Pages

mercoledì 3 agosto 2016

Recensione "Uccidimi" di Chiara Cilli

Buonasera Rumors! La ditta Silvia e Nanà, non va in vacanza. Stasera le due super donne, ci parlano del terzo capitolo della serie Blood Bonds intitolato Uccidimi dell'autrice Chiara Cilli uscito pochissimi giorni fa.
Titolo : Uccidimi
Serie : Blood Bonds
Autrice: Chiara Cilli
Genere: Dark contemporaneo
Editore: Self published
Pubblicato: 01.08.2016
Prezzo Kindle: Euro 4,99
Ed. cartacea: Euro 11,52

Non avrei mai immaginato che la mia vita sarebbe finita così.
Non avrei mai creduto che la mia vita sarebbe dipesa dalla sua.

Ero pronta a morire per mano dell'uomo che mi aveva distrutto.
Ero pronto a uccidere la donna che si era presa tutto me stesso.

Ma la mia sofferenza non è ancora terminata.
Ma me l'hanno portata via.

Sta venendo a riprendermi, lo sento.
Me la riprenderò, a qualsiasi costo.

E questa volta non potrò fermarlo.
E questa volta non fallirò.

A meno che non sia io a ucciderlo.
Nanà
Rumorine,
senza Pampero, e senza la mano di Gresy Sue, non avrei mai potuto attraversare indenne le fiamme di queste pagine.
Abbiamo lasciato gli #Alenri sanguinanti e appesi ad un filo. Quel filo che sembra legarli l’uno all’altra, che si alimenta di un odio ancestrale e non concede loro salvezza né respiro. Quel legame, che li calamita respingendoli e li attrae ferendoli, può salvarli solo uccidendoli.
Perché loro rappresentano l’uno la morte dell’altro. Ma respirano attraverso le loro anime.
“Mi fa perdere il controllo. Lei ha il controllo. Su di me. Su di noi. Eppure…posso schiacciarla. So che posso. Devo. Perché odio quello che mi fa provare. Io non lo voglio. Ma lei continua a guardarmi, a vedermi, e non riesco a impedirlo. Lo voglio”

“Lui mi fa desiderare cose che non dovrei. Mi riversa addosso emozioni che non posso gestire, che non posso bramare. Odio tutto quello che mi fa provare. Non voglio sentire niente per lui. Niente”

È un legame che non ha eguali, nel mondo di Véres come nel nostro. È difficile spiegare la natura di questo rapporto, non esiste una definizione tale da cristallizzarlo. Ma ritengo che proprio questo limite ne rappresenti l’unicità. È una malia che li rende prigionieri di un non-sentimento, privo di nome ma saturo di impetuosità e dannazione.
Ho atteso l’ultimo atto contando i secondi. Ho ingannato il tempo ipotizzando le situazioni più disparate, gli epiloghi più tetri, i dialoghi più efferati. Ho addirittura delineato un happy ending. Ma, ehi, stiamo parlando di Chiara Cilli… questa serie non chioserà con un matrimonio o con un pancione.

Chiunque si avvicini all’universo di questa penna ne è consapevole.
Ma mai, MAI, avrei potuto delineare un epilogo del genere. Nemmeno nelle declinazioni più scure.
L’autrice, durante l’estenuante attesa da parte dei suoi adepti, ha infingardamente sparso qua e là indizi che ho raccolto e messo insieme.
Ma il fato ha punito la mia superbia allontanandomi dalla verità.
Quella constatazione di fatto, che credevo fosse così estranea a queste mondo, mi ha travolta con la violenza di un uragano. E pensare che la soluzione giaceva proprio sotto al mio naso.
Elementare, Watson? No, affatto!
Ma io l’ho respinta con tutte le mie forze, persino quando mi si è palesata innanzi. Ho dovuto leggere e rileggere quella pagina per convincere la mia mente che l’immagine proiettata dai miei occhi non fosse fantasia.
Ma come? Io ero lì con Destro. Ho chiuso gli occhi e ho aspettato. Ero pronta a chiudere il cerchio. Insomma, ci eravamo già stati lì. Eravamo fermi nelle nostre posizioni. Io avrei affrontato il mio destino come una Valchiria…
E poi quelle parole hanno cambiato tutto.
Ma era già cambiato tutto.
Quella frase…oh, quella frase si è insinuata sotto la mia pelle come veleno. Ha sbattuto impetuosa contro le pareti del mio cervello, ha soggiogato i miei pensieri, ha prosciugato le mie emozioni, mi ha privato del respiro. Ha squarciato la mia anima, dilaniandola. Mi ha reso schiava, dannandomi.
È fame. È distruzione. È oblio. È cruel.
È il nulla.
Già, perché è questa l’eredità di #Alenri: la fine è un inizio. Ma il nuovo inizio è la fine. Per entrambi.
Lo so cosa state pensando: ho il Pampero ancora in circolo. Ma no, vi giuro.
È questo l’effetto che avrà questa storia su di voi. Per quanto possiate combatterla, per quanto vi ostinerete a ripetervi che è solo un libro, si insinuerà nella vostra mente, si attaccherà alla vostra pelle e vi divorerà dall’interno. Soccomberete a queste pagine come i protagonisti non possono che soccombere l’uno all’altra.
A chi già non conosce la serie dico : camminate in punta di piedi perché vi farete male, molto male.
Alle altre dico… la stessa cosa.

 “Non la riconobbi.
Finchè il suo sguardo non incatenò il mio.
Sussultammo.
Riprendemmo vita.
L’uno nell’altra”
La Cilli è indefinibile, proprio come i suoi personaggi. Puoi solo illuderti di saggiarla nei dialoghi, nelle pareti delle sue pagine, nei periodi brevi della sua penna, nei sospiri, nel sangue e nei parallelismi dei suoi protagonisti, nelle sensazioni da cardiopalma che regala ai lettori, a discapito delle loro menti.
Riesce a spaziare da un genere all’altro con una disinvoltura tale da fare invidia alle scrittrici di cui è lei stessa profonda ammiratrice. Ha una dote particolare, ha quello che io definisco “il dono”: non si resta gli stessi dopo aver letto un suo libro. Perciò abbandonate le speranze, o voi che entrate nel suo mondo, perché non resterà nemmeno un pezzettino della vostra anima.
Ma non tutto è perduto. Il piccolo della nidiata è pronto a spiccare il volo e sembra abbia trovato una testa rossa capace di fermare i suoi coltelli.
In attesa, stringo gli occhi e faccio appello ai miei poteri da Nanà Supergirl. E, se dovessi fallire, posso sempre rivolgermi a Babbo Natale Dark. Ma non posso svelare il mio desiderio. Probabilmente non conoscerà mai la luce.
O forse no.

Stay tuned,
Nanà Supergirl.
(dai, non posso chiosare con un “xoxò” se parlo della Cilli)

Silvia à
Cinque stelline sono troppo poche come recensione per questo libro di Chiara Cilli. Forse non basta nemmeno l’intera galassia. Non sono a sufficienza per descrivere tutte le mille emozioni che ho provato. Ansia, disperazione, paura, illusione… e alla fine un senso di vuoto. Aleksandra e Henry mi hanno completamente prosciugato il cuore e l’anima lasciandomi completamente senza respiro e in balia di me stessa. Ma Chiara Cilli voleva proprio questo. Ci ha dannato come i personaggi di questa trilogia. Dannati per l’eternità. Ci si chiede come è possibile che, in mezzo a tanta violenza, due persone si possano legare indissolubilmente.
“Lo udivo nel silenzio che lo seguiva.
Lo vedevo nell’oscurità che ci inglobava.
Lo percepivo in ogni graffio che ci eravamo scavati.
Lo sentivo nel mio cuore che batteva al ritmo del suo”
“Sono penetrato troppo in profondità. Scorro dentro di te”
Eppure Ale e Henry si sentono. Percepiscono la loro presenza senza mai comprenderne il motivo. In realtà dovrebbe esistere solo l’odio e il disprezzo. Questo loro legame ha allacciato anche me senza più riportarmi indietro, senza lasciarmi speranza… ma non potevo sperare perché sapevo che mi avrebbe sconvolto. Ed ecco che mi sono comunque ritrovata a combattere con Henry per liberare Ale, per poi schierarmi dalla parte di lei per non farsi sottomettere alla volontà di lui.

“Lei è come benzina. Io sono il fuoco, e invece di tenerla lontana, non faccio che tirarla a me. Non faccio che avvicinarmi. Lei si avvicina”

“Lui è… fuoco. Gli basta uno sguardo per farmi a pezzi, e ancora non l’ha capito. Non capisce che non ha bisogno di togliermi la vita per uccidermi davvero. Deve solo guardarmi in quel modo. Il nostro modo.”

Ma questo capolavoro non parla solo di due anime disperate e collegate ma in tutto il libro ho ritrovato un valore che a volte non si considera più oggi come oggi: la famiglia, la fratellanza. Perché i fratelli Lamaze seppur scontrandosi combattono assieme. André e Armand non lasceranno mai solo Henry seppur non condividendo le sue scelte.
Ho letto Uccidimi in contemporanea con Nanà e quel giorno ci siamo proprio viste di persona. Eravamo senza parole... solo sospiri e frasi lasciate a metà perché non trovavamo le giuste parole.
Questo recensione è complicata perché ho paura di non trovare le giuste parole per trasmetterci quello che ho provato e perché ho paura di cadere nello spoiler. Quindi devo prendere spunto da Chiara Cilli e lasciarvi nel mistero ma con la voglia di leggerlo e di farvi portare in Romania dai fratelli Lamaze, nel loro castello.
Chiara ha una scrittura eccelsa, idee machiavelliche e ogni personaggio è ben costruito e intrecciato con la storia stessa senza lasciare nulla in sospeso. Ogni personaggio mi ha lasciato qualcosa e sono completamente entrati sottopelle come se scorressero nelle mie vene. Sono passati tre giorni dalla lettura ma ogni tanto mi fermo a ripensarci... eppure è così! Me li sento addosso e vivono con me... Quindi resto un altro po' nel foyer del castello in attesa che mi si presenti davanti... qualcuno!

Un abbraccio,
Gresy Sue.

2 commenti:

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.