Dear Bridget, I want you
Vi Keeland, Penelope Ward
Data uscita: 18 settembre 2017
Lingua: inglese
Cara Bridget,
Sto scrivendo questa lettera perché senza ombra di dubbio non avrò mai il coraggio di dirtelo in faccia.
Quindi, eccomi qua.
Siamo completamente sbagliati l’uno per l'altra. Tu sei una mamma single con la testa sulle spalle. Io sono solo il medico inglese senza pensieri, di passaggio in città e che vive temporaneamente nel tuo garage ristrutturato fino a quando non tornerò in Inghilterra.
Ma veniamo al punto... per qualche maledetta ragione, non posso smettere di pensare a te in modi molto inappropriati.
Ti voglio.
L'unico motivo per cui sto ammettendo tutto questo è perché non credo che questa cosa sia a senso unico. Vedo i tuoi occhi quando mi guardi anche tu. E per quanto volgare possa apparire quando scherzo con te riguardo al sesso, la mia attrazione nei tuoi confronti non è uno scherzo.
Allora, qual è lo scopo di questo messaggio? Immagino che sia un promemoria per ricordati che siamo adulti, che il sesso è sano e naturale e che mi puoi trovare proprio oltre la porta appena attraversata la cucina. Più in particolare, è per farti sapere che io sto lasciando la suddetta porta aperta da ora in poi nel caso qualche volta volessi visitarmi nel bel mezzo della notte.
Senza domande.
Pensaci.
Oppure no.
Qualsiasi cosa sceglierai.
È improbabile anche che io faccia scivolare questa lettera sotto la tua porta dopotutto.
--Simon
Estratto
Ogni volta che pensavo di lasciare la mia stanza, afferravo la foto incorniciata di Ben e la guardavo. La voglia di andare da Simon era così forte; praticamente in un’ora non avevo mai messo giù la foto incorniciata di mio marito defunto. Ero distesa nel mio letto, tenendo in mano la foto di un uomo morto mentre fantasticavo su un altro che era molto vivo e nell'altra stanza. Con la porta aperta e che mi aspettava. C'era una parte nella lettera di Simon che continuavo a leggere e rileggere.
Voglio farti venire. Forte. Voglio che ti perda in me e voglio sentirti gridare il mio nome ancora e ancora mentre scopiamo.
Mentre scopiamo.
Mentre scopiamo.
Ero piuttosto sicura che Ben non avesse mai usato la parola scopare in quel modo. Ma abbiamo mai scopato io e lui? Abbiamo fatto l'amore, certo. La nostra vita sessuale era normale - almeno, credo che fosse normale. Non fraintendetemi, la passione non era più la stessa di quando ci eravamo messi insieme all’inizio. Ma dopo dieci anni, entrambi con un lavoro a tempo pieno e con un bambino da crescere, era normale che il desiderio diminuisse, no?
Mentre scopiamo.
Guardai la foto di mio marito e sospirai. Non abbiamo mai scopato. Neanche all'inizio. E adesso mi sentivo in colpa per quello. Forse avremmo dovuto scopare. Certamente non avevo fatto nulla per indurlo a desiderarmi negli ultimi anni. Era colpa mia se la nostra vita sessuale era diventata noiosa? Adagiai la foto di Ben sul mio cuore e ci posai la mano sopra. Potevo sentire il mio cuore che batteva senza controllo sotto le mie dita.
Chiudendo gli occhi, cercai di far uscire i pensieri su Simon fuori dalla mia mente. Ma senza successo. Visioni del suo corpo duro e scolpito sospeso sopra di me si erano ormai infiltrate nel mio cervello. Perciò, eccomi qua, una madre single di trentatré anni, sdraiata sola nel letto con la foto del marito morto sopra al cuore, mentre immagina di scopare con un altro uomo.
Scopare.
Non fare l'amore.
Ho bisogno di farmi visitare da uno psicologo bravo.
Dopo due ore passate insonni, decisi che l'unico modo per poter dormire un po’ era se avessi tirato fuori tutto quello che provavo. Accendendo la luce, posai delicatamente la foto incorniciata del mio amato Ben sul comodino e poi aprii il cassetto e tirai fuori una penna e un pezzo di carta. Avrei messo per iscritto i miei pensieri per far chiarezza nella mia mente. Non avevo alcuna intenzione di dare la lettera a Simon, perciò non c'era alcun motivo di filtrare ciò che avrei detto.
Caro Simon ...
Traduzione a cura di Vanessa Ceschin per il blog- vietata la riproduzione
Estratto originale
Every time I considered leaving my room, I would grab the framed picture of Ben and stare at it. The urge to go to Simon was so strong; I basically hadn’t put down the framed photo of my deceased husband in an hour. I was lying in my bed, holding a picture of a dead man while fantasizing about one who was very much alive and in the other room. With the door cracked open waiting for me. There was one part of Simon’s note that I just kept reading over and over.
I want to make you come. Hard. I want you to get lost in me and I want to hear you say my name over and over while we fuck.
While we fuck.
While we fuck.
I was pretty sure that Ben had never used the word fuck like that before. Did we even fuck? We made love, sure. Our sex life was normal—at least, I think it was normal. Don’t get me wrong, the passion wasn’t the same as when we first got together. But after ten years, both of us working full time and raising a child, it was normal to have some of the desire dwindle, wasn’t it?
While we fuck.
I looked at the picture of my husband and sighed. We didn’t fuck. Not even in the beginning. And I felt guilty for that now. Maybe we should have been
fucking. I certainly didn’t do anything to entice him to want me the last few years. Was it my fault our sex life had gotten boring? I rested the picture of Ben over my heart and laid my hand over it. I could feel my heart beating out of control beneath my fingers.
Shutting my eyes, I tried to force thoughts of Simon from my mind. But it was no use. Visions of his hard, sculpted body hovering over me had infiltrated my brain. So, here I was, a thirty-three-year-old, single mother lying in my bed all alone with a picture of my dead husband held to my heart while I visualized fucking another man.
Fucking.
Not making love.
I needed my head examined.
After two hours and no sleep in sight, I decided the only way I was going to be able to get any rest was if I got everything I was feeling off of my chest. Flicking on the light, I carefully set the framed photo of my beloved Ben on my nightstand and then opened the drawer and dug out a pen and piece of pretty stationery. I would write down my thoughts to clear my mind. I had no intention of actually giving the letter to Simon, so there was no reason to filter anything I said.
Dear Simon…
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