Ciao Rumorsss! Oggi la nostra Nanà, ci parlerà di un nuovo libro dalle sfumature contemporanee targato Butterfly Edizioni uscito a settembre in tutti gli store online, "Tutto in 8 giorni" di Sadie Jane Baldwin.
Titolo : Tutto in
otto giorni
Autrice: Sadie Jane Baldwin
Genere: Contemporary Romance
Editore: Butterfly
Edizioni
Data d'uscita: 04.09.2016
Prezzo: Ebook € 0,99
Quando
nella tua vita le cose più importanti sono una bomboletta di spray anti
aggressione e una calibro 38. Quando il tuo unico intento è quello di scappare
da chi ti ha tolto tutto, da chi ti ha distrutto la vita, è difficile cedere
alla passione, complicato capire se l’uomo che hai appena conosciuto sia quello
che ti salverà o colui che ti rovinerà. Ma a Eva, giovane interprete londinese,
la vita cambierà in soli otto giorni.
Otto giorni nei quali scoprirà cosa sia l'amore...
Otto giorni nei quali scoprirà cosa sia l'amore...
Rumorine,
questa
volta mi ritrovo a camminare su un terreno delicato perché lo sfondo del
romanzo è un tema che mi è particolarmente caro: lo stalking e il suo universo di violenza.
I
protagonisti principali della narrazione sono due: Eva Kantik
, una giovane interprete russa, schematica, inquadrata, in fuga da un passato che l’ha cambiata
profondamente e da un dolore che le
ha tolto la sua famiglia, la sua adolescenza, la sua purezza; Matthew
Foster, un giovane
avvocato dall'animo sensibile che irrompe nella vita della protagonista e la
spinge ad uscire fuori dal suo guscio protettivo. Attorno a questa coppia
ruotano i protagonisti secondari che
nel romanzo svolgono un ruolo importante, tanto da “possedere” un proprio
spazio personale costituito da Pov: Fred,
capo della centrale della polizia e padre adottivo di Eva; Sam, l’oscuro demone pronto a stanare la sua preda e a fagocitarla.
Dopo
aver letto i primi capitoli, improntati su Eva, sul suo modo di “difendersi” dall'universo maschile e di trincearsi dietro una rigida armatura, sul suo
scandire ritmi e schemi per esercitare quel controllo che ha perso dieci anni
prima, la narrazione (ed Eva, in primis) subisce una celere trasformazione. Da una parte abbiamo una giovane donna, il
cui passato devastante incombe come un’ombra pronta a divorarla, ma che
comunque riesce ad aprirsi ad un altro uomo in soli otto giorni. In questo breve lasso di tempo Eva si libera della sua
armatura, si espone con tutte le sue vulnerabilità e si concede quei piaceri
che la violenza le aveva sottratto. E affronta tutto questo con un coraggio
disarmante, incredibile…inverosimile. Dall'altra parte abbiamo un giovane avvocato,
avvenente e sicuro, che tuttavia sembra perdere ogni tipo di razionalità dinnanzi
a questa donna che lo lega a sé come l’edera.
“Ciò
che sento per lei è qualcosa di speciale che non ho mai osato neanche
immaginare.
Perché
sento che il mio cuore esige di amarla, perché mi rendo conto che le appartiene
già. E perché desidero con tutto me stesso donarle il mio amore”
La
metamorfosi della protagonista mi sembra troppo repentina e suscita qualche perplessità.
La storia, inoltre, è imbastita con una coralità di Pov che, a mio parere, non
aggiungono niente alla trama ma sortiscono come unico effetto confusione da
parte di chi legge. Le narrazioni maschili (elucubrazioni, pensieri, gesti,
introspezioni, intercalari), inoltre, si declinano come schemi prettamente
femminili. E questo, purtroppo, toglie colore allo snodo narrativo.
Un’altra
perplessità, più importante a mio avviso, verte sull'argomento trattato come da
sinossi: lo stalking e la violenza che permea questo mondo. Ora, so benissimo
che i “tempi tecnici” letterari non coincidono con quelli della vita quotidiana
e che l’autore a volte è costretto ad operare dei tagli o a “forzare” la
narrazione e attuare delle scelte antitetiche per esigenze di scrittura. Però
ritengo che, quando si decide di “trattare” argomenti delicati e di una certa
rilevanza sociale, non ci si debba perdere in una visione “romanzata” del tema:
si deve studiare quella problematica, comprendere gli effetti sulle persone,
analizzare tutte le variabili e formulare un messaggio di speranza a cui le
persone possono aggrapparsi.
Tutto
questo è stato affrontato in maniera forse un po’ leggera dall'autrice e queste
anomalie, purtroppo, si riflettono di conseguenza nei dialoghi e nello stesso
linguaggio della scrittrice.
Rumorine,
questo romanzo, a parer mio, possedeva tutte le carte in regola ma si è perso
nei meandri della narrazione e nei suoi ritmi serrati. Se la scrittrice avesse
concesso più spazio alle introspezioni, avesse allargato le maglie delle scene
per la trasformazione dei personaggi e ne avesse mostrato il loro cambiamento
in fieri, credo che il risultato sarebbe stato estremamente diverso. Spero comunque
che l’autrice accolga queste mie osservazioni come meri consigli perché ritengo
abbia tutte le potenzialità per farcela.
xoxo, Nanà.
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