Titolo: Tutto su mio padre
Autrice: Sylvia Kant
Editore: Newton Compton
Genere: Narrativa
Prezzo: € 5,99
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Sandro e Maura sono sposati da circa dieci anni, ma non possono certo definirsi due santi. Tradimenti, differenze sociali e incomprensioni di una storia nata già sbagliata mettono in crisi il loro matrimonio. Solo l’affetto per la figlia Eva è forte e profondo. Ma persino questo sentimento, l’unico per cui riuscire a trovare il modo di non fare della separazione un sanguinoso campo di battaglia diventa, invece, la miccia, il pretesto, il luogo dell’odio che totalizza e tutto spazza via. Una vicenda familiare feroce e appassionante, una guerra in nome dell’amore dove il verbo amare viene coniugato solo all’imperfetto del tempo sprecato e del futuro perduto.
IL LIBRO CI E' STATO DONATO DALLA CASA EDITRICIE
SENZA ALCUNO SCOPO DI LUCRO
LE IMMAGINI USATE NON SONO NOSTRE E NON CI GUADAGNAMO SU ESSE. TUTTI II DIRITTI APPARTENGONO AI PROPRIETARI
Sandro è un padre amorevole, un marito imperfetto, un figlio
rispettoso ma comunque un genitore impeccabile. Maura è una donna rancorosa,
succube di una famiglia d’origine violenta e cafona. Quando la vita
matrimoniale non funziona più i due si separano come la maggior parte delle
coppie sposate italiane. Maura non vuole far nessun tentativo per far cercare
di sanare i cocci, Sandro per lei è l’unico colpevole per aver lasciato il
negozio di famiglia e aver studiato – seppur continuando a fare dei lavoretti
come giardiniere – per il concorso di vigile del fuoco senza poi nemmeno
riuscire nell’intento. E poi l’ha anche tradita e picchiata. Questa manfrina di
bugie la racconta quotidianamente alla loro figlia Eva, alla quale priva sempre
più – in fase pre e post divorzio – di sentirsi col padre al telefono, di
vedersi nemmeno in presenza sua o dei suoi genitori. Così Eva, plagiata da sua
madre, a poco a poco si allontanerà da suo padre fino a non volerlo sentire
più. Peccato che l’unica pecca di Sandro sia stata tradire una donna odiosa e
menzognera che a sua volta l’aveva già tradito e che ha sempre avuto le sue
relazioni extraconiugali.
Durante tutta la battaglia legale Maura si servirà di Eva come scudo e
come arma di ricatto nel modo più ignobile che un essere umano possa inscenare,
e il pover Sandro si troverà vittima di una giustizia
macchinosa che non tutela
abbastanza i diritti del rapporto padre figli, ma soprattutto sarà bersaglio
innocente di tutto il livore che Maura nutre nei suoi confronti, corroborata
fortemente da tutte le recriminazioni e le istigazioni dei nonni materni di
Eva. Dal giorno in cui Maura ha chiesto a Sandro la separazione legale sarà un
susseguirsi di liti, sfuriate, scenate, rimproveri, bugie raccapriccianti,
telefonate senza risposta, giochetti subdoli, macchinazioni infime e squallide.
E causa di tutto il fango sarà naturalmente Maura e le sue menate senza
fondamento ma poste solo a sfoderare cattiveria gratuita.
Concedetemelo: Maura è una rozza, scurrile, ignorante donnicciola di
provincia che ha l’astio di un passato orrendo cucito sul cuore e che per
scrollarselo di dosso riversa sull’ex marito tutte le sue frustrazioni. È una
donna orribile, maligna e crudele. Sandro, al contrario, è la vittima innocua
che subisce per l’amore infinito verso la figlia, per cercare di non spezzare
quel sottile filo che lo tiene legato ancora a lei.
La Kant è stata molto brava a sviscerare il back stage di un divorzio,
scegliendo la strada più diretta ovvero quella di narrare in modo nudo e crudo
la realtà, contestualizzandola egregiamente. Non ci ha risparmiato nulla, ci ha
raccontato senza filtri quello che accade quando un matrimonio finisce senza
consensualità ma con acredine e animosità. Se avete visto i film “Kramer contro
Kramer” e “La guerra dei Roses”, vi sembreranno bazzecole zuccherine rispetto a
tutta l’asprezza che si respira tra le pagine di “Tutto su mio padre”. È un
romanzo duro da digerire per i contenuti, a volte ripetitivi ma forti e
schietti, ma anche per tutta la voglia di prendere a capocciate Maura e
famiglia, e di urlare contro un troppo ingenuo Sandro e una plagiata e
smidollata Eva. Il linguaggio semplice e diretto e a secondo del contesto anche
sboccato e duro ha rafforzato l’asprezza dei contenuti, mentre lo studio meticoloso
del contesto della vicenda narrata l’ha reso ancor più veritiero, seppur crudo.
Come già era successo con la storia di Antony, Silvia Kant si conferma
un’autrice che non va molto per il sottile, ma che imprime alle sue storie
sempre un approccio molto diretto ed intimo, senza mettere sotto il tappeto le
imperfezioni più brutte dell’animo umano.
È una lettura questa che consiglio a tutti, ma anche a quelli più
anticonformisti suggerisco di munirsi di Maloox
perché vi innervosirete statene certi.
Marianna.
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