosto 2016

Recensione "Mille volte si" di Sara Pratesi

Ciao Rumors! Un'altra recensione di Fabiana Andreozzi, stavolta ci parlerà del libro "Mille volte si" di Sara Pratesi.
Titolo: Mille volte sì
Autore: Sara Pratesi
Editore: Piemme
Genere: Romance contemporaneo
Pagine: 193
Prezzo: Ebook 3,99 €

Aida Baroni, amante della sua Firenze e dell'arte, nonché aspirante restauratrice, nella vita non si fa mancare nulla: un capo tiranno che la tormenta sette giorni su sette, ventiquattr'ore su ventiquattro; un fidanzato secolare con il quale il sesso è uno stanco rituale; due genitori scombinati che festeggiano i loro trentadue anni di matrimonio con un divorzio e, per finire, un'amica totalmente folle e incapace di farsi i fatti suoi. Insomma, ultimamente alla povera Aida le cose non sembrano andare proprio per il verso giusto. Ma un incontro inaspettato con un americano intraprendente e ribelle, oltre che bello da svenire, e una notte da leoni, in cui accade di tutto senza che Aida ne conservi memoria, spazzano via le ultime, e apparentemente inossidabili, certezze rimaste. Forse è venuto il momento di togliere il freno a mano; un pizzico di follia e una gran dose di coraggio faranno poi il resto e trasformeranno finalmente i sogni in realtà. Anche quelli che Aida pensava di non avere.

Torna Sara Pratesi alla Piemme con una nuova scoppiettante commedia dal gusto tutto italiano. I due protagonisti si muovono nella cornice di una Firenze ricca d’arte e di storia, lei sarà proprio una aspirante restauratrice, aspirante perché il suo capo la tormenta ogni giorno senza darle una tregua e in realtà fa tutto tranne che restaurare quadri.
In questa nuova storia Sara ci mostra una nuova eroina, la solita casinista ma stavolta il suo tallone d’Achille è il lavoro, perno su cui ruota tutta la storia, anche quella d’amore. È dal bandolo drammatico di questo lavoro come tutto fare che parte la matassa di tutti i suoi casini che si propagano alla velocità di una saetta nella vita amorosa, familiare e lavorativa, in un romanzo che ricalca in parte il leitmotiv del film una notte da leone ma nell’atmosfere italianissime. Un
concentrato di vivici sketch, deliri della protagonista che a volte fa proprio mettere le mani nei capelli per la disperazione, una famiglia piena di casini, un capo da prendere a schiaffi e poi l’imprevisto da cogliere a scapito del conosciuto trito e ritrito rapporto.
Si vola sulle pagine tra una risata e un sorriso, tra la voglia matta di prendere a capocciate qualcuno perché è troppo ottuso, strozzare il capo pazzoide.
Lo stile è fresco, irriverente e scanzonato tipico delle commedie Chick lit, e ormai segno di riconoscimento della penna di Sara.
Una storia nella storia, dove oltre alla spassosa e delirante storia d’amore tra i due protagonisti, assistiamo anche alle follie dei genitori di Aida che, pagina dopo pagina, disfano e ricuciono il loro rapporto. Le loro gag le ho adorate.

Potrei pure gettarmi da questo quinto piano. Sì, potrei. Mia nonna è talmente assorta nella visione della sua telenovela preferita che nemmeno si accorge dei decibel raggiunti dagli urli dei miei genitori, che si rinfacciano vicende trapassate. Dopo la telefonata di mia madre, non potevo non venire a parlarne con loro; ebbene, non sono ancora riuscita a dire neanche una parola.
«Cosa aspetti ad andartene?!» strilla mia madre con gli occhi che il risentimento ha reso sottili come due fessure.
«Questa è casa mia!» tuona mio padre per tutta risposta, e temo sinceramente che la vena che gli pulsa sul collo possa scoppiare da un momento all’altro.
«Per favore, volete piantarla?! Parlatene con calma, come persone civili e matu…»
«Stanne fuori!» esclamano all’unisono.
Ecco, l’unica cosa in cui si son trovati d’accordo è nello zittirmi.
«Ah, bada che maschio! Che ’un gli farei!» è il commento fuori luogo di mia nonna che, incurante del caos, continua a sbavare di fronte al piccolo schermo.
«Lo sai che cosa ha fatto tuo padre? Lo sai?!» mi urla mia madre guardando me e lui alternativamente con aria di sfida.
«Co-Cosa?» balbetto.
«Oh, non ricominciare adesso!» è il tentativo andato a vuoto di mio padre, che si massaggia le tempie.
«Si è iscritto in palestra!» rivela come se mi avesse appena confidato di aver sposato l’assassino di John Fitzgerald Kennedy.
«Alla tua età?» è il mio commento sorpreso.
«Be’, e allora?! Non posso tenermi in forma?»
«Te l’ha suggerito quella ragazzina con cui ti trastulli, di’ la verità!» lo accusa.
«La ragazzina ha un nome: Natasha!» Mio padre sbatte il palmo sul tavolo con rabbia e a me, a veder come prende le sue difese, ribolle il sangue nelle vene.
«Natasha la bagascia!» sibila mamma, che sta per avere un esaurimento nervoso.
«Non osare!»
«Non osare tu, caprone di un fedifrago! Ma io ti ridurrò in mutande!»
«Vorrà dire che mi infilerò in quelle di Natasha!»
Lo guardo inorridita.
«Babbo!!!»
Ma non faccio in tempo a riprenderlo che lo vedo evitare, con una mossa degna di un ninja, il piatto ancora pieno di carbonara che mia madre gli ha lanciato dietro.

E ora vi lascio un siparietto più romantico tra Aida e Matt:

«Sei brava a cantare» mormora Matt riscuotendomi. Lo fisso con occhi spalancati e lo trovo a puntarmi con un sorrisetto sghembo.
«Co-come?» Oddio, cantavo ad alta voce?
«Sussurravi… canta ancora» mi incita mordendo un pezzo di schiacciatina che ha intinto nell’olio d’oliva.
Sorrido e mi schiarisco la voce, intono le parole di Patty Pravo mentre lo guardo… ma abbasso presto gli occhi, improvvisamente imbarazzata.
«La cambio io la vita che
non ce la fa a cambiare me
bevi qualcosa, cosa volevi
vuoi far l'amore con me…»
A queste parole mi zittisco, sentendo crescere il rossore in viso. Io e lui abbiamo già fatto l’amore e ora gli canto questa canzone?
«Continua…» mi prega. Prendo un respiro e continuo.
«…che mi ha deluso più di te
portami al mare, fammi sognare
e dimmi che non vuoi morire…»
«È bella» dice. Poi mi guarda ancora e mormora in un soffio: «You’re much more beautiful…» e le mie guance, ora, prendono fuoco.

Consiglio la lettura a tutti quelli che amano fare letture simpatiche!
Buona lettura a tutti,
Fabiana

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