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martedì 12 febbraio 2019

Recensione "Un maledetto lieto fine" di Bianca Marconero

Ciao Rumors. Oggi Giusy GC, ci parlerà del nuovo romanzo di Bianca Marconero, uscito da pochi giorni intitolato Un maledetto lieto fine
Titolo: Un maledetto lieto fine
Autore: Bianca Marconero
Editore: Newton Compton
Genere: New Adult
Prezzo: € 2,99
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Agnese ha diciannove anni, è la figlia di un senatore piuttosto influente e ha ricevuto un’educazione rigida. Le piace disegnare ma ha messo i sogni nel cassetto e si è iscritta a Giurisprudenza. Dopo la morte della madre, ha imparato a nascondere a tutti i suoi veri sentimenti ed è diventata la classica ragazza ricca, perfetta, composta e fredda, ma in realtà piena di insicurezze. Quando la sua incapacità di lasciarsi andare allontana il ragazzo di cui è innamorata da anni, Agnese capisce di avere bisogno di aiuto. Vorrebbe qualcuno che le insegni a essere meno impacciata e Brando, il suo fratellastro appena acquisito, sembra proprio la persona giusta. Lui lavora di notte, suona in una band, e cambia ragazza ogni sera. Peccato che il bacio che i due si scambiano per “prova” sia lontano anni luce da un esercizio senza conseguenze. Così le loro lezioni di seduzione ben presto diventano qualcosa di più… Brando saprà insegnare ad Agnese che la lezione più importante di tutte è abbandonarsi alle emozioni?


IL LIBRO CI È STATO DONATO  DALLA CASA EDITRICE 
 SENZA ALCUNO SCOPO DI LUCRO

LE IMMAGINI USATE NON SONO NOSTRE E NON CI GUADAGNAMO SU ESSE. TUTTI II DIRITTI APPARTENGONO AI PROPRIETARI


Ciao Rumors.
In questo libro viene raccontata la storia di due giovani che si ritrovano contro il loro volere a condividere la quotidianità.

Agnese Altavilla: 19 anni, matricola a giurisprudenza e comportamento composto ed impeccabile. Suo padre, Goffredo Altavilla, è senatore, mentre sua madre, Beatrice Draghi Altavilla, è morta da circa dieci anni lasciandola “nelle mani del padre” che cerca di plasmarla a sua immagine e somiglianza. Goffredo Altavilla è un uomo politico, non ammette errori o colpi di testa, è un uomo severo e molto pratico che non si lascia andare a sentimentalismi o ad emozioni. Dopo la morte della moglie ha sposato un’altra donna, Isabella, che ha 17 anni in meno di lui e che ha un figlio, Brando, che va per i 22 anni e che Agnese subito appella con il soprannome di “debosciato”.
Ci sono due frasi tratte dal libro che descrivono perfettamente la “natura iniziale” di Agnese:
“È la figlia ideale. Brava a scuola, disciplinata, dotata di buonsenso. Ha una ridotta capacità emotiva, ed è altamente addestrata a tenere per sé quello che prova.”
“Forse è a causa del suo carattere inquadrato. Ubbidisce ciecamente a società, convenzioni e a quelle “buone maniere” a cui la gente del suo ambiente”
Agnese si sente schiacciata e oppressa dalle responsabilità e dalle aspettative che le riversa addosso suo padre, ma è più forte la voglia di non deluderlo che quella di vivere la sua vita, quella che sua madre le incoraggiava a far valere e a vivere con passione, non con rassegnazione e priva di emozioni…proprio quello che sta facendo ora che lei non c’è più.
È un’ innocente e inquadrata ragazza che vuole a tutti i costi dimostrare più anni ed esperienza di quelli che realmente ha, principalmente per conquistare il ragazzo che ammira da talmente tanto tempo da averlo ormai idealizzato. Avendo perso la guida che identificava nella madre, si sente persa e sola quindi cerca di bruciare le tappe per diventare quello che gli altri vogliono, non rispettando quello che in realtà è e vorrebbe essere.
“Quindi ho dei familiari, ma non una famiglia che mi possa aiutare”
“Sarei entrata nel mondo degli adulti accompagnata per mano. Non mi ci sarei buttata per esasperazione, frustrazione e curiosità”
La sua vera passione e aspirazione non è quella che dichiara pubblicamente e cioè diventare Magistrato, ma è il disegno e cercare continuamente di decifrare ciò che si nasconde dietro il volto delle persone, di fantasticare sulle loro storie e sulle emozioni che pensa possano provare in quel momento in cui si ferma ad osservarne le espressioni.
L’amore per l’arte e il suo innato talento per il disegno vengono accantonate per seguire i desideri del padre. Goffredo infatti ritiene doveroso perseguire una “vera professione” senza sacrificarla in nome di qualcosa di futile e con importanza marginale che potrebbe svolgere come passatempo.
Brando Serristori, figlio di Isabella, da due anni vive nella casa degli Altavilla. Fuoricorso alla triennale di lettere, suona in un gruppo, gli Urban Knights” composto da altri 3 suoi amici (Spillo, Pier e Giamaica) e lavora in un locale a Trastevere per guadagnare un pò di soldi in vista di una tournée californiana che stanno organizzando con Camilla, la sorella di Pier, che abita in America.
Brando è arrabbiato col mondo intero, combattuto e vincolato nelle scelte a causa della forte responsabilità che nutre nei confronti di una madre che lui vede troppo fragile, sprovveduta e succube di uomini che non la meritano (eccezion fatta per il padre, che ha perso prematuramente a causa di un tumore, e che ha lasciato un profondo vuoto dentro di lui lasciandolo allo sbando) che sente di dover proteggere e consolare nel momento in cui aprirà gli occhi e si renderà conto della realtà per lui fin troppo chiara ma che lei sembra non voler vedere.
“A volte vorrei provare il sollievo di svegliarmi in un mondo in cui nulla è accaduto”
Rimpiazza il dolore con il sesso.
"Il sesso getta un tappeto di oblio sul senso di inadeguatezza con il quale convivo. L’arte di vivere si riassume nella nostra capacità di riempire di scheletri gli armadi" 


Il rapporto tra i due rimane per molto tempo (circa 2 anni) praticamente inesistente. Non si confrontano né parlano quotidianamente. Si ignorano e si tollerano fino al momento in cui Agnese si rivolge a lui per affrontare quello che lei vede come un “blocco”. Agnese ha idealizzato un ragazzo che sogna da anni, Mattia Degli Innocenti, e ciò la porta a chiedere l’aiuto di Brando. È convinta di dover cambiare per piacere agli altri, ignorando ciò che vorrebbe fare davvero. Se fino ad allora i due si mal sopportavano, ora diventano fondamentali l’uno per l’altra e si cercano continuamente illudendosi che ciò sia riconducibile solo al loro accordo ma celando in realtà qualcosa di molto più profondo e forte.
Questo idealizzare e pianificare ogni minimo dettaglio di Agnese, la porta a non vedere la realtà che le è proprio davanti agli occhi cercando a tutti i costi una perfezione che nella vita reale non esiste, ma questa ricerca continua la porterà ad essere stanca di essere sempre perfetta e di fare sempre la cosa giusta desiderando poter anche sbagliare ma seguendo il suo cuore e la sua testa.
“Con i sogni ci si fissa. della realtà ci si innamora.”
“La verità è che una persona vera (…) non è facile da elaborare quanto un amore concettuale. Devi tenere conto degli spigoli, delle delusioni che ti dà, dei gesti che sorprendono, nel bene e nel male. Non è una simulazione a tavolino, in cui costruisci il ragazzo ideale, e immagini ogni fase della vostra favola.”
“La realtà è più sporca, imperfetta. Più magica, anche.”
Brando vede Agnese come inarrivabile a causa del suo status sociale e si sente su un pianeta diametralmente opposto a causa dei loro stili di vita completamente diversi
“Ho desiderato fargli male solo per spartire il dolore che sentivo io. Ma ora mi rendo conto che così non si dimezza. Si moltiplica.”

Non mancano un paio di scene molto forti e strazianti rispetto al resto del libro che portano al limite il pensiero del lettore. 
La frase che più mi ha colpita di tutto il libro è quella che Isabella dice ad Agnese:
“So che non usi i colori, quando disegni", mi dice Isabella. "Ma ti volevo ricordare che esistono".
Meravigliosa secondo me e piena di significato. Spesso ci si limita a guardare il mondo in bianco e nero dimenticandoci dell’immensa varietà di colori che ne fanno parte ma che spesso non riusciamo a vedere. Viene trattato anche l'argomento dell'omosessualità in maniera molto delicata e rispettosa. Se c'è una cosa che proprio mi ha lasciata sbalordita è il finale, ma non posso dirvi altro. Da sbattere la testa contro il muro! 
Il libro è scorrevole, piacevole, interessante. La scrittura direi che è ottima e la storia non è di certo a meno. Ho avuto alcune difficoltà su alcune scene secondo me superflue, ma questo non mi ha impedito di gustarmi fino in fondo il romanzo che mi ha fatto letteralmente impazzire per il finale. 
Consiglio questo libro e vi consiglio anche del malox  perchè ne avrete molto, molto, bisogno.
Giusi GC

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