Titolo: "La Governante"
Autore: Rebecca Quasi
Editore: Dri Editore
Genere: Romance Storico
Formati disponibili: ebook 2.99/ cartaceo 12.99
Uscita: pre-order 18 gennaio/ufficiale 21 gennaio
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“Mi occuperò di vostra figlia meglio che posso, le insegnerò le buone maniere e tutte quelle sciocchezze che servono per affrontare il vasto mondo. E poiché è una donna le insegnerò anche a non fidarsi degli uomini, soprattutto di quelli che hanno una gran parlantina e baciano come Dio comanda.”
Londra 1875
Lord Moncrieff, rimasto vedovo, deve trovare una governante che si occupi di sua figlia. O meglio della figlia di sua moglie, visto che non è certo di essere lui il padre della bambina. Assume la signora Tate, una donna giovane e affascinante, con un passato non proprio cristallino. L'idea di spedire figlia e governante lontano da Londra si rivela, però, poco funzionale all'attrazione che inevitabilmente i due finiscono per provare.
L'autrice:
Dopo lo straordinario successo di “Dita come Farfalle”, sia in termini di vendite ma anche e soprattutto di apprezzamento da parte dei lettori, Rebecca Quasi ci regala il suo attesissimo secondo romanzo storico. Non più Regency ma questa volta in epoca vittoriana.
L’autrice riesce come sempre a connotare i suoi personaggi con maestria, sia dal punto di vista psicologico che emozionale, rendendoli vividi e sfaccettati, interessanti fin dal primo sguardo.
Chi come noi ha amato Dita, proverà le stesse sensazioni in questo secondo interessante lavoro.
Estratti
“Non poteva portarlo una cameriera? Quanti conti girano
con il vassoio per la governante, se i loro rapporti sono quelli che dovrebbero
essere, ovvero niente di personale?!”
“Con voi è impossibile non avere qualcosa di personale,
signora Tate.” replicò lui, “E ora voglio vedervi mangiare.”
Lord Leonard Lennox, conte Moncrieff, ci pensò molto bene
e giunse alla conclusione che la morte della moglie non lo aveva rattristato
affatto.
In senso ampio la morte di una donna di ventinove anni era
un'enorme disgrazia, ma nello specifico la morte di colei che gli aveva reso la
vita un inferno per una decina d'anni, era una liberazione.
Il fatto poi che fosse precipitata dalle scale di un
palazzo in cui si teneva una festa di dubbio gusto, alla quale lui non era
presente (e circa trecento persone potevano confermarlo), era un ulteriore
segno della benevolenza del destino.
A questo si era concesso di pensare il conte di Moncrieff
dopo il funerale di Helen, sua moglie, quando finalmente se ne erano andati
tutti coloro con i quali aveva dovuto sostenere un credibile e ipocrita
contegno compatibile con una grave perdita.
Dunque cosa restava del loro matrimonio?
Sicuramente Penelope, la figlia che Helen aveva avuto. Da
chi?
Forse era addirittura sua.
“Mi occorre una persona che mandi avanti questa casa e si
occupi di una bambina” disse lui cercando di mostrarsi austero quanto lei.
“Vostra figlia?”
“Be' non sono sicurissimo che sia mia figlia. Mia moglie
non era una fanatica della fedeltà coniugale.”
Perché glielo stava dicendo?
Dopotutto sarebbe stata una domestica e alle precedenti
candidate non lo aveva certo fatto presente.
In ogni caso la donna non reagì in nessun modo, rimase
impassibile aspettando che il conte fornisse ulteriori informazioni.
“Avete visto mia figlia.” Non era propriamente una
domanda.
“Sì, è arrivata da poco.”
“Come vi è sembrata?”
“Una bellissima bambina.”
“È identica a sua madre. Difficile dire chi possa essere
il padre, nel suo aspetto non ci sono tracce di nessun altro se non quelle di
Helen.”
La signora Tate era a disagio.
L'etichetta era piuttosto dettagliata e precisa e, per chi
si dava la pena di studiarla, c'erano regole e soluzioni per ogni tipo di
situazione imbarazzante a patto che qualcuno non fosse tanto stupido da
gettarsi volontariamente nei guai con dichiarazioni talmente esplicite che
erano impossibili da ignorare.
“Non ritengo questo dettaglio...” disse la signora Tate
rendendosi conto che il conte esigeva un commento.
“Io non lo considero un dettaglio!” esclamò lui. “Comunque
la bambina ha il mio nome. E mi aspetto che venga trattata con cura e rispetto.
Conoscevate mia moglie?”
“Volete sapere se considero la fedeltà coniugale un
valore? Sì, per me lo è. A dispetto di tutto? Ancora sì. Volete sapere se ho
dei principi morali? Uno solo: non giudicare nessuno. Mi scandalizza il
comportamento di vostra moglie? No. Il vostro? Nemmeno. Volete sapere se io al
posto di vostra moglie mi sarei comportata così? Non lo so. Non ero sposata con
voi, non posso sapere cosa voi l'abbiate spinta a fare e cosa lei ha fatto a
voi. Volete sapere se ho tradito un marito ubriacone sempre al verde? Non l'ho
fatto, ma non perché io sia migliore di vostra moglie. Mi occuperò di vostra
figlia meglio che posso, le insegnerò le buone maniere e tutte quelle sciocchezze
che servono per affrontare il vasto mondo. E poiché è una donna le insegnerò
anche a non fidarsi degli uomini, soprattutto di quelli che hanno una gran
parlantina e baciano come Dio comanda.”
Moncrieff rimase muto con il bicchiere in mano. Poi, dopo
una lunghissima pausa durante la quale non smise di ammirare le scintille negli
occhi della signora Tate, concluse:
“Quindi vostro marito baciava bene...”
“Maledettamente bene, accidenti a lui!”
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