Ciao Rumors. Eccoci presenti al BlogTour per il nuovo romanzo di Elizabeth Grey.
Dopo The right man: La brace sotto la cenere eccoci finalmente al seguito The right man - La rivincita disponibile in preorder su tutti gli store online.
Titolo: The right man- La rivincita
Autrice: Elizabeth GreyGenere: Romance Contemporaneo
Casa editrice: Self Publish8ing
Prezzo: € 2,99
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Data di Uscita: 3 Maggio 2017
Sara Campbell ha perso tutto o quasi: non parla più col padre da oltre tre anni, ha divorziato dal marito da più di un anno, è oberata di debiti e ora le è stato sottratto in modo subdolo anche il lavoro e ogni prospettiva di trovarne un altro. Ma Sara non è tipo da arrendersi ed è disposta a tutto pur di difendere la sua reputazione.
Robert è uno degli avvocati più brillanti e meglio pagati di tutta New York, dedica tutto se stesso alla carriera e ha poco tempo per le donne. E poi è convinto di avere ormai capito tutto di loro. Ma se non fosse davvero così e avesse sempre sbagliato? Può l’incontro del tutto imprevisto con Sara rimettere ogni cosa in discussione?
Anche quando si è convinti di aver chiuso col passato, quello può riaffacciarsi senza alcun preavviso, rimescolando le carte. E a quel punto non è più possibile sfuggirgli. L’unica possibilità è affrontarlo.
Robert e Sara si renderanno conto che lottare insieme, fianco a fianco, è molto meglio che farlo da soli. Sarà allora che le loro certezze si sgretoleranno, le loro difese cadranno e le loro vite cambieranno per sempre.
“Ti prego, chiamami Sara…”
“Ok, ma solo se tu mi chiamerai Robert.”
"The right man – La rivincita" è il secondo capitolo della serie "The right man", ma, così come il primo, è autoconclusivo e indipendente. Le vicende di Robert e Sara si svolgono sei anni dopo quelle che hanno visto come protagonisti Samantha, Andrew e Robert in "The right man – La brace sotto la cenere". I due romanzi sono collegati da un filo sottile quanto impalpabile e non c’è alcuna velleità di ingarbugliare il lettore e vincolarlo alla lettura di entrambi i capitoli.
ESTRATTI
“Robert Carter emana un’aura di potere che sarebbe impossibile non notare e che lo rende diverso dagli altri, da tutti gli altri, la sua espressione è decisa, la sua postura autoritaria, perfino il modo in cui la giacca gli cade lungo le spalle ha qualcosa di unico e poi il suo sguardo… È lo sguardo di chi è abituato a vincere, di uno che vince così spesso e da così tanto tempo che non sa nemmeno più cosa sia un pareggio, figurarsi una sconfitta.
Siamo soli, io e Sara. E la cosa non mi piace. Non c’è alcuna buona ragione perché mi debba sentire tanto agitato, lo so, così come so che dovrei pensare a lei solo come a una cliente in difficoltà e che dovrei concentrarmi sul caso e su nient’altro, ma è più dura del previsto. Il suo viso è lo specchio dei suoi pensieri, basta osservarla negli occhi per leggerle dentro, in lei c’è una schiettezza, una genuinità e una purezza che non avevo mai visto prima, in nessuno. Nel corso di questa riunione una miriade di emozioni si sono susseguite, la forza ha ceduto il posto alla fragilità e poi di nuovo l’orgoglio ha ripreso vigore spazzando ogni debolezza, riaccendendo il suo sguardo di una luce così intensa che in un primo momento ho creduto di aver visto male. Possibile ci sia così tanto in lei, mi sono detto? Be’, la risposta è sì. Sara è un concentrato di energie positive, mi basta starle vicino per sentirmi anch’io più forte, per sentirmi capace di tutto.
Me ne resto qui a fissare questa donna incredibile domandandomi cosa avrei fatto io al suo posto se tutti coloro su cui contavo mi avessero abbandonato, lasciandomi a terra, senza un lavoro e senza prospettive, pieno di debiti e con due figli che dipendono interamente da me. Sarei impazzito, ecco cosa sarebbe accaduto, mi sarei sentito perso e avrei annaspato in cerca d’aria. Ma lei no, lei non si è lasciata abbattere. Mai. Quando è stata costretta ad andarsene dalla Robinson, Lee & Smith ha avuto la lucidità di non firmare l’accordo che le hanno proposto, ha raccolto in pochi giorni tutta la documentazione necessaria per fare ricorso e si è mossa per tempo presentando richiesta di gratuito patrocinio, rifiutandosi di regalare inutilmente denaro a un avvocato che con ogni probabilità avrebbe fatto fare tutto a lei e ha istruito una pratica come non ne vedevo da anni. È stata perfetta. Forte, decisa, inarrestabile: perfetta, appunto.
Alla mia destra c’è Robert, ritto e sicuro come non l’ho mai visto prima, il suo volto è una maschera glaciale, adesso ho capito perché tutti lo chiamano Iceman con un misto di rispetto e timore: è inquietante, spaventoso e destabilizzante al tempo stesso e, sebbene sembri imperturbabile, sa essere minaccioso come nessun altro. Ciò che però mi colpisce più di tutto il resto è il suo sguardo all’apparenza distaccato dietro cui si agita un oceano di emozioni controllate a stento che ne delineano la forza in modo ancor più evidente. Se avessi dovuto scegliere io un soprannome per lui, avrei pensato più a qualcosa in grado di richiamare l’immagine di un vulcano sul punto di eruttare, capace di radere al suolo qualunque ostacolo posto sulla sua strada o di un felino acquattato nell’erba in attesa che la sua preda si faccia più vicina, pronto a balzare alla sua gola in ogni momento. La sua freddezza è solo la superficie, ma sotto di essa ardono le fiamme.
È un bacio subito intenso, possessivo, selvaggio. Ci siamo trattenuti troppo a lungo e ora siamo finalmente liberi di prenderci ciò che era nostro fin dal principio. Prima di farmi sopraffare dalla passione della sua lingua contro la mia, delle sue mani che mi sfilano la camicia dai pantaloni e si insinuano al di sotto per graffiarmi la pelle, del suo corpo così meravigliosamente caldo premuto contro il mio, però, decido di rallentare. Non è così che voglio che sia. Non la prima volta. Perciò faccio un lungo respiro e le prendo il viso fra le mani, poi con una leggera pressione lo allontano da me, ma solo il viso perché con il resto del corpo rimango esattamente dove sono, dove voglio essere, incollato a lei. I suoi occhi schizzano nei miei e sotto una superficie fatta di eccitazione e desiderio colgo un’incertezza e una paura che mi straziano. Non voglio parlare, so che la mia voce mi tradirebbe, perciò mi affido ai gesti. Le accarezzo la guancia e le sorrido con dolcezza, poi appoggio la mia fronte alla sua e faccio un altro respiro. Solo allora, quando sento di essermi calmato, riavvicino le mie labbra alle sue. Stavolta la bacio con calma, prendendomi tutto il tempo che ci vuole per gustare in pieno questo momento. Mi muovo sulla sua bocca lentamente, riempiendola di piccoli baci, le sfioro la pelle del volto con delicatezza, respiro il suo profumo a pieni polmoni senza smettere mai di sorridere. Dopo un primo istante di incertezza, anche lei sorride. Le sue mani sulla mia schiena riprendono a muoversi, ma si adattano al ritmo del mio bacio, sono carezze lente e leggere, il che forse è perfino peggio perché sento la pelle incendiarsi in tutti i punti che lei sfiora. Incapace di rimandare oltre, dischiudo le labbra e insinuo la lingua nella sua bocca, ma anche allora mi sforzo di non divorarla, la assaporo, la esploro, la venero, e sì, la amo. Non so come ho fatto a non arrivarci prima. Con un lungo sospiro, la prendo fra le braccia senza staccare le labbra dalle sue, la sollevo e la porto in camera da letto, poi la depongo sulle lenzuola e mi stendo sopra di lei. Anche ora faccio tutto con calma, fin troppa, il mio cuore batte nel petto all’impazzata ribellandosi, chiedendo solo di potersi sfogare, ma è una dolce tortura che accolgo con piacere. Le mie mani esplorano ogni parte di lei, la sfioro, ne percorro la pelle, le accarezzo il viso e i capelli. E non smetto un attimo di baciarla. È come se interrompendo questo contatto temessi di soffocare o, peggio, di lasciarmela scappare. E non potrei più sopportarlo. Sento la stoffa della camicia salire lungo la mia schiena esitante, quasi che Sara non fosse del tutto sicura di cosa io voglia da lei. Un attimo fa era pronta a strapparmi la pelle di dosso come una tigre e ora si muove con la leggerezza di un gattino spaventato. È colpa mia, l’ho confusa e lo so. Ok, ora basta, l’attesa è durata anche troppo. I baci dolci e delicati ce li possiamo scambiare dopo, quando giaceremo sulle lenzuola sfiniti e appagati, ora è giunto il momento di passare all’azione. Staccare le labbra dalle sue richiede uno sforzo, ma è necessario, voglio guardarla negli occhi, voglio che capisca, che capisca sul serio. Le sue palpebre si dischiudono all’improvviso e ancora una volta, l’incertezza del suo sguardo mi trafigge il petto. La guardo con tutta la passione di cui sono capace, artigliando i suoi occhi, affondando in profondità finché non vedo ogni dubbio svanire. A quel punto mi sollevo a sedere, con pochi rapidi gesti mi libero di cravatta, giacca e camicia, dopodiché mi dedico a spogliare lei. Non lo faccio con violenza, certo, ma nemmeno con la calma di prima. Le sfilo la giacca e le sbottono la camicetta e mai in tutto questo distolgo lo sguardo dai suoi occhi. So che dovrei dirle qualcosa ma ho il fondato timore che rovinerei tutto. Le parole, come i baci gentili verranno poi.
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