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venerdì 7 ottobre 2016

Recensione: " Tutto in 8 giorni" di Sadie Jane Baldwin

Ciao Rumorsss! Oggi la nostra Nanà, ci parlerà di un nuovo libro dalle sfumature contemporanee targato Butterfly Edizioni uscito a settembre in tutti gli store online, "Tutto in 8 giorni" di Sadie Jane Baldwin.
Titolo : Tutto in otto giorni
Autrice: Sadie Jane Baldwin
Genere: Contemporary Romance
Editore: Butterfly Edizioni
Data d'uscita: 04.09.2016
Prezzo: Ebook € 0,99

Quando nella tua vita le cose più importanti sono una bomboletta di spray anti aggressione e una calibro 38. Quando il tuo unico intento è quello di scappare da chi ti ha tolto tutto, da chi ti ha distrutto la vita, è difficile cedere alla passione, complicato capire se l’uomo che hai appena conosciuto sia quello che ti salverà o colui che ti rovinerà. Ma a Eva, giovane interprete londinese, la vita cambierà in soli otto giorni.
Otto giorni nei quali scoprirà cosa sia l'amore...







Rumorine,
questa volta mi ritrovo a camminare su un terreno delicato perché lo sfondo del romanzo è un tema che mi è particolarmente caro: lo stalking e il suo universo di violenza.
I protagonisti principali della narrazione sono due: Eva Kantik , una giovane interprete russa, schematica, inquadrata, in fuga da un passato che l’ha cambiata profondamente e da un dolore che le ha tolto la sua famiglia, la sua adolescenza, la sua purezza; Matthew Foster, un giovane avvocato dall'animo sensibile che irrompe nella vita della protagonista e la spinge ad uscire fuori dal suo guscio protettivo. Attorno a questa coppia ruotano i protagonisti secondari che nel romanzo svolgono un ruolo importante, tanto da “possedere” un proprio spazio personale costituito da Pov: Fred, capo della centrale della polizia e padre adottivo di Eva; Sam, l’oscuro demone pronto a stanare la sua preda e a fagocitarla.


Dopo aver letto i primi capitoli, improntati su Eva, sul suo modo di “difendersi” dall'universo maschile e di trincearsi dietro una rigida armatura, sul suo scandire ritmi e schemi per esercitare quel controllo che ha perso dieci anni prima, la narrazione (ed Eva, in primis) subisce una celere trasformazione. Da una parte abbiamo una giovane donna, il cui passato devastante incombe come un’ombra pronta a divorarla, ma che comunque riesce ad aprirsi ad un altro uomo in soli otto giorni. In questo breve lasso di tempo Eva si libera della sua armatura, si espone con tutte le sue vulnerabilità e si concede quei piaceri che la violenza le aveva sottratto. E affronta tutto questo con un coraggio disarmante, incredibile…inverosimile. Dall'altra parte abbiamo un giovane avvocato, avvenente e sicuro, che tuttavia sembra perdere ogni tipo di razionalità dinnanzi a questa donna che lo lega a sé come l’edera.


Ciò che sento per lei è qualcosa di speciale che non ho mai osato neanche immaginare.
Perché sento che il mio cuore esige di amarla, perché mi rendo conto che le appartiene già. E perché desidero con tutto me stesso donarle il mio amore”

La metamorfosi della protagonista mi sembra troppo repentina e suscita qualche perplessità. La storia, inoltre, è imbastita con una coralità di Pov che, a mio parere, non aggiungono niente alla trama ma sortiscono come unico effetto confusione da parte di chi legge. Le narrazioni maschili (elucubrazioni, pensieri, gesti, introspezioni, intercalari), inoltre, si declinano come schemi prettamente femminili. E questo, purtroppo, toglie colore allo snodo narrativo.
Un’altra perplessità, più importante a mio avviso, verte sull'argomento trattato come da sinossi: lo stalking e la violenza che permea questo mondo. Ora, so benissimo che i “tempi tecnici” letterari non coincidono con quelli della vita quotidiana e che l’autore a volte è costretto ad operare dei tagli o a “forzare” la narrazione e attuare delle scelte antitetiche per esigenze di scrittura. Però ritengo che, quando si decide di “trattare” argomenti delicati e di una certa rilevanza sociale, non ci si debba perdere in una visione “romanzata” del tema: si deve studiare quella problematica, comprendere gli effetti sulle persone, analizzare tutte le variabili e formulare un messaggio di speranza a cui le persone possono aggrapparsi.
Tutto questo è stato affrontato in maniera forse un po’ leggera dall'autrice e queste anomalie, purtroppo, si riflettono di conseguenza nei dialoghi e nello stesso linguaggio della scrittrice.
Rumorine, questo romanzo, a parer mio, possedeva tutte le carte in regola ma si è perso nei meandri della narrazione e nei suoi ritmi serrati. Se la scrittrice avesse concesso più spazio alle introspezioni, avesse allargato le maglie delle scene per la trasformazione dei personaggi e ne avesse mostrato il loro cambiamento in fieri, credo che il risultato sarebbe stato estremamente diverso. Spero comunque che l’autrice accolga queste mie osservazioni come meri consigli perché ritengo abbia tutte le potenzialità per farcela.
xoxo, Nanà.

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