Titolo: Hero
Autrice: Samantha Young
Genere: Romanzo
Editore: Newton Compton
Prezzo: Ebook 4,99€- Cartaceo 9,90€
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Rumorine,
ho intrapreso questa lettura trattenendo
il respiro sino all’ultima pagina per svariate ragioni.
La serie “On Dublin street” della Young
ha rappresentato il mio imprinting verso l’eterogeneo mondo del Romance: le
vicende di Braden, Joss, Adam ed Ellie rappresentano un ricordo che ancora
accarezza il mio cuore, e non vi nego che sovente mi ritrovo a risfogliare
quelle pagine.
Ed ecco spiegata la ragione dei miei
timori.
Quando mi è stato affidato questo libro,
ho pensato: “sarà in grado di bissare quel groviglio di emozioni, di rubarmi
qualche sospiro, ti tenermi incollata sino all’ultima parola?”
Il fatto che io non abbia posato il Kobo
neanche un istante potrebbe fornirvi una risposta in tal guisa.
Il titolo del romanzo può trarre in
inganno: vi aspettate un cavaliere dall’armatura scintillante, pronto ad
affrontare calamità, mostri o semplicemente un destino avverso solo per trarre
in salvo la sua bella?
Beh, vi sbagliate di grosso.
Caine non è affatto
il supereroe pronto a lanciarsi nel fuoco per salvare l’oggetto delle sue
attenzioni, né il suo mantello è immacolato come nelle favole: è un uomo forgiato dal passato e dal dolore, da
ricordi che alimentano il suo odio, da promesse che ha strappato a se stesso,
dalla caparbietà che lo ha reso un uomo di successo.
Ora non è più il bambino in cerca del
calore di una famiglia. La sua ferrea determinazione lo ha portato a fondare
una banca subito dopo aver terminato il college. Ed oggi, a trentatré anni,
dopo aver diversificato i suoi affari, è un importante amministratore delegato
abituato a prendersi ciò che vuole, quando vuole. I suoi modi affettati nascondono
la sua ambizione; la disperata ricerca di un’organizzazione palesa la sua ferma
volontà di non uscire mai dagli schemi autoimposti se non per allungare la mano
e afferrare ciò che desidera.
Eppure, dietro questa rigidità, si
nasconde un fuoco sopito negli spazi più reconditi dell’anima, ma pronto a
divampare quando l’eco di un cognome si fa spazio nella sua mente.
E tutto ciò che ha costruito, tutto ciò
che è diventato, le fotografie dei volti che ha amato sembrano impallidire
dinnanzi a quel veleno che non è più
etereo: è vivo, è reale, è di fronte a
lui e lo guarda come se potesse accarezzare il suo dolore, come se
conoscesse le sbarre della prigione in cui lui ha rinchiuso l’infanzia di cui è
stato privato, i compromessi a cui è dovuto scendere.
Questo miasma non è più un fantasma ma ha
un volto e, soprattutto, un nome: Alexa
Holland.
Lei irrompe nella sua vita con una
leggerezza che risveglia il suo odio, lo spinge ad alimentare la sua vendetta.
La guarda, sogghigna, si appropria della sua disperazione. Tende la sua mano ad
una resa che, in realtà, diventa uno strumento per perpetrare il suo piano, per
piegarla, per riappropriarsi di quel controllo che ha perso nell’istante in cui
ha incrociato il suo sguardo.
«Mi serve una segretaria
che soddisfi tutti i miei desideri e le mie richieste immediatamente. Non è
cosa facile da trovare… la maggior parte della gente ha una vita privata. Lei
invece è in una situazione disperata, e per come la vedo io, è in debito con me»
Alexa è sola al mondo. Il suo passato
l’ha spezzata e lei sta facendo di tutto per ricomporre quei frammenti di sé
che ha sparpagliato lungo la strada. Riesce a guardare oltre la cortina di
ferro di Caine: capta uno spiraglio di luce, non sa se per intuizione o
desiderio. Eppure decide di cogliere questa opportunità, fermamente decisa a
dimostrargli che, ciò che li divide, in realtà li unisce.
«Nel vedere un dolore che era chiaramente ancora vivo
in lui avevo sentito un soverchiante senso di affinità con quell’uomo. Eravamo
entrambi parti di una tragica eredità»
Caine
e Alexa rappresentano un diverso volto di un dolore che ha la stessa matrice e
che ha dispiegato la medesima portata emotiva.
Ma, ciò che in Caine è diventato cupo livore e chiusura, in Alexa si è
tramutato in speranza, colore, sensibilità e sconfinata comprensione.
Questo gioco di forze dal segno opposto attraversa l’intero
romanzo e vede discendere in campo personaggi
secondari, come la meravigliosa Effie,
che la Young utilizza come strumento per permetterci di conoscere sfaccettature
dei personaggi che ancora ci sfuggono. Persino l’assenza di altre “attori” si tramuta in elemento chiave per la
comprensione della storia.
Questo romanzo segna una notevole evoluzione della
scrittrice rispetto alla serie che l’ha resa nota in Italia. La trama è ben più
complessa, i protagonisti acquistano più dimensioni, lo stile è più fluido ma
il groviglio di sensazioni che animeranno la vostra lettura è il medesimo.
Rabbia, rassegnazione, speranza, voglia di redenzione,
perdono. Perdono: perdonare l’altro, se stessi, il destino, la storia, i
fantasmi, l’ineluttabilità ed il magnetismo che li attrae l’uno verso l’altra come
due falene con la luce.
E, sì, in realtà vi ho mentito. Qui c’è un eroe. Ma non è
Caine.
È
Alexa.
Il Romance, a volte, sembra rispondere ad esigenze di
mercato che tengono solamente conto del target di riferimento. Siamo
prevalentemente noi donne a leggere questa categoria letteraria perciò è la
proiezione dei nostri desideri che vogliamo riconoscere attraverso le pagine
dei romanzi. E chi, se non un uomo alpha, pronto ad attraversare l’inferno a
piedi nudi solo per noi, può farci sospirare?
Vi assicuro che possiamo tranquillamente annoverare anche
Caine nella lista di quegli uomini che popolano i nostri sogni. Ma, con altrettanta
certezza, posso asserire che Alexa non cede affatto il passo al protagonista
maschile.
È indomita, possiede un animo sensibile; il dolore l’ha
distrutta ma non l’ha chiusa al mondo. Lei combatte, non piange, non conosce
l’autocommiserazione nonostante la realtà le ricordi le sue mancanze. Vive la
sua solitudine attraversandola, si accontenta a volte anche di “briciole
emotive” ( non solo da parte di Caine) , pur di perseguire il suo obiettivo.
Lui le ricorda un fardello che ha ingiustamente ereditato ma che è decisa a
scrollarsi dalle spalle. Ha amato profondamente ma è decisa a non dare spazio
alla nemesi storica: andrà persino contro se stessa per non permettere al
destino di ripetersi. Guarda in faccia il dolore e lo accoglie. Lo rende suo e
lo lascia andare.
È
lei la vera eroina. Il desiderio irresistibile di
avvicinarsi a lui e lasciarsi semplicemente consumare dal quel fuoco non mina
la sua volontà, non la rende debole in questa guerra silente. La rende forte, la rende umana. La
rende come noi: pronta ad attraversare l’inferno a piedi nudi per salvarlo,
persino da se stesso.
Perché, parafrasando Oriana Fallaci, essere donna è
un’avventura che richiede tale coraggio, una sfida che non annoia mai.
Ora
comprenderete perché sarà difficile posare il vostro e-reader prima di aver
terminato la lettura.
L’unico appunto che vorrei sollevare riguarda la
“generalità” di alcune scelte narrative che caratterizzano il passato di Caine.
Non ritengo che queste “premesse” possano avere un potere decisionale tale da
condizionare le ombre di un personaggio di un certo calibro.
Ma, nonostante tutto, questo aspetto non inficia
l’andamento del romanzo che vi manterrà incollate alla storia sino all’ultima
pagina.
Xoxo, Nanà
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