Titolo
: Uccidimi
Serie
: Blood Bonds
Autrice:
Chiara Cilli
Genere:
Dark contemporaneo
Editore:
Self published
Pubblicato:
01.08.2016
Prezzo
Kindle: Euro 4,99
Ed.
cartacea: Euro 11,52
Non avrei mai immaginato che la mia vita
sarebbe finita così.
Non avrei mai creduto che la mia vita sarebbe dipesa dalla sua.
Ero pronta a morire per mano dell'uomo che mi aveva distrutto.
Ero pronto a uccidere la donna che si era presa tutto me stesso.
Ma la mia sofferenza non è ancora terminata.
Ma me l'hanno portata via.
Sta venendo a riprendermi, lo sento.
Me la riprenderò, a qualsiasi costo.
E questa volta non potrò fermarlo.
E questa volta non fallirò.
A meno che non sia io a ucciderlo.
Non avrei mai creduto che la mia vita sarebbe dipesa dalla sua.
Ero pronta a morire per mano dell'uomo che mi aveva distrutto.
Ero pronto a uccidere la donna che si era presa tutto me stesso.
Ma la mia sofferenza non è ancora terminata.
Ma me l'hanno portata via.
Sta venendo a riprendermi, lo sento.
Me la riprenderò, a qualsiasi costo.
E questa volta non potrò fermarlo.
E questa volta non fallirò.
A meno che non sia io a ucciderlo.
Nanà
Rumorine,
senza
Pampero, e senza la mano di Gresy Sue,
non avrei mai potuto attraversare indenne le fiamme di queste pagine.
Abbiamo
lasciato gli #Alenri sanguinanti e
appesi ad un filo. Quel filo che sembra legarli l’uno all’altra, che si
alimenta di un odio ancestrale e non concede loro salvezza né respiro. Quel
legame, che li calamita respingendoli e li attrae ferendoli, può salvarli solo uccidendoli.
Perché loro rappresentano l’uno la morte
dell’altro. Ma respirano attraverso le loro anime.
“Mi
fa perdere il controllo. Lei ha il controllo. Su di me. Su di noi. Eppure…posso
schiacciarla. So che posso. Devo. Perché odio quello che mi fa provare. Io non
lo voglio. Ma lei continua a guardarmi, a vedermi, e non riesco a impedirlo. Lo
voglio”
“Lui
mi fa desiderare cose che non dovrei. Mi riversa addosso emozioni che non posso
gestire, che non posso bramare. Odio tutto quello che mi fa provare. Non voglio
sentire niente per lui. Niente”
È
un legame che non ha eguali, nel mondo di Véres come nel nostro. È difficile
spiegare la natura di questo rapporto, non esiste una definizione tale da
cristallizzarlo. Ma ritengo che proprio questo limite ne rappresenti l’unicità.
È una malia che li rende prigionieri di un non-sentimento,
privo di nome ma saturo di impetuosità e dannazione.
Ho
atteso l’ultimo atto contando i secondi. Ho ingannato il tempo ipotizzando le
situazioni più disparate, gli epiloghi più tetri, i dialoghi più efferati. Ho
addirittura delineato un happy ending. Ma, ehi, stiamo parlando di Chiara Cilli… questa serie non chioserà
con un matrimonio o con un pancione.
Chiunque
si avvicini all’universo di questa penna ne è consapevole.
Ma
mai, MAI, avrei potuto delineare un
epilogo del genere. Nemmeno nelle declinazioni più scure.
L’autrice,
durante l’estenuante attesa da parte dei suoi adepti, ha infingardamente sparso
qua e là indizi che ho raccolto e messo insieme.
Ma
il fato ha punito la mia superbia allontanandomi dalla verità.
Quella
constatazione di fatto, che credevo fosse così estranea a queste mondo, mi ha
travolta con la violenza di un uragano. E pensare che la soluzione giaceva
proprio sotto al mio naso.
Elementare, Watson? No, affatto!
Ma
io l’ho respinta con tutte le mie forze, persino quando mi si è palesata innanzi.
Ho dovuto leggere e rileggere quella pagina per convincere la mia mente che
l’immagine proiettata dai miei occhi non fosse fantasia.
Ma
come? Io ero lì con Destro. Ho chiuso gli occhi e ho aspettato. Ero pronta a
chiudere il cerchio. Insomma, ci eravamo già stati lì. Eravamo fermi nelle
nostre posizioni. Io avrei affrontato il mio destino come una Valchiria…
E
poi quelle parole hanno cambiato tutto.
Ma era già cambiato tutto.
Quella
frase…oh, quella frase si è insinuata sotto la mia pelle come veleno. Ha
sbattuto impetuosa contro le pareti del mio cervello, ha soggiogato i miei
pensieri, ha prosciugato le mie emozioni, mi ha privato del respiro. Ha
squarciato la mia anima, dilaniandola. Mi ha reso schiava, dannandomi.
È
fame. È distruzione. È oblio. È cruel.
È
il nulla.
Già,
perché è questa l’eredità di #Alenri: la
fine è un inizio. Ma il nuovo inizio è la fine. Per entrambi.
Lo
so cosa state pensando: ho il Pampero ancora in circolo. Ma no, vi giuro.
È
questo l’effetto che avrà questa storia su di voi. Per quanto possiate
combatterla, per quanto vi ostinerete a ripetervi che è solo un libro, si
insinuerà nella vostra mente, si attaccherà alla vostra pelle e vi divorerà
dall’interno. Soccomberete a queste pagine come i protagonisti non possono che
soccombere l’uno all’altra.
A
chi già non conosce la serie dico : camminate in punta di piedi perché vi
farete male, molto male.
Alle
altre dico… la stessa cosa.
“Non la riconobbi.
Finchè
il suo sguardo non incatenò il mio.
Sussultammo.
Riprendemmo
vita.
L’uno
nell’altra”
La
Cilli è indefinibile, proprio come i suoi personaggi. Puoi solo illuderti di saggiarla
nei dialoghi, nelle pareti delle sue pagine, nei periodi brevi della sua penna,
nei sospiri, nel sangue e nei parallelismi dei suoi protagonisti, nelle
sensazioni da cardiopalma che regala ai lettori, a discapito delle loro menti.
Riesce
a spaziare da un genere all’altro con una disinvoltura tale da fare invidia
alle scrittrici di cui è lei stessa profonda ammiratrice. Ha una dote
particolare, ha quello che io definisco “il
dono”: non si resta gli stessi dopo aver letto un suo libro. Perciò
abbandonate le speranze, o voi che entrate nel suo mondo, perché non resterà
nemmeno un pezzettino della vostra anima.
Ma
non tutto è perduto. Il piccolo della
nidiata è pronto a spiccare il volo e sembra abbia trovato una testa rossa
capace di fermare i suoi coltelli.
In
attesa, stringo gli occhi e faccio appello ai miei poteri da Nanà Supergirl. E, se dovessi fallire,
posso sempre rivolgermi a Babbo Natale
Dark. Ma non posso svelare il mio desiderio. Probabilmente non conoscerà
mai la luce.
O
forse no.
Stay tuned,
Nanà Supergirl.
(dai,
non posso chiosare con un “xoxò” se parlo della Cilli)
Silvia à
Cinque stelline sono troppo poche come recensione per
questo libro di Chiara Cilli. Forse non basta nemmeno l’intera galassia. Non sono a sufficienza per descrivere tutte le
mille emozioni che ho provato. Ansia,
disperazione, paura, illusione… e alla fine un senso di vuoto. Aleksandra e
Henry mi hanno completamente prosciugato il cuore e l’anima lasciandomi
completamente senza respiro e in balia di me stessa. Ma Chiara Cilli voleva
proprio questo. Ci ha dannato come i personaggi di questa trilogia. Dannati per l’eternità. Ci si chiede
come è possibile che, in mezzo a tanta violenza, due persone si possano legare
indissolubilmente.
“Lo
udivo nel silenzio che lo seguiva.
Lo
vedevo nell’oscurità che ci inglobava.
Lo
percepivo in ogni graffio che ci eravamo scavati.
Lo
sentivo nel mio cuore che batteva al ritmo del suo”
“Sono penetrato troppo in
profondità. Scorro dentro di te”
Eppure Ale e Henry si sentono. Percepiscono la loro
presenza senza mai comprenderne il motivo. In realtà dovrebbe esistere solo
l’odio e il disprezzo. Questo loro legame ha allacciato anche me senza più
riportarmi indietro, senza lasciarmi speranza… ma non potevo sperare perché
sapevo che mi avrebbe sconvolto. Ed ecco che mi sono comunque ritrovata a
combattere con Henry per liberare Ale, per poi schierarmi dalla parte di lei
per non farsi sottomettere alla volontà di lui.
“Lei
è come benzina. Io sono il fuoco, e invece di tenerla lontana, non faccio che
tirarla a me. Non faccio che avvicinarmi. Lei si avvicina”
“Lui
è… fuoco. Gli basta uno sguardo per farmi a pezzi, e ancora non l’ha capito.
Non capisce che non ha bisogno di togliermi la vita per uccidermi davvero. Deve
solo guardarmi in quel modo. Il nostro modo.”
Ma questo capolavoro non parla solo di due anime
disperate e collegate ma in tutto il libro ho ritrovato un valore che a volte
non si considera più oggi come oggi: la famiglia,
la fratellanza. Perché i fratelli
Lamaze seppur scontrandosi combattono assieme. André e Armand non
lasceranno mai solo Henry seppur non condividendo le sue scelte.
Ho letto Uccidimi in contemporanea con Nanà e quel
giorno ci siamo proprio viste di persona. Eravamo senza parole... solo sospiri
e frasi lasciate a metà perché non trovavamo le giuste parole.
Questo recensione è complicata perché ho paura di non
trovare le giuste parole per trasmetterci quello che ho provato e perché ho
paura di cadere nello spoiler. Quindi devo prendere spunto da Chiara Cilli e
lasciarvi nel mistero ma con la voglia di leggerlo e di farvi portare in
Romania dai fratelli Lamaze, nel loro castello.
Chiara ha una scrittura eccelsa, idee machiavelliche e
ogni personaggio è ben costruito e intrecciato con la storia stessa senza
lasciare nulla in sospeso. Ogni personaggio mi ha lasciato qualcosa e sono
completamente entrati sottopelle come se scorressero nelle mie vene. Sono
passati tre giorni dalla lettura ma ogni tanto mi fermo a ripensarci... eppure
è così! Me li sento addosso e vivono con me... Quindi resto un altro po' nel
foyer del castello in attesa che mi si presenti davanti... qualcuno!
Un abbraccio,
Gresy Sue.
Bellissima recensione. Complimenti ragazze
RispondiEliminaChe recensioni fantastiche, ragazze *^* le adoro, THANK YOU SO MUCH ♥ :D
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