Titolo: Incendiamo l'anima
Autore: Federica Leva
Editore: Self-publishing
Genere: contemporary romance, con venature thriller e parti hot.
Prezzo ebook: (€ 2,99)
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Alan Campbell aveva tutto:
amanti, amici e una carriera prestigiosa. Ma ha perso ogni cosa per colpa di
una donna. Ora, in lui è rimasto solo il fuoco della vendetta, un marchio che
si è voluto imprimere a fondo anche nella pelle, nei tratti di un drago avvolto
dalle fiamme. Quando incontra Karis, bella e coraggiosa, e sin troppo simile
alla donna che odia, non può fare a meno di volerla distruggere. Ma non può
neppure fingere di non desiderarla, perché impazzisce per la brace che arde nei
suoi occhi, per le movenze sensuali della sua danza e per i suoi segreti.
Ma Karis non è libera, e
non potrà mai essere sua.
Nemmeno se lo vuole con
tutta se stessa.
Tuttavia, giorno dopo giorno,
in uno chalet isolato fra i ghiacci eterni del Chugach
Park, le cose fra loro si fanno sempre più intime e passionali. E terribilmente
complicate. Perché quando un’anima di ghiaccio s’incendia, le conseguenze
possono essere imprevedibili e devastanti.
Anche, e soprattutto, per
l’amore.
«Il fuoco non può bruciare altro fuoco,
strega. E tu sei solo la fiammella di un cerino.»
Ma Alan si sbagliava.
Io sarei stata capace di incendiare la sua
anima… l’anima di un uomo scolpito nel ghiaccio.
UN ESTRATTO HOT
Lasciai che scorresse con la bocca sulla mia
pelle, indugiando fra i seni e sull’ombelico. Mi persi nei suoi baci, nella sua
lingua curiosa e nei denti che mordicchiavano piano, ed ero così ubriaca di lui
che mi accorsi che si era fermato solo quando la sua barba, corta e ispida, mi
graffiò, fra le cosce.
Il fuoco del drago mi avvolse, come in sogno.
E invece di alzarmi e scappare – era volgare, era peccato! – affondai ancor di
più la testa nel cuscino, offrendogli tutto, e sospirai. Lui esitò, forse non
sapeva che cosa fare, bendato com’era, o forse voleva portarmi alla follia e
farmi supplicare ancora. Mi morsi un dito per soffocare un singhiozzo e mi
agitai, ma lui non mi sfiorò neppure. Il desiderio mi sopraffece, e gli occhi
mi bruciarono di disperazione.
«Baciami» lo implorai, e lui rise.
Trionfante. Re e padrone di me, della mia mente fragile, del mio corpo
impazzito per lui. Ma quando mi toccò, non lo fece con prepotenza, come un
vincitore. La sua bocca mi percorse con venerazione, e quello che s’inventò mi
fece esplodere mille soli nella testa.
«Sei dolcissima, strega…» mugolò, affamato.
«Ah, così mi uccidi!»
No, lui stava uccidendo me, e nel modo più
squisito che avessi mai sognato! Abbracciai un cuscino, senza fiato. Allora le
donne provavano quello, quando i loro compagni le adoravano con i baci più
intimi? E riuscivano a sopravvivere all’intensità di quella folle emozione? Fui
percorsa da brividi così accecanti, così insopportabili, che cercai di chiudere
le gambe, ma lui mi obbligò a tenerle spalancate e ad accettare il suo bacio.
Fino in fondo. Un bacio bramoso, rovente.
Mi arresi, completamente, e divenni pura
emozione. Ogni cosa si concentrò in quel bacio, in quel calore che montava come
la marea, e io… ah, sarei potuta svenire, sotto i colpi della sua lingua!
Socchiusi gli occhi e lo vidi fra le mie gambe, i lunghi capelli che mi
solleticavano le cosce, le spalle muscolose che si contraevano, al ritmo del
mio piacere. Per un attimo, la cravatta che gli bendava gli occhi si allentò e
rischiò di cadere, mostrandogli tutto, di me, e a quel pensiero la marea
s’impennò, divenne inarrestabile.
«Oddio» esalai. «È troppo… troppo…»
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