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giovedì 11 novembre 2021

Recensione "Come Fuoco sulla Pioggia" di Alessia Litta

Ciao Rumors. Oggi la nostra Mariaelena, ci parla del nuovo romance in Self Publishing, intitolato Come Fuoco sulla Pioggia di Alessia Litta. Uscito il 9 Novembre.
 
 
Titolo: Come Fuoco sulla Pioggia
Autore: Alessia Litta
Editore: Self Publishing
Genere: Romance
Data di uscita: 9 Novembre 2021
 
Luc Duval non ama le complicazioni e vive la sua vita con una leggerezza che i suoi fratelli non sempre approvano. In amore fa lo stesso. Seduce, conquista, ma non concede più di tre appuntamenti. Non si innamora e non vuole mettere radici. Ed è contento così.
Fino a quando Greta Busson non torna a Saint-Valloire.
Lui e Greta si sono appena parlati in passato, ma di una cosa Luc è certo: Greta lo detesta e, se potesse, lo farebbe sparire dalla faccia della Terra. Lui stesso non ha simpatia per quello scricciolo di donna sempre vestito di nero, incapace di sorridere.
Eppure il ritorno di Greta a Saint-Valloire non sembra casuale, qualcosa si nasconde dietro gli strani comportamenti della ragazza.
Luc non vorrebbe farsi coinvolgere, ma saprà resistere al richiamo di quegli occhi gelidi come una pioggia invernale?

NOTA: “Come Fuoco sulla Pioggia” è il secondo volume della serie dedicata ai tre fratelli Duval.
Ogni volume è autoconclusivo e può essere letto separatamente, ma per comprendere tutti i riferimenti (i personaggi sono ricorrenti), si consiglia di seguire l’ordine di pubblicazione.
La serie è così composta:
1) “La Notte su di noi”
2) “Come Fuoco sulla Pioggia”
3) Di prossima pubblicazione
 
IL LIBRO CI È STATO DONATO  DALLA STESSA AUTRICE
 SENZA ALCUNO SCOPO DI LUCRO

LE IMMAGINI USATE NON SONO NOSTRE E NON CI GUADAGNAMO SU ESSE. TUTTI II DIRITTI APPARTENGONO AI PROPRIETARI


Eccomi Rumors,
oggi vi tengo compagnia parlandovi dell’ultimo libro di Alessia Litta “Come Fuoco sulla Pioggia”, un libro che ho voluto fortemente perché questa autrice l’ho scoperta circa otto mesi fa, quando la mia avventura con il blog è iniziata, diciamo che è stata la mia madrina con La Notte su di Noi, il primo volume di questa serie. La mia emozione è tanta e anche l’agitazione perché, avendo richiesto io questa recensione, devo assolutamente fare bene e non deludere nessuno, in primis l’autrice. Alessia Litta mi rende questo compito piacevole, perché avere a che fare con le sue storie è qualcosa che non si può spiegare.

Quindi sono pronta e torno molto volentieri nelle valli sconfinate e nei paesaggi mozzafiato di Saint-Valloire, in Francia, e alla vicenda dei carissimi fratelli Duval. Li ritroviamo tutti, Adrien con la sua Daphne, Raoul, Julia, Chloé, Zia Louise, con i loro pregi e i loro difetti….ma i protagonisti indiscussi di questo capitolo sono Luc Duval e Greta Busson: lui il più eccentrico dei tre fratelli, lei la taciturna migliore amica di Daphne. Che ci azzeccano due come loro? Molto anzi moltissimo, ve lo posso assicurare. Sono i classici opposti che si attraggono, due che non vedresti mai insieme, due che si odiano talmente tanto per poi arrivare ad amarsi troppo.
Luc è ex campione di Taekwondo ed insegna nella propria palestra, è spavaldo, scapestrato, sicuro di sé, bello da far paura e consapevole dell’ascendente che ha sulle donne, non ama i legami, non sono fatti per lui. Da quando i suoi genitori sono morti, disgrazia avvenuta troppo presto, non vuole affezionarsi a nessuno per paura di perdere ancora qualcuno a cui tiene e di conseguenza soffrirne. Quindi meglio relazioni lampo che non implicano il cuore: tre appuntamenti al massimo e poi cambia compagna di giostra.
Greta è un’ex hacker, originaria della Normandia, vive e lavora a Parigi ma non è soddisfatta di quello che fa. E’ chiusa, poco socievole, lingua tagliente e risposta pronta, solitaria e non ama la confusione, ai sentimenti dà poca importanza, le ferite che si porta dentro l’hanno segnata troppo, meglio proteggersi dal dolore chiudendosi a riccio. In fondo da sola sta bene, perché doversi complicare la vita con un partner, se poi è uno come Duval, meglio stare alla larga mettendo chilometri e chilometri di distanza.
Insomma che dire, due bei soggetti che, inevitabilmente, verranno a cozzare tra di loro.
Greta torna a Saint-Valloire quando la sua vita a Parigi non è più sicura e per precauzione decide di allontanarsi. Quando Luc se la ritrova davanti ne rimane indispettito. L’ostilità tra i due si riaccende e la tensione è alle stelle.

Il cerbero amico di Daphne era tornato a Saint-Valloire. «Greta!» esclamò allora Julia, correndo ad abbracciarla. Chloé e Raoul le raggiunsero unendosi ai saluti. Lui restò dov’era. Era dalle vacanze di Natale che non vedeva Greta Busson, pochi giorni in cui si erano ritrovati a incrociarsi e a scambiare appena qualche parola, raramente cordiale. Non si piacevano e non ne facevano mistero. Lei lo considerava uno scimmione ignorante e maschilista, lui la riteneva rigida come un palo e troppo incazzosa.

A suon di battute al vetriolo, sguardi di ammonizione e indifferenza reciproca, i due vengono inevitabilmente a frequentarsi. Non era certo colpa loro se Adrien e Daphne si erano innamorati, come non era colpa loro trovarsi a vivere le stesse esperienze un po’ troppo di frequente.
Gli occhi azzurri e turbolenti di Luc si incrociano troppo spesso con gli occhi di ghiaccio di Greta, e qualcosa scatta, qualcosa cambia, perché la gelida ex hacker ha un peso sul cuore, un segreto, che allo sguardo attento di Duval non sfugge. Sarà pure un dongiovanni, ma se qualcosa scatta, da quel qualcosa non si sfugge, Luc lo sa come sa che in Greta c’è tutto un mondo da scoprire, un mondo in cui non sarà semplice entrare.

Per qualche momento rimase a scrutare l’esterno, come se si fosse assentata, ma le sopracciglia erano corrugate e il viso era teso. Poi, forse sentendosi osservata, tornò a voltarsi. I loro occhi si incrociarono per un istante e Luc fu colto da un attimo di esitazione. L’espressione era la solita di Greta, seria, impenetrabile, indifferente al mondo. Eppure stavolta sembrava esserci qualcosa in fondo a quegli occhi grigi, una luce turbata che non le aveva mai visto prima.


Stando a Saint-Valloire, Greta poco per volta si rende conto di quante cose le mancano nella sua vita a Parigi, di quanto sia sola e di quanto non abbia più aspirazioni. La sua corazza inizia a vacillare e i ricordi del passato riaffiorano nella mente, ritrovando quegli attimi di felicità che non torneranno mai più, ricordando le persone care che sono mancate, persone che erano il suo pilastro e che hanno lasciato un vuoto incolmabile.

I cavalli erano stati gli unici amici della sua infanzia. Cresciuta in campagna, con la sola compagnia di sua madre e sua nonna, sulle infinite spiagge della Normandia aveva cavalcato ore e ore, il vento umido sul viso e gli odori portati dal mare. I cavalli erano stati l’unico mondo in cui si era sentita a suo agio, l’unico in grado di accettarla. Ma quel mondo non esisteva più ormai, lei aveva dovuto lasciarlo indietro.

Come Luc, anche Greta stava iniziando a sentire qualcosa verso di lui, anche se quando lo incontrava finiva con il discuterci, la tensione era palpabile, non era odio, non era indifferenza, non più, era attrazione potente ed infuocata. Difficile da accettare per Greta, ma alzare muri come al solito non sarebbe servito, non questa volta. I primi contatti tra i due mandano il cervello in tilt e il cuore in fibrillazione.

Lui l’aveva stretta, costringendo i loro corpi ad aderire, e poi aveva serrato, imprigionandola, per impedirle di allontanarsi. Lei si era tesa in un modo impossibile a quel contatto, ma non era stato per il solito fastidio che provava quando qualcuno la toccava– era sempre molto attenta al suo spazio vitale ed era raro che permettesse agli estranei anche solo di sfiorarla– era stato più il brivido inatteso che si era sprigionato e poi propagato per tutta la spina dorsale.

Per Greta è sempre stato tutto difficile, fin dalla sua infanzia ha dovuto lottare contro ciò che nella sua vita andava storto, ha sofferto per la mancanza di un padre anche se, orgogliosa com’è, non lo avrebbe mai ammesso. E’ sempre stata strana fin dall’adolescenza, una nerd schiva e silenziosa, presa spesso di mira. Erano tre le persone importanti della sua vita: la madre, la nonna e Daphne. E adesso che gli era rimasta solo la sua amica, spesso si sentiva sola e si chiedeva per quanto sarebbe riuscita ancora a sopportare una situazione del genere. L’armatura che si era cucita addosso la proteggeva dalle cattiverie e dal dolore, non poteva fare altrimenti se non voleva crollare e per questo Luc non poteva darle torto. Anche lui si era chiuso nella sua bolla, anche lui si difendeva da eventuali sofferenze. Questa cosa che avevano in comune affascinava Luc, sempre più deciso a conoscere la vera Greta.

Perché quella che Greta mostrava non era indifferenza. Greta si difendeva, si proteggeva dal mondo, facendosi scivolare via di dosso tutto quanto, o lasciando credere che fosse così. Era una corazza protettiva che conosceva bene, perché lui stesso ne indossava una altrettanto efficace.

Greta osservava il buio, di nuovo con quello sguardo lontano che ogni tanto intravedeva in lei. Uno sguardo che aveva il potere di accendere qualcosa dentro di lui, che lo spingeva ad avvicinarsi, quasi a volerle sussurrare che non doveva preoccuparsi perché tutto andava bene. Come poteva cambiare in quel modo? Come poteva essere capace di gelare con una semplice occhiata, e poi apparire così fragile da suscitare quel senso di protezione?


Quando il passato di Greta bussa alla sua porta per presentargli il conto, Luc non può fare a meno di proteggerla a modo suo, anche se lei non fosse stata d’accordo, lui per lei ci sarebbe stato da quel momento in poi e per sempre, se glielo avesse concesso. Greta dovrà tornare in Normandia e scontrarsi con chi non l’ha mai voluta, con chi l’ha allontanata, con chi, ancora una volta, vorrà farle del male. E Luc non può fare altro che andare con lei, perché la gelida hacker è sì una donna tutta d’un pezzo, ma avrebbe potuto sgretolarsi da un momento all’altro e lui sarebbe stato lì a raccoglierne i pezzi e a sostenerla nella sua battaglia. Il filo invisibile che ormai lega Luc e Greta diventa sempre più spesso, sempre più resistente, anche se tutto questo fa paura, anche se il terreno sotto i piedi vacilla, anche se il cuore già martoriato potrebbe distruggersi ancora di più.
 
La rabbia rischiò di sommergerlo. Una rabbia cieca per quelli che avevano costretto Greta a difendersi e a perdere fiducia negli altri. Ma poi la necessità di proteggere quel piccolo folletto raccolto su di lui, divenne l’unica cosa che contasse. Perché Greta era la priorità ora. Greta che fuggiva le emozioni. Greta che aveva scelto l’indifferenza al mondo per sopravvivere al dolore.


Greta si accorgerà ben presto che forse restare a Saint-Valloire non era così male, ormai capiva perché Daphne era rimasta lì, certo il motivo principale era il suo bel capitano, ma in quella cittadina ci si sentiva a casa come parte di una grande famiglia. Una famiglia che a Greta, inconsapevolmente, serviva, amici e persone care che potevano riempire il vuoto che si portava dentro da tutta una vita. E in quel vuoto ci entrava anche Luc, perché, frequentandolo e conoscendolo, sotto la sua facciata, in realtà non era così male, era tutto tranne che superficiale e come lei, aveva bisogno di amare ed essere amato. Ma loro sarebbero stati capaci di amare ancora? Si sarebbero rimessi di nuovo in gioco? Quando la passione esplode e arrivano a viversi totalmente, fisicamente e mentalmente, il campanello d’allarme dentro di loro scatta e il terrore ha la meglio su tutto: scappano, si allontanano, perché affrontare tutto quello che stava succedendo tra loro era troppo da sopportare, troppo da vivere, troppo da metabolizzare. Greta dentro di sé è sempre stata tanto insicura, soprattutto negli affetti, e Luc non era da meno.

Quella voglia di tenerezza, quel desiderio di ridere insieme, quella commozione che non voleva abbandonarla, non c’entravano niente con un incontro occasionale. Si era vestita velocemente ed era scappata. Sì, scappata. Per evitare a entrambi l’imbarazzo di svegliarsi nello stesso letto e dover dire qualcosa. Cosa le stava succedendo? Quello che stava provando era sbagliato. Lei era una delle tante. Una che lo aveva ignorato e che quindi aveva acceso il suo interesse. Una che era diventata una sfida da vincere.

Greta non meritava uno come lui. Greta non meritava qualcun altro che la facesse soffrire e che le incasinasse la vita. Perché non c’era rimedio a quello: lui non avrebbe mai potuto ricambiare nessun sentimento. Lui non si sarebbe innamorato mai. L’aveva promesso vent’anni prima sulla tomba dei suoi genitori, che non avrebbe più sofferto a quel modo. Doveva chiudere con Greta. Chiudere con quell’attrazione insensata per lei. Chiudere con quel bisogno folle che sentiva e che sembrava non spegnersi mai.


E’ più facile fuggire di fronte alle difficoltà, è più facile stare alla larga dalle tentazioni, è più facile non avere legami e non affezionarsi ….. Luc e Greta ne passeranno tante e tante cose verranno a galla prima che possano veramente lasciarsi andare, prima che possano riscoprire l’amore vero e potente, l’amore che sconquassa l’anima e ti fa andare in tilt il cervello. Nel loro caso resterà solo un dubbio da dissipare: rischiare o non rischiare? Chissà cosa decideranno quando la loro vita sarà di nuovo messa in pericolo…..
Come Fuoco sulla Pioggia è stata una lettura piacevole, fantastica, una storia dove ho trovato tutto, amore, passione, amicizia, famiglia, protezione, perdono, paura, dolore, discriminazione, cattiveria. Il primo volume mi era piaciuto, ma questo mi ha letteralmente incantato e incatenato dalla prima all’ultima parola. Alessia Litta ha un modo di scrivere coinvolgente ed appassionante, preciso, pulito, distinto, ricercato e scorrevole. Mi sono sentita quasi cullata dalla storia di Luc e Greta perché, anche se la vicenda è ben condita da colpi di scena, tensione e momenti anche divertenti, il loro sentimento nasce dal nulla, a piccole dosi, poco per volta cresce e si alimenta, per arrivare alla fine ad esplodere come un vulcano in piena eruzione. Ho apprezzato tanto il personaggio di Luc, anche il fratello Duval di mezzo è riuscito a farsi voler bene, dietro allo sguardo furbo nasconde tanta tenerezza e tanta affidabilità; il suo senso di protezione verso Greta, verso la sua “bambina”, come la definisce lui più volte, è smisurato e ammirevole. Greta, che dire di lei, il suo essere così chiusa l’ho capito e rispettato, chi ha già sofferto tanto vuole solo che non succeda più, vuole solo rimanere stabile sulle sue gambe e non crollare. E ho fatto sempre il tifo per lei, perché nel suo profondo ha tanto da dare, tanto cuore e tanta anima anche se a volte non sa come si fa. Il modo che ha di battibeccare con Luc è esilarante e adorabile allo stesso tempo. E come dimenticare la descrizione dei paesaggi e dei luoghi che fanno da sfondo alla vicenda, con le parole di Alessia è stato come essere fisicamente in quei posti meravigliosi.
Grazie al blog che ancora una volta ha soddisfatto una mia richiesta e grazie ad Alessia Litta che ha saputo scaldarmi tanto il cuore con questa speciale storia.
Adesso non mi resta che aspettare il terzo fratello Duval, Raoul ti sveglierai dal tuo torpore prima o poi?!?! Una certa signorina è stanca di aspettare, sai?! Facci sognare ancora Alessia, non chiediamo altro, facci tornare presto alle vicende di questa variegata famiglia.
Buona lettura a tutti e alla prossima.

Mariaelena

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