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martedì 13 dicembre 2016

Rubrica Self "Il Sussurro del Lago" di Alessia Litta

Ciao Rumors. Cristina Migliaccio ci parla del nuovo romanzo di Alessia Litta intitolato Il Sussurro del Lago
Titolo: Il Sussurro del Lago
Autore: Alessia Litta
Editore: Self Publishing
Genere: romance
Prezzo ebook: 0,99€
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Manon lavora in una libreria di Lione e vive in un piccolo appartamento.
Raoul è un ex campione di rally e vive nella villetta di fronte. Quella che Manon desidera.
I due si spiano di continuo. Lei pensa che lui sia arrogante e presuntuoso. Lui che lei sia eccentrica e fuori di testa.
Eppure, quando sua madre lo invita sul lago di Annecy per l’inaugurazione del loro hotel, la Vigilia di Natale, Raoul non ci pensa due volte a proporre a Manon un accordo: se lei lo accompagnerà fingendosi la sua fidanzata, lui le cederà la villetta.
Manon accetta.
E sul lago di Annecy, tra paesaggi da cartolina, romantiche gite sotto le stelle e una sorpresa di Natale da togliere il fiato, Manon impara finalmente a conoscere le mille sfaccettature dell’uomo che l’ha condotta fin lì. Il cuore comincia a battere più forte, l’amore bussa alla porta.
Ma ogni fiaba ha il suo lato oscuro. E presto Manon dovrà confrontarsi con il vero motivo per cui Raoul l’ha voluta con sé.
«Lo stai sentendo?» le chiese. «Lo senti il vento che, ululando, attraversa le montagne e scende come un bisbiglio gelido sulle acque? Lo senti, Manon? Questa è la voce del lago. Il suo sussurro».

Il Natale, se romanzato, rende tutto migliore. E questo, le scrittrici di romanzi rosa lo hanno capito talmente bene che in questo periodo dell’anno diventa quasi difficile scegliere quale titolo acquistare per via della vasta offerta. Alessia Litta porta una spolverata natalizia con il suo romanzo “Il sussurro del lago” e ci offre un viaggio d’inchiostro tra le alture innevate delle Alpi. Manon e Raoul sono i protagonisti di una storia d’amore che si destreggia tra l’incanto della natura e la complessità dell’animo umano. Entrambi reduci da traumi di vita, i protagonisti sono diffidenti nei confronti dell’amore e - a dire il vero - anche l’uno con l’altro.
Manon porta con sé un bagaglio passato che influenza spesso i suoi comportamenti così come Raul, che ha abbandonato una vita di lusso e fama per un incidente che tormenta il suo presente. Sotto
l’ottica traumatica, i protagonisti respirano la stessa patina del dolore ed è proprio la presenza di queste cicatrici a farli avvicinare. Raul vede in Manon una forza che è al tempo stesso debolezza, vorrebbe averla ma per proteggerla l’allontana, mentre Manon cerca di tenersi lontana da una tentazione in carne ed ossa che potrebbe procurarle più danni che piaceri.
Manon viene dipinta come una boccata d’aria fresca nella vita del tormentato Raul, che cerca in tutti i modi di ritrovare la strada smarrita da tempo. Ma è grazie a questa ricerca che si rende conto di avere davanti agli occhi la medicina per il suo cuore provato: Manon fa ingresso nella sua vita e Raul sente il bisogno di farcela rimanere a tutti i costi.

«Resta qui, Manon. Resta e non andar via».
Manon si abbandonò contro di lui, e restò.

Questo è il primo romanzo che leggo dell’autrice e sono rimasta affascinata dalla sua tecnica narrativa: pulita, lineare e accattivante. Le descrizioni del paesaggio sono vivide e suggestive al punto che mi è sembrato di essere parte integrante del racconto. Ho sempre desiderato una vacanza sulla neve e dopo questo romanzo l’autrice dovrà sentirsi tremendamente in colpa con le mie finanze se deciderò di compiere questo atto estremo!
Ho provato empatia nei confronti di Manon e delle sue debolezze, una ragazza semplice che nonostante le delusioni vorrebbe vivere un amore che distrugge e ricompone, ma al tempo stesso ho compreso lo struggimento di Raul e il bisogno d’amore che per lui sembra essere invece un ennesimo fardello. Nonostante Raul sia stato in passato il classico playboy dalla fama contraddistinta, l’autrice ha saputo presentarcelo sotto un’altra sfaccettatura: Raul è un uomo che ha scoperto tutti gli aspetti dell’amore e ne è sopravvissuto, continuando la propria vita in un rimorso straziante che paradossalmente lo avvicina ancor di più verso Manon.
«Ma io voglio te».
Manon si bloccò, e alzò gli occhi su di lui. Si fissarono.
Raoul non sorrideva più. Il suo volto sembrava diventato di granito.
E sotto quello sguardo intenso, forte, determinato, Manon sentì un brivido improvviso.
«Vuoi…vuoi me?» balbettò.
Qualcosa si mosse negli occhi di Raoul. Qualcosa che per un attimo parve mutare il verde delle sue iridi in una sfumatura più scura. Ma durò un istante, poi gli angoli delle sue labbra si piegarono di nuovo.
«Voglio portare te» corresse con un sorriso blando.

I personaggi sono delineati e ben caratterizzati tanto da permettere facilmente l’immedesimazione e ho apprezzato l’inserimento di una coppia secondaria alla quale spero che l’autrice decida di far avere un seguito, soprattutto per la suspense con la quale li abbiamo lasciati al termine del romanzo!
L’unica nota che mi sento di voler sottolineare, essendo partita con le premesse di un romance natalizio, è stata la poca percezione di questo clima festoso. Escludendo l’ambientazione paradisiaca tra laghi di montagna e passeggiate tra la neve, che hanno reso la contestualizzazione ancor più vivida, mi è dispiaciuto riscontrare una presenza inferiore del fattore natalizio rispetto all’idea che avevo avuto leggendone la trama. Tengo a precisare che questo è un dettaglio del tutto insulso per chi del Natale non se ne frega poi molto, questa è una mia peculiarità, nel senso che in questo periodo solitamente mi immergo in letture che fanno del Natale il loro perno centrale (lo so, non sono molto profonda!).
“Il sussurro del lago” è un’ottima lettura d’inverno, da consumare in poche ore davanti il caminetto (o per i poveracci come me attaccati al termosifone) e con una bella tazza di cioccolata calda tra le mani. A furia di leggere di tutta quella neve e laghi ghiacciati – e non potendo avere Raoul a differenza di Manon – qualcosa di caldo si dovrà pur avere!
Cristina Migliaccio

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