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mercoledì 30 novembre 2016

3 Tappa del Blog tour " Cronache della stirpe nascosta " di Isabella Vinci

Ciao a tutti Rumors!! Ecco la  TERZA TAPPA del Blog Tour organizzato da Isabella Vinci , per l'uscita del suo nuovo romanzo fantasy intitolato "Cronache della stirpe nascosta" edito Lettere Animate. Nella nostra tappa presenteremo alcuni estratti del libro. Vi ricordiamo che alla fine del tour, verrà estratto il vincitore che si porterà a casa l'ebook.

Titolo: Cronache della stirpe nascosta
Autrice: Isabella Vinci
Genere: Urban Fantasy
Editore: Lettere Animate
Prezzo: 1,99 € Ebook
Le creature che per millenni hanno vissuto segretamente a fianco agli uomini sono ora in pericolo. Perseguitati da un antico nemico, solo Levythan, padre di tutti i mostri, può nasconderli e proteggerli. Per questo Lyse lo libera dopo mille anni di prigionia, non prevedendo la potente attrazione che si scatena tra loro. Nuovi nemici attendono la Stirpe Nascosta, ma anche nuovi alleati. Nathan, ex agente della CIA, accetterà di aiutare Fenny, la Fenice, contro un culto segreto a caccia del potere soprannaturale. E sebbene Nico, l'Unicorno, odi profondamente gli umani, si fiderà di lui per ritrovare Tsukiko, la veggente che lo ha salvato dall'oblio. La Stirpe Nascosta vaga ora tra gli umani sotto mentite spoglie. Chi tra loro ha tradito i propri fratelli e chi invece li ha salvati?

Estratto da Levyathan – Le origini

Nessuna idea.
Nessuna possibilità.
Non c’era via di fuga.
E allora sorrisi. Sorrisi all'ironia della situazione.
Cos'altro c’era da fare in un caso anomalo come in quello in cui mi trovavo?
Dopo mille anni di prigionia nel buio, ero stato liberato. Mille anni anelando alla dolce carezza del sole e dei suoi raggi. E ora che finalmente potevo soddisfare quell'unico desiderio che avevo avuto l’ardire di covare, ora … Morivo a causa sua.
Era quantomeno ironico e meritava un sorriso.
Ad un tratto, nel dolore e nella luce, avvertii il calore. Era un calore particolare, non aggiungeva ferite, anzi, con mia grande sorpresa, le leniva. Era un calore gentile e si diffondeva da un punto impreciso del mio petto.
Con meraviglia crescente mi accorsi che si trattava del luogo dove i comuni mortali custodivano il loro cuore. Il dolore andava scemando, mentre riacquistavo la mia forza originaria.
Sentii uno strano suono, come il rumore di un tamburo e di nuovo la sorpresa dilagò in me: il battito di un cuore. Com’era possibile?
Non avevo un cuore, non lo avevo mai avuto. Per questo ero stato imprigionato.
Tra un battito e l'altro sentii la voce bassa e dolce, che avevo sentito mormorare qualche istante prima di quella che erroneamente ritenevo essere la mia morte. Fu quella voce incredibile a convincermi ad aprire gli occhi, dopo aver ricordato come funzionavano.
- Scusatemi se vi ho disturbato, signore. Necessitavo di voi e ho cercato di rimandare il più lungo possibile il vostro risveglio. Non fraintendetemi, ve ne prego. Semplicemente pensavo che interrompere il vostro riposo non fosse una saggia decisione, soprattutto per la sofferenza che ve ne sarebbe derivata. - La bambina ora taceva.
Ai miei occhi di mostro immortale e millenario, infatti, lei non era altro che una bambina. Una piccola strega, che di certo possedeva un potere inimmaginabile.
Una piccola strega dagli incredibili occhi verde smeraldo. Quello sguardo mi incatenò più della magia.
Mi ricordai di possedere anche la voce, ma quando tentai di parlare, sentii un suono flebile, che non mi apparteneva: -Tu …
Non era la mia voce. Non era la voce terribile, cupa, demoniaca, che ricordavo.
Era un suono rauco, un suono tranquillizzante … Era un suono umano.
Mentre annegavo nello stupore, la bambina dagli occhi verdi sembrò sorridere. Mi incuriosì, dato che ebbi la vaga impressione che non ridesse spesso, non tanto quanto avrebbe dovuto.
Il dubbio si accompagnò d’un tratto alle memorie, che improvvise e vivide mi tornarono a mente.
Mi guardai le mani. Mani umane.
Mi rimbombò nelle orecchie l’incantesimo della strega che mi aveva imprigionato a costo della vita. Un incantesimo per molti mostri innocuo, ma per me una vera maledizione.
Io, nato dalle tenebre dei cuori degli uomini...
Origine e padre di ogni mostro che ne pullulava poi gli incubi ...
Infinite volte chiamato assassino, mangiatore di uomini, demone dell’oscurità …
Io, che odiavo con tutta la mia forza e la mia anima quegli infimi parassiti che avevano permesso la mia sofferenza e follia … Ero divenuto un essere umano.
Guardai di nuovo la bambina, proprio nell’attimo in cui un raggio di sole, non più mio nemico, le sfiorava dolcemente le ciocche di capelli corvini. Notai allora, seppur per un breve istante, che tra quei fili sottili qualcuno risplendeva di un insolito blu intenso.
I miei occhi incontrarono di nuovo i suoi smeraldini: - Tu, bambina … Chi sei?
Lei sussultò nel sentirsi chiamare così e scorsi il lampo d’indignazione che il suo sguardo troppo limpido non poteva nascondere.


Estratto da Phoenix - L'identità

La rabbia non scemava. Diedi un cazzotto sul tavolo metallico e il tonfo risuonò tra le pareti. Rimpiansi la mia palestra privata, dove c'era un sacco da boxe da settanta chili su cui avrei potuto scaricare quella frustrazione. Non era mai un bene quando mi lasciavo travolgere da quello stato d'animo. Non riuscivo mai a contenerlo del tutto.
Sentii la porta aprirsi piano. Non avrei tollerato compagnia in quel momento. Stavo per mandare a quel paese chiunque mi disturbasse, quando la mano delicata di Fenny mi toccò esitante un braccio. Strinsi i denti sentendoli scricchiolare.
- Perdona Nico. Ci sono cose che non sai di lui …
- Non è il caso di rabbonirmi, Fenny. Lascia perdere e vattene di là.
Ma lei, ovviamente, non se ne andò. Mi girò attorno e si mise davanti a me. Dopo che finalmente incontrai i suoi occhi, sembrò quasi spaventata dalla mia rabbia. Bene. Vattene. Vattene via. Non ti avvicinare. Sono pericoloso in modi di cui non hai la benché minima idea.
Eppure rimase lì. La sua espressione divenne decisa.
- Non me ne vado. Non finché non mi dici perché vuoi tenerci lontano dallo scontro.
Inspirai a fondo, cercando di calmarmi. Non ebbi successo. Anzi il suo profumo delicato e caldo mi arrivò alle narici. Invece di calmarmi, la frustrazione e la rabbia si tramutarono in altro. L'adrenalina era una droga pericolosa, lo sapevo bene. Non avrei mai dovuto essere così vicino a lei, quando ancora me ne circolava in abbondanza nelle vene per l'inseguimento.
- Fenny, vattene. Ora.
Forse stavolta non era riuscita a leggere i miei pensieri, gettati come erano nel caos del desiderio e della furia. Non volevo pensare che fosse tanto stupida da averli compresi e comunque non darsela a gambe levate.
- Nathan, voglio sapere perché.
Scossi la testa, cercando di schiarirla. Mi allontanai di scatto da lei e mi voltai, per non averla più sotto gli occhi, sperando così di calmare anche altre mie parti ora iperattive.
- Al momento parlare non è tra le mie priorità. Lasciami in pace. Ho delle cose da fare.
Avevo sottovalutato la ragazza. Mi strattonò un braccio con forza notevole e le finii addosso. Riuscii a frenare la caduta di entrambi, piantando le mani sul tavolo. Quel movimento però la intrappolò tra le mie braccia. Abbassai gli occhi e incontrai i suoi.
Seppi in quell'istante di essere perduto. E lei con me.
Mi chinai su di lei e la baciai con troppa forza. Non potevo essere gentile neppure se volevo. Le sue labbra erano calde. Troppo calde. Aumentavano il fuoco che ardeva in me. Non avevo mai provato niente del genere. La costrinsi ad aprire la bocca, mentre con una mano le avvolgevo i capelli, tirandoli indietro. Con l'altra la strinsi a me. Non aveva vie di fuga. Non sembrava volerne. Mi afferrò la maglietta con forza. Quando la sentii imitare i movimenti della mia lingua con la sua, gemetti. Mi scansai da lei di scatto. I nostri respiri affannati risuonavano nella stanza vuota.
Ci guardammo a lungo senza dire nulla. Le sue labbra erano rosso acceso per i nostri baci. Con un movimento impercettibile allineò in modo perfetto il suo corpo al mio.
Allora imprecai: - Cazzo ...
Lei mi sorprese, infilando le mani tra i miei capelli e tirandomi giù, unendo di nuovo le nostre bocche con la stessa energia di prima. Senza alcuna gentilezza. Stavolta però mi sarei preso il mio tempo. L'avrei gustata con lentezza. Accarezzai la sua schiena, infilando le mani sotto la maglietta. Il contatto diretto con la sua pelle fece rabbrividire entrambi. Le mordicchiai le labbra.
Non riuscivo a smettere di baciarla, maledizione!
Lei si staccò da me di un centimetro. - E allora non farlo.
Che sfacciata! Sapeva almeno a cosa ci avrebbe condotto quel bacio? Ovvio che no!
- Sì che lo so. Smettila di pensare.
- Ho smesso di usare il cervello di sopra dalla prima volta che ti ho visto, Fenny.
- Il cervello di sopra?
- Già. Al momento il sangue circola tutto nei neuroni del cervello di sotto, alimentandone le fantasie.
Rimase interdetta un istante e poi scoppiò a ridere, quando capì il significato delle mie parole. La sua risata risvegliò in parte la mia coscienza, stesa dal primo contatto con le sue labbra. Mi allontanai gradualmente da lei, senza però riuscire a smettere di toccarla. Le tracciavo cerchi sconnessi sulla schiena e quando le accarezzai le scapole, si inarcò con un gemito roco. Mi fermai, incerto sul da farsi. Di nuovo lei mi prese alla sprovvista, salendo sul tavolo e trascinandomi verso di lei. Avvolse le gambe intorno a me e mi strinse a sé, come se volesse inglobarmi.
- Lo so dove ci condurrà questo bacio. Voglio che ci conduca lì. Non ho mai provato niente di così intenso. Da quando ti conosco non faccio che pensare a te, Nathan.
Il suo profumo mi circondava. La parte più morbida di lei si strusciava nel punto in cui ero più sensibile. Le morsi il collo, cercando di contenermi.
- Non dirlo ... Dire certe cose ... Fa male al cuore di un uomo …
Prima che potessi dire o fare altro, un cigolio basso mi mise in allerta. Alzai la testa in tempo per incrociare lo sguardo omicida di Nico. Mi spostai un po' da Fenny, non per paura di quell'idiota arrogante, ma per cercare di riacquistare un minimo di lucidità.
- Fenny, che diamine stai combinando con questo umano?
Il tipo iniziava seriamente a darmi sui nervi. - Vuoi dei disegnini?
Non potevo farci nulla se irritarlo mi veniva così facile.
Fenny non si scompose, rimanendo seduta sul tavolo, con le braccia ancora allacciate dietro al mio collo. Guardò il fratello dritto negli occhi senza alcun imbarazzo. - Sto combinando quello che voglio, Nico. Vattene e lasciaci parlare.
Trattenni a stento una risata. Parlare? Stavamo parlando? Che lingua, esattamente?
Soprattutto considerando che entrambi avevamo la bocca impegnata.
  
Estratto Stralight – Il sogno

Da cosa è composto un sogno?
Da suoni, profumi e colori? Luce e tenebra? O forse sono solo sensazioni ed emozioni?
Che sia un caleidoscopio di tutti questi elementi?
C'era un tempo in cui una simile domanda era per me inconcepibile. C'era un tempo in cui conoscevo questa risposta.
Io ero la risposta.
I sogni sono polvere di stelle. Cristallizzazioni immateriali di una mente reale. I sogni sono l'unica magia che gli sciocchi umani sono ancora in grado di usare, senza neppure esserne consapevoli. Una delle magie più potenti, perché in grado di spalancare i cancelli tra le dimensioni.
E quella dei sogni, Dreamland, era il mio regno.

5 commenti:

  1. Di solito non leggo gli estratti perché mi piace avere il massimo della sorpresa possibile mentre sto leggendo, mi limito a dare qualche occhiata; l'ho fatto anche stavolta, sembra davvero un libro promettente!
    Indirizzo e-mail: hotstorm403@gmail.com

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  2. la trama mi incuriosisce molto adoro il genere fantasy
    partecipo con entusiasmo
    grazie
    dilorenzomarianna07@gmail.com

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  3. bell'estratto. ;) molto carino
    luigi8421@yahoo.it
    Luigi Dinardo

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  4. Belli questi estratti *-* non sono una lettrice che è una fan scatenata del fantasy, ma questo sembra molto intrigante e la lettura è scorrevole cosa che non guasta mai xD
    La mia mail è angel4e_it@hotmail.it

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