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lunedì 20 novembre 2017

Recensione "L'ombra di Ares" di Jennifer L. Armentrout

Ciao Rumors. Nanà oggi ci parla di L'ombra di Ares di Jennifer L. Armentrout. Il 5° ed ultimo capitolo della saga urban fantasy/paranormal romance Covenant edito Harper Collins Italia. .
Titolo: L'ombra di Ares
Serie:  Covenant Series 5#
Autore: Jennifer L. Armentrout
Editore: Harper Collins Italia
Genere: Paranorman Yong adult
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Mentre il mondo dei mortali scivola nel caos, travolto da una guerra in cui divinità, Puri e Mezzosangue si affrontano senza esclusione di colpi, Alex per la prima volta non sa cosa fare. La scioccante sconfitta che ha lasciato sul suo corpo ferite indelebili ha segnato profondamente anche la sua anima, costringendola a dubitare di se stessa e delle sue reali capacità di mettere fine a quell'insensato conflitto una volta per tutte. Come se non bastasse, gli ostacoli che separano lei e Aiden dalla felicità sembrano moltiplicarsi, e l'idea di doversi fidare di un nemico letale per scendere ancora una volta negli Inferi e liberare uno degli dei più potenti e pericolosi di tutti i tempi è a dir poco destabilizzante. Ma la resa dei conti è ormai imminente, e Alex sa che sarà messa di fronte a una scelta terribile: la distruzione di tutto ciò che ha di più caro... o la propria fine.
"Si dice che quando la vita ti dà dei limoni,
puoi sempre farci una limonata.
Ma quando ti manda un dio incazzato nero deciso a farti fuori,
meglio se ti prepari per la guerra e speri nel paradiso."

La nostra Alex, all’indomani dello scontro con Ares, si ritrova letteralmente a pezzi. Riesce a sopravvivere solo attraverso l’aiuto di Apollo ma qualcosa dentro lei è morto. È come vuota e le uniche due emozioni che riesce a percepire sono paura e dolore. Non avverte l’ineluttabilità di un destino già scritto prima della sua nascita. Ogni sensazione è come ovattata in una sorta di stand-by emotivo. Affronta le avversità imperturbabile, come un automa, arrivando a compiere scelte con una freddezza glaciale che mette tutti in uno stato di allerta perché il ricordo della trasformazione di Alex è ancora molto vivido nella mente dei suoi amici. Ma ecco che Apollo, ancora una volta, riesce a liberarla da questa trance e la nostra protagonista si ritrova a sorreggere il peso del mondo in un secondo. Un mondo che non le ha risparmiato sofferenza, dolore e perdite tali da lasciarla senza respiro, paralizzata da un atroce strazio che ha trafitto il marcio che covava nell’anima.
“I singhiozzi mi sgorgavano dal profondo, da quel luogo oscuro e marcio che mi era cresciuto dentro quando Ares mi aveva spezzato le ossa”

Eppure, nonostante il fardello che grava sulle sue spalle, Alex riesce ad affrontare la sfida più importante della sua vita perché il futuro del mondo intero è nelle sue mani. Non può eludere il cammino che il destino ha già tracciato per lei. O, meglio, non vuole più scappare.
E questa decisione comporta inevitabili conseguenze che cambieranno per sempre non solo la sua esistenza ma soprattutto quella delle persone a lei più vicine.
Non è affatto semplice realizzare una serie di tal genere mantenendo un ritmo incalzante, creando un teatro di personaggi, primari e secondari, che si muovono talvolta parallelamente, altre in maniera asincrona, e attribuendo ad ognuno di essi una valenza cruciale per lo sviluppo dell’intreccio narrativo. Il tutto condito da uno humor unico che riesce ad inserirsi persino nelle scene più drammatiche e ad amalgamarsi ad elementi mitologici e a dialoghi serrati. Immaginare Persefone ed Ade impegnati in una partita all’ Xbox mentre il mondo lì fuori sta crollando, non è una licenza che si può concedere ad ogni penna. E che dire di Apollo che, con le sue apparizioni, riesce ad effettuare un ottimo controllo sulle nascite?  Un’orda di Dei scende in campo, ognuno con le proprie connotazioni, ognuno arricchito di elementi comportamentali cuciti addosso in maniera magistrale dalla Armentrout.

«Tutto a posto» rispose Apollo, rivolgendo a Seth un sorriso letale, di quelli che ti fanno correre a mettere in salvo i bambini. «Quando meno te l’aspetti, ti trasformerò in un fiore rosa che odora di piscio di gatto.»

Devo cospargermi il capo di cenere e chiedere venia per il mio scetticismo iniziale. Reduce da una scorpacciata a suon di Dark e Lux Series, mi sono approcciata alla serie Covenant , che ricordiamo essere antecedente alle altre produzioni della Armentrout, quasi con distacco mal celato. Eppure, libro dopo libro, questa saga ha saputo conquistarmi totalmente soprattutto con l’episodio finale che, a mio avviso, è il migliore dell’intera serie. Quasi 400 pagine di azione, drammaticità, bisogno, amore, suspense, disperazione, elaborazione e resa sviluppate con un approccio cinematografico.

«È stato un gesto incredibilmente coraggioso, degno di te… ma se fai di nuovo una cosa del genere, ti strozzo. Con tanto amore, ovviamente.»

Nessuna pausa è concessa ai protagonisti come al lettore. Si è risucchiati in questo vortice narrativo senza aver neppure la facoltà di respirare, riflettere o prevedere ciò che faranno i personaggi.

«In alcuni momenti avrei voluto soltanto rintanarmi in un angolino.
Ma ero una combattente nata e avrei lottato. Era quello che ero nel profondo.»

Una delle caratteristiche che rende la Armentrout una scrittrice unica, in aggiunta alla sorprendente capacità di dedicarsi a diversi generi letterari, è il dono di realizzare percorsi evolutivi caratteriali non solo per i protagonisti principali ma soprattutto per quelli secondari. Nella serie Covenant assistiamo, infatti, ad una lenta ma inesorabile progressione di Alex, Aiden, Seth (beh, lui meriterebbe una recensione a parte) e di tutti gli altri personaggi della “Fighissima Armata” che colorano queste pagine: Lea, Olivia, Caleb, Deacon, Marcus.
  
«Il mio cuore sussultò. «Sì.»
Chissà a che cosa stavo dicendo di sì. A qualunque cosa, a quel punto. Affrontare i daimon nuda, a colpi di karate? Certo. Risolvere delle funzioni di trigonometria per puro divertimento? Okay. Finché continuava a baciarmi, a chiamarmi agapi mou e a toccarmi, avrei detto sì a un sacco di cose. Peccato che non avessimo usato quel metodo quand’ero ancora a scuola. I suoi baci sarebbero stati un fantastico incentivo a studiare.»

Il rapporto più emblematico è data dall’equazione Alex/Seth. È un legame unico, una corda invisibile li lega. Persino quando gli unici sentimenti che divorano le loro anime sono prettamente ostili, riescono ad esistere l’una ai margini della coscienza dell’altro. Sono irrequieti ma svegli. Sono uguali.
Ed entrambi sanno che devono distruggere l’altra metà di questa equazione per non capitolare.

«Lo odiavo per quello che era diventato e per quello che aveva permesso che succedesse, e lo odiavo anche perché in fondo continuavo a volergli bene, perché lui era una parte di me… una parte che mi si era rivoltata contro come un serpente velenoso.»

Ma non disperate, Rumorine, avremo modo di redimere Seth in questo ultimo capitolo proprio come ameremo, se è possibile, ancora di più il nostro Aiden.

«Mi dava forza quando ne avevo bisogno, era l’amico che riusciva a calmarmi con le parole, mi trattava da pari in un mondo in cui per legge sarei sempre stata inferiore a lui, e giuro sugli dei che era l’amore della mia vita.
E mi avrebbe aspettata per sempre, proprio come io avrei aspettato lui per l’eternità, e anche per un giorno in più.»

Perdonatemi se sono stata troppo prolissa… ho cercato di contenere il mio entusiasmo e volutamente ho omesso determinati particolari per evitare di rovinarvi la “sorpresa”.
Concedetemi, però, di chiosare con le parole della stessa Armentrout che ci preparano allo spin- off, la serie Titan, che presto arriverà in Italia.

«È stato un vero onore fare questo viaggio con voi. Potrà anche essere la fine del percorso di Alex, ma si sa… le storie non finiscono mai davvero.»

Xoxo, Nanà

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