Titolo: Flower
Autrice: Elizabeth Craft e Shea Olsen
Editore: Newton Compton
Genere: Contemporary Romance
Prezzo: eBook € 4,99 - Cop. Rigida € 9.90
In uscita il: 02/01/2017
Amazon
Charlotte vive con la nonna ed è una ragazza con la testa a posto: bravissima a scuola, lavora in un negozio di fiori per pagarsi gli studi. È molto concentrata e non ammette distrazioni, non esce di sera e non accetta inviti dai ragazzi. È ossessionata dal pensiero della madre e della sorella che pensa abbiano sprecato le loro vite alla continua rincorsa dell’amore e del sesso. Charlotte ha promesso a se stessa che non farà la loro fine, non perderà di vista i propri obiettivi per colpa dei ragazzi, per questo studia con estrema dedizione con l’obiettivo di essere ammessa a Stanford. Fino a che, un giorno, nel negozio entra un cliente strano, ombroso ma gentile, un tipo affascinante ed esigente e, all'apparenza, molto ricco. Charlotte fa quell'ultima vendita e all'ora di chiusura torna a casa sicura di non rivederlo mai più… Ma la mattina dopo le viene recapitato un mazzo di fiori bellissimi e costosissimi e scopre che il misterioso cliente si chiama Tate ed è la più famosa pop star del pianeta… e anche se tutto ciò che rappresenta quel ragazzo è distante anni luce dalla vita di Charlotte, la scintilla è scoccata e ora sarà difficile tornare indietro…
Quando ti annunciano il “caso
editoriale dell’anno” o il “successo mondiale” le aspettative sono talmente
alte, che pensi di iniziare a leggere un vero e proprio best-seller. Quindi leggendo diventi avida e curiosa di
sapere dove sia il “caso” o il “successo”, perché quando la storia non
travolge, le emozioni non arrivano e la scrittura non prende, finisci la
lettura con molti dubbi e tante perplessità.
Mi rendo conto che quando sei un
assiduo lettore, diventi anche più esigente. Pretendi che il cuore batta per le
emozioni, che la storia ti travolga, che i personaggi ti coinvolgano, pensi
insomma di leggere un buon romanzo, che ti lasci quel ricordo così piacevole da
volerlo alla fine custodire, per poi raccontare l’esperienza vissuta. Nulla di tutto questo è riuscita a
trasmettermi la storia di Flower, quindi spero di riuscire a descrivere in modo
oggettivo le motivazioni per le quali questo libro non è per me “un caso
editoriale”.
La sinossi leggendola mi aveva in
parte incuriosita, perché quando si devono scoprire personaggi misteriosi, la
curiosità la fa da maestra, trascinandoti a volerne sapere ancora di più.
“L’amore può distruggere. Può portarti via tutto. E così ho
promesso a me stessa niente ragazzi, niente feste del sabato sera. Sarei
rimasta a casa, avrei rigato dritto, sarei andata al college e mi sarei
costruita un futuro diverso. Non avrei permesso a niente e a nessuno di
fermarmi.”
Charlotte è una ragazza semplice e sfiduciata dall’amore. Una
ragazza senza grilli per la testa, proiettata verso un futuro di studi
all’Università di Stanford. Nella sua famiglia la parola amore ha portato solo
guai. Sia la mamma che la sorella sono diventate madri prima dei vent’anni,
insieme ad una sfilza di fidanzati che non hanno mai portato ad una relazione
seria e coinvolgente. Quindi si ritrova a diciotto anni a vivere con programmi
prefissati tipo automa: scuola, studio, lavoro, tirocinio, amici e poche
uscite. Vivendo in casa insieme alla nonna e alla sorella con un figlio, la cui
condizione di ragazza madre le ricorda tutti i giorni di non ripetere gli
stessi errori, decide di vivere con queste convinzioni: nessun ragazzo, nessun bacio, nessuna infatuazione.
“Mi accorgo che è stupendo: zigomi forti e labbra che si
uniscono in una linea ben definita… labbra che trattengono il mio sguardo per
un attimo di troppo”
Ma si sa, che nella vita al cuore
non si comanda, soprattutto se quel dannato cuore viene rapito da due occhi
misteriosi, e da un corpo da divo.
Tate entra un giorno nel negozio di fiori dove lavora Charlotte, la
quale attirata dalla sua bellezza, non riesce a comprendere come mai quel
ragazzo misterioso e così fuori dalla sua portata, la guardi in modo così
intenso.
Da quel giorno il bel ragazzo
misterioso non riuscirà più a staccarle gli occhi di dosso, iniziando una vera
e propria corte serrata fatta di incontri a sorpresa, e mazzi di fiori
recapitati durante le lezioni di scuola.
Charlotte sembra non voler cedere.
Le sue motivazioni sono valide. Non sarà certo un bel ragazzo a farla desistere
dai suoi obiettivi. Questa è sicuramente la parte del romanzo che ha più
funzionato. Le autrici sono state brave a non far trapelare alcun sentimento,
rimanendo coerenti con le idee iniziali di Charlotte a cui però nel frattempo
cominciano a venire i primi dubbi e i primi cedimenti.
“Questo ragazzo, questo ragazzo troppo-tutto che ha invaso il
negozio di fiori e mi ha portato otto tipi di caffè e ha scoperto il mio numero
di telefono e mi ha fatto intrufolare nella cucina del ristorante più esclusivo
della città – ovviamente non è un ragazzo qualunque. Lui è Tate Collins”
Ma Tate Collins ovvero la rockstar del momento, il musicista acclamato
e desiderato da milioni di fan, non può non passare inosservato. Quindi
presto Charlotte si ritrova a dover fare i conti con le sue bugie e con la
scoperta della sua vera identità.
Tate
Collins, nasconde però un passato burrascoso fatto di eccessi e di donne,
tipico di chi arriva alla fama in età adolescenziale e Charlotte, avendo solo
18 anni, non è preparata a tali eccessi. Quindi iniziano i primi attriti in cui
lei si arrabbia per poi cedere quasi subito. In cui sbatte i piedi per poi
ricadere al primo riavvicinamento. Nasce insomma una sorta di simultanea
dipendenza quasi al limite del ridicolo, in cui le convinzioni iniziali sul
perché l’amore può disattendere gli obiettivi prefissati, vengono screditati da
dei comportamenti a dir poco inverosimili.
Da qui, fino alla fine, il plot
della storia non riesce più a funzionare. Tutto diventa prevedibile. Talmente
prevedibile che ho quasi sperato che alla fine ci fosse un risvolto della
medaglia e magari visto l’appellativo di “successo mondiale”, le autrici
regalassero un finale a sorpresa.
Ma la sorpresa purtroppo è stata
la conferma che ciò che si presumeva fosse fin dall’inizio, è stato il
risultato stampato in bianco e nero prima della parola “End”.
“Guardo la sua mano protesa nell’aria, tra noi. Desidero
disperatamente toccarlo, sfiorarlo con le dita, dirgli qualcosa che lo riporti
da me – ma per qualche ragione non posso. Non lo faccio. Ho troppa paura.”
Facendo un’accurata analisi posso
affermare che in Flower sono venuti a mancare alcune passaggi importanti per
renderla una storia credibile. Primo fra tutti la coerenza dei personaggi, all'inizio ben delineati. Poi è venuto a mancare il dettaglio introspettivo
dell’evolversi dei loro vissuti e dei loro pensieri, in cui non hanno certo
aiutato i POV solo al femminile, negando al lettore la possibilità di conoscere
e capire alcuni atteggiamenti dei personaggi che a volte sono sembrati
totalmente estranei e senza alcun fondamento reale. Infine la trama della
storia, che pensavo regalasse qualche sorpresa, è risultata invece piuttosto
piatta, banale e già letta, negando al lettore il giusto pathos necessario a
vivere le emozioni che le autrici desideravano trasmettere.
Quando finisco di leggere un libro
che non mi ha convinta, mi rimane sempre un non so che di tristezza, perché
ogni progetto insieme al lavoro compiuto è intenso e faticoso e per questo va
comunque rispettato.
Le storie si sa, sono sempre soggettive, pertanto spero che Flower
possa coinvolgere un lettore nella fascia di età adolescenziale per provare quelle emozioni che a me sono venute
totalmente a mancare.
Tiziana
Posta un commento