Titolo: Sognando Bologna
Autore: Riccardo Bassi
Editore: Gilgamesh Edizioni
Genere: Giallo
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All’opera terza, la scrittura di Riccardo Bassi si tinge di mistero. Intrighi polizieschi, strane appari-zioni, incredibili sparizioni e spunti di fantapolitica sono gli ingredienti portanti del suo nuovo ro-manzo con i quali, sullo sfondo di una Bologna carbonara (in odor di carboneria mazziniana e di rock alla Luca Carboni), cucina un piatto tutto italiano, tra Montalbano e Nikita. Non mancano l’amore, la palestra, i motori, le birre e le ragazze facili. Kevin, un belloccio dal passato non facile e dallo spessore piuttosto medio, vive così, insieme ad Alice, agente appartenente a corpi speciali indefiniti, un incubo che dura un libro intero. Sparatorie e gioielli, corruzione e terrorismo, mentori e filantropi. Dalla sua Milano nebbiosa e affumicata, dobbiamo immaginarci un Bassi giallista, diventato sposo e papà nel giro di pochi libri, che scrive questa storia a tratti commovente, ma spesso divertente, so-gnando le colline e le piazze della Grassa e Materna Bologna. E dopo qualche riga eccoci lì, in Piazza Maggiore, dove tra i rumori di sottofondo e la multietnicità dei nuovi residenti, pare di sentire ancora le voci di Dalla e di Carboni cantare insieme.
IL
LIBRO CI È
STATO DONATO DALLA CASA EDITRICE
SENZA
ALCUNO SCOPO DI LUCRO
LE
IMMAGINI USATE NON SONO NOSTRE E NON CI GUADAGNAMO SU ESSE. TUTTI II DIRITTI
APPARTENGONO AI PROPRIETARI
“La Dotta, La Grassa,
La Rossa” sono sufficienti queste tre parole per evocare la città di Bologna
nella mente, cuore e palato del lettore.
Tre parole che
racchiudono magistralmente l’anima ed essenza più profonda di una città dalle
tante e complesse sfumature.
Bologna va vista come
un’affascinante donna quanto allo stesso tempo capricciosa, volubile, scostante
e misteriosa.
Bologna è una città
dove si mescolano piacere, cultura, desiderio
perdizione e rischio.
Era il lontano 1995
quando l’allora esordiente Enrico Brizzi scrisse “Jack Frusciante è uscito dal
gruppo” diventando in poco tempo non soltanto un caso editoriale ma il romanzo
“cult” per più di una generazione.
Un romanzo capace di
far vivere al lettore un’esperienza intesa, emozionante, avvolgente
immedesimandosi nelle vicende sentimentali /esistenziali del giovane Frusciante.
Riccardo Bassi si
cimenta con il suo terzo romanzo “Sognando Bologna” in una storia a metà strada
tra il thriller e romance esistenziale che
non potrà non far scattare nel lettore, seppure con le dovute differenze
narrative e stilistiche, un inevitabile e curioso confronto con il libro di
Brizzi.
La Bologna di Bassi è molto
diversa da quella immaginata da Brizzi, non tanto per la questione temporale,
quanto piuttosto nel raccontare e mostrare come i trentenni d’oggi siano
purtroppo negativamente diversi dai loro coetanei degli anni 90.
Con i primi incapaci d’affrontare
con responsabilità ed efficacia le difficoltà del quotidiano.
Il Jack Frusciante di
Brizzi pur avendo solamente 17 anni
emanava il desiderio e determinazione di fare, conoscere, sperimentare e
soprattutto di mettersi alla prova.
Invece il trentenne
Kevin di Bassi fin dalle prime pagine appare “rassegnato” a vivere una vita ripetitiva
e monotona scandita dal lavoro, palestra e dai rassicuranti giri con l’amata
moto.
Kevin cresciuto dal
bizzarro quanto affettuoso Padre Aristide, si porta dentro di sé le ferite di
un passato doloroso, spingendolo così ad erigere un muro emotivo tra sé ed il
mondo.
Ma allo stesso tempo Kevin corteggia contemporaneamente tre belle quanto diversissime ragazze,
dimostrando una disarmante immaturità anche in campo sentimentale.
All’interno di una
storia dal gusto generazionale e dalla
sfumatura quasi nichilista, l’autore inserisce la tematica thriller o se
preferite spy story, gettando le basi per un soggetto narrativo complessivamente intenso e ricco di colpi scena.
Ma sfortunatamente sviluppato in modo poco chiaro,
lineare e soprattutto risultando frettoloso e poco approfondito nei passaggi
cruciali della storia.
Riccardi Bassi ci mette
cuore, passione e talento nel trasmettere profondità, umanità e fascino ad
Kevin ed agli altri personaggi, ma solamente a tratti i suoi sforzi creativi ed
autoriali si rivelano vincenti.
“Sognando Bologna” è
una lettura gradevole, briosa, a tratti anche avvolgente, pur lasciando nel lettore la sensazione di un potenziale
emotivo e narrativo sfruttato solamente in parte.
Probabilmente se
l’autore avesse profuso una maggiore attenzione
nei dettagli e magari si fosse concesso un’ulteriore riflessione nella
costruzione dell’impianto narrativo probabilmente molte delle criticità
riscontrate oggi sarebbero venute meno.
“Sognando Bologna”, al
di là delle criticità e sensazioni sopracitate, rimane un romanzo di taglio
generazionale che può comunque legittimamente aspirare al titolo di “Jack
Frusciante” 3.0
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