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venerdì 12 novembre 2021

Review Tour: Recensione "Taste me" di Chiara Cavini Benedetti

Ciao Rumors. Oggi per il Review Tour, la nostra Mariaelena, ci parla del nuovo romance in Self Publishing, intitolato Taste me di Chiara Cavini Benedetti. Uscito il 5 Novembre.

 
Titolo: Taste me
Autore: Chiara Cavini Benedetti
Editore: Self Publishing
Genere: Forbidden/age gap
Data di uscita: 5 Novembre 2021
 
 
Rayden Wade è la perfezione racchiusa in una giacca da chef.
Bellissimo. Determinato. Capace di far tremare chiunque con un unico sguardo.
E fa tremare me. Ogni volta che mi parla, che mi sfiora, o anche solo che respira.

So che non dovrei volerlo. So che dovrei stare lontana da lui e dall’oscurità racchiusa nei suoi occhi. Proprio come so che, se scoprisse ciò che nascondo, non mi guarderebbe più nello stesso modo.

Ma non sono l’unica ad avere dei segreti, e quelli di Rayden sono molto più pericolosi dei miei.

Un bravo chef dovrebbe saper gestire il fuoco, ma quello che tormenta la vita di Rayden lo sta divorando. E se non posso salvarlo dalle fiamme... brucerò con lui.

«Continui a giocare con il fuoco, ragazzina.»
«Perché voglio bruciarmi.Bruciami, chef.»

IL LIBRO CI È STATO DONATO  DALLA STESSA AUTRICE
 SENZA ALCUNO SCOPO DI LUCRO

LE IMMAGINI USATE NON SONO NOSTRE E NON CI GUADAGNAMO SU ESSE. TUTTI II DIRITTI APPARTENGONO AI PROPRIETARI

 
Bentrovati Rumors,
Chiara Cavini Benedetti arriva con la pubblicazione di un nuovo libro ed io sono subito pronta e felice di fare il mio dovere di lettrice, come oggi, che ho l’immenso piacere di occuparmi della recensione di Taste Me. Per chi come me conosce Chiara e la sua penna, sappiate che con questa storia è uscita un po’ dai suoi schemi, dalla sua cosiddetta comfort zone, per stupirci con effetti speciali e ha fatto il botto regalandoci emozioni di fuoco. Vi dico solo che basta il prologo di questo libro per rimanere a bocca aperta, come se improvvisamente vi fosse stato gettato addosso un secchio di acqua ghiacciata, giusto per farvi capire che per procedere con la lettura è bene fare un respiro profondo e cercare di mantenere i nervi saldi e le lacrime al loro posto. 

I protagonisti, all’apparenza, sembrano agli antipodi, ma si riscopriranno in realtà molto simili.
Lei è Avery Shaw, 18 anni, all’ultimo anno di liceo, vive spensierata a Boston con il padre, il suo pilastro, ha perso la madre quando era molto piccola, è solare, gentile, tenace e caparbia. Ha la fortuna di avere dei migliori amici speciali che le sono sempre vicino: Mandy, Trent e Wes. Ma basta una distrazione, che il destino crudele decide di distruggere ulteriormente la sua precaria stabilità, lasciandola tramortita ed in balia degli eventi. Quella che si abbatte su Avery è una vera e propria catastrofe.
Lui è Rayden Wade, 28 anni, famoso chef, con un passato scomodo e particolarmente oscuro, i suoi amici, se si possono definire tali, sono la sua brigata, la sua famiglia è molto anzi decisamente complicata. Ha vissuto un’infanzia infelice e dolorosa, ma crescendo è riuscito a riscattarsi e a raggiungere i propri obbiettivi affermandosi nel lavoro dei suoi sogni. Quando il suo ristorante ottiene i giusti riconoscimenti, sul più bello, decide di cambiare città e di aprirne uno nuovo trasferendosi a Boston, l’Ambroisie. E’ serio, capace, testardo, taciturno e ombroso, non ammette errori e difficilmente si lascia andare alle emozioni, il suo lavoro non glielo permette, il suo passato non glielo permette.
In due cose sono simili Avery e Rayden: il dolore che si portano dentro e la passione per la cucina. Ed è proprio nella cucina dell’Ambroisie che si conoscono, lui la gestisce e lei si presenta per avere il lavoro di commis. Lui impeccabile nella sua giacca nera da chef e lei completamente bagnata dalla pioggia dopo aver raggiunto il ristorante in sella alla sua fedele bicicletta. Quando si ritrovano uno di fronte all’altro, annegando nei rispettivi sguardi, il tempo smette di scorrere e un fulmine squarcia la loro anima. Il fuoco che arde da una parte e il gelo polare dall’altra: due elementi in contrasto, forti e potenti che possono annientarsi a vicenda……o forse no…..

Oh mio Dio. Rayden Wade. Non era possibile. Era lì, a pochi passi da me, ed era… Oh. Mio. Dio. I capelli scuri gli ricadevano sulla fronte, la mascella serrata rendeva i suoi lineamenti ancora più marcati, e i suoi occhi chiari mi stavano fulminando. Erano dello stesso colore della pioggia che imperversava fuori dalla cucina, e mi fecero sentire ancora più freddo di quanto non ne avessi avuto poco prima.

Quella ragazzina bruciava. Anche se era quasi completamente bagnata, aveva un fuoco, dentro. Lo vedevo nei suoi occhi. Riuscivo quasi a sentirlo. E io non lo sentivo da tanto tempo.
C’era qualcosa, in quella ragazzina. La sua passione era intrigante. La sua determinazione era sexy. E lei… lei era del tutto off limits.


Avery affronta la vita a testa alta, con il sorriso e con la determinazione tipica di chi ha ben chiara la meta da raggiungere, consapevole delle difficoltà da affrontare e delle sofferenze da patire. Forse è troppo matura per la sua età, ma quando inizi a soffrire presto, per non soffocare, per non affogare, devi reagire e combattere per quello in cui credi e per chi crede in te, anche se dietro a quel sorriso ci sono nascoste tante lacrime e tante paure. Avery vuole concludere al meglio i suoi studi ma vuole anche, con tutta se stessa, lavorare in cucina, vuole lavorare con uno chef rinomato che può insegnarle ogni tecnica e ogni segreto, ogni emozione e ogni vibrazione più nascosta. Questo vuole da Rayden e, inconsciamente, anche qualcosa in più. Suo padre glielo ripeteva sempre: non mollare, non arrendersi e mai smettere di lottare.
Rayden ha un muro intorno, un muro alto, solido, impenetrabile. La sua abilità in cucina è maniacale, è spettacolare, è arte, tutto deve essere fatto secondo i suoi precisi schemi perché non può permettersi errori. Se si vuole eccellere nella propria professione, bisogna sacrificare un po’ di se stessi e rimanere saldi nelle proprie convinzioni. La vita gli ha tolto tanto, gli ha fatto tanto male, adesso che ha una posizione non può distrarsi, ma deve affermarsi nel suo lavoro, mantenendo standard elevati: questo gli serve per rimanere in piedi e non crollare sotto il peso della sua coscienza. Ma può bastare essere uno degli chef più apprezzati? Potrebbe bastare, se solo in lui ci fosse ancora la fiamma della passione, il desiderio incontenibile di novità, di ricrearsi e rinnovarsi in continuazione, di sorridere per quello che si fa ogni giorno e trasmettere questo sorriso a chi viene a sperimentare le tue creazioni. Ed è proprio grazie alla presenza di Avery, che Rayden si rende conto di quante sono le cose che a lui mancano, ha dimenticato le motivazioni che lo hanno spinto a lavorare come chef e che dovrebbero spingerlo a fare meglio ogni giorno, prima di tutto per se stesso e poi per gli altri.

La pioggia nei suoi occhi si era oscurata, e sembrava di osservare un temporale notturno, in cui gocce argentee riflettevano la luce dei lampi che squarciavano l’oscurità. Mi chiesi se Rayden lo fosse davvero. Oscuro. Pericoloso. In quel momento, lo sembrava.

Avery liquidò la mia frase con un cenno della mano. «No, è vero. Spesso la vita fa schifo, e raramente possiamo avere voce in capitolo su quello che succede. Ma abbiamo sempre voce in capitolo su come vivere quelle situazioni. La scelta spetta solo a noi. E possiamo scegliere di essere felici. Di stare bene.» «Non è così facile.» «No», concordò lei. «A volte sorridere è la cosa più difficile che possiamo fare. Più difficile di piangere, di urlare, di fare a pezzi qualcosa… Ma ne vale la pena.» Curvò leggermente le labbra. «Posso accettare di vivere una vita che mi fa stare male. Ma voglio farlo dettando le mie regole. E io deciderò sempre di ridere.»


Avery stravolge la vita di Rayden tanto quanto lui travolge la sua. Rayden vuole trasmettere a quella impavida ragazzina tutto quello che sa, inconsapevole del fatto che lei insegnerà a lui ben altro, prima di tutto la fiducia in se stesso e negli altri e l’amore vero, puro, profondo, da donare e ricevere senza riserve; l’amore che lui aveva dimenticato e di cui crede di non essere degno. Rayden da troppo tempo sta annegando nell’oscurità e non riesce a riemergere, a salvarsi, convinto di essere solo un pericolo per chi gli sta accanto. Perché Rayden si crede come LUI, quel LUI che lo ha piegato, umiliato e spezzato.
Avery grazie a Rayden, non solo si immerge totalmente nell’affascinante mondo della ristorazione scoprendone ogni minimo segreto, ma torna finalmente a vivere, a respirare, a ridere e a fare qualcosa per se stessa, senza essere giudicata o compatita perché, per la condizione in cui si trova, a detta degli altri, dovrebbe solo disperarsi e stare ai margini. Rayden è la prima persona che per lei non prova pena, è la prima persona che crede in lei sotto ogni punto di vista e che le fa battere forte il cuore come non era mai successo prima. Anche se Rayden è un rischio, lei questo rischio lo vuole correre assolutamente.

«La sensazione che si prova di fronte a qualcosa di potente e spaventoso. Dovresti averne paura, invece ne sei affascinato», spiegai. «Anche se sai che potresti farti del male, anche se sai che avvicinarti è rischioso, a te non importa. Non puoi resistere al sublime. Perché ti fa sentire completo, ti fa sentire vivo… ed è tutto ciò di cui hai sempre avuto bisogno.» Mi passai una mano tra i capelli. «Negli occhi di Rayden c’è il sublime.»

E mentre i loro cuori galoppano e le loro mani creano, cresce la complicità, cresce l’attrazione, cresce il bisogno reciproco, cresce il desiderio irrefrenabile di aversi e completarsi…..insomma il fuoco non è solo ai fornelli, tra loro divampa un vero e proprio incendio. Resistere e stare lontani l’uno dall’altra è impensabile, la fiamma va alimentata in continuazione e bisogna godere di tutto ciò che ne deriva. Tutto parte sul piano fisico, ma sarà il cuore ad andarci di mezzo, eccome se lo farà.
La posta in gioco è alta ma è proprio quando il gioco si fa duro che non bisogna tirarsi indietro, si va dritti per la propria strada anche se l’epilogo potrebbe essere devastante, perché ne vale sempre la pena, soprattutto se quel gioco ti fa tornare a sorridere.

Avery sembrava minuscola. Rannicchiata sulle mie gambe, con la testa sulla mia spalla e le mani sul mio petto, sembrava minuscola. E fragile. Come se fosse sul punto di spezzarsi. O come se lo avesse già fatto, e quello tra le mie braccia fosse solo un pezzo di lei. Minuscolo e fragile. Poche ore prima, avrei fatto di tutto pur di distruggere qualcosa. Adesso, invece, avrei solo voluto ricomporre i suoi pezzi e aiutarla a stare meglio. A tornare a ridere.

Non ero certa che il mio cuore fosse in grado di resistere alle sue fiamme senza ridursi in cenere, ma non mi allontanai neanche per un secondo. Perché, se l’unico modo di aiutarlo era gettarmi nel fuoco, lo avrei fatto. Avrei bruciato. Per lui.


Rayden è spaventato all’idea di coinvolgere Avery nella sua oscurità, nei suoi problemi, i suoi demoni troppo spesso tornano a fargli visita e lui non può permettersi di rovinare lei che è così innocente e così forte allo stesso tempo, una ragazzina diventata donna troppo presto ma che ha ancora tanto da scoprire dalla vita. Le ferite di Rayden sono profonde e quando tornano a bruciare sono insopportabili. Tanto vuole Avery, tanto la allontana per tenerla al sicuro.
Inutile dire che Avery non è d’accordo, è disposta a tutto per Rayden, anche farsi carico del suo dolore, c’è ancora posto dentro di sé e quel posto è fatto apposta per Rayden e le sue lacrime. Avery sta sopportando tanto sulle sue spalle, ma per il suo grande amore è disposta a farsi carico di altro pur di aiutarlo, pur di farlo star bene, pur di lenire le sue ferite e curare il suo cuore malandato.
Rayden è tanto cocciuto, a tratti prepotente, ma ha trovato in Avery una persona che sa tenergli testa, irriverente ed ostinata forse più di lui. Entrambi nascondono dentro tanto amore da dare, tanto da sacrificare per la felicità altrui, tanto da trasmettere anche con semplici gesti come un abbraccio o una carezza.

Così piccola e delicata… ma con una forza inimmaginabile dentro di sé. Fu in quel momento che me ne resi conto. O forse lo avevo sempre saputo, ma non avevo avuto il coraggio di ammetterlo. Avery ed io eravamo due opposti, distanti come il tramonto e l’alba. Lei, così luminosa e piena di vita. Io, così oscuro e pieno solo di altra oscurità. Lei, così dolce e innocente. Io, così freddo e violento. Lei, così fragile fuori, ma estremamente forte dentro. Io… il contrario.

«E io continuerò a scegliere te, ogni singolo giorno. Anche se adesso te ne vai. Anche se mi allontani.» Per tutta la vita avevo aspettato di sentire quelle parole. Per tutta la vita avevo sognato che qualcuno scegliesse me. Ma ora che era successo… cazzo, non sapevo come comportarmi. Perché l’unica cosa che avrei voluto fare era proprio quella che mi stavo vietando anche solo di pensare. «Non smetterò di lottare per te, Rayden.»


La vicenda di Avery e Rayden è un sali scendi di emozioni, tanto ti danno e tanto ti tolgono, la vita con loro non sarà magnanima fino alla fine, perché prima o poi i rancori che ti porti dentro tornano a galla e, quando arriva la famosa goccia che fa traboccare il vaso, è giusto smettere di nascondersi e di scappare, bisogna affrontare la situazione per poter finalmente risorgere dalle ceneri.
Non me ne voglia Chiara, ma questa volta ho voluto fare una recensione concentrata sui sentimenti dei protagonisti e non tanto su quanto succedeva intorno a loro, e vi assicuro che ne succedono tante, di belle e di brutte, di divertenti e di disastrose. Tanti sono i personaggi che gravitano attorno a loro e alla loro movimentata relazione, soprattutto gli amici di Avery che da un lato la appoggeranno ma dall’altro, spinti dal senso di protezione, cercheranno di farla stare con i piedi per terra, rischiando a volte, con il troppo affetto che le dispensano, di soffocarla. Se da un lato c’è un amore potente che fa da padrone nella storia di Avery e Rayden, dall’altro c’è la vera amicizia che lega Avery a Mandy, Trent e Wes, quella con la A maiuscola, autentica, che resiste a tutto e che ci sarà sempre anche quando le loro strade si divideranno.
Taste Me è una storia di rinascita e di affermazione, Avery e Rayden rinascono dal loro inferno personale e si affermano nella vita non solo professionale ma anche relazionale.
All’inizio di questa recensione ho detto che l’autrice è uscita un po’ dai suoi schemi perché le scene bollenti sono state una vera scoperta, tanta passione così esplicita si è vista poco nei precedenti libri di Chiara, diciamo che sono sempre state scene più pacate, più soft. Questo non significa che leggerete un romanzo erotico, no assolutamente no; l’eleganza, la consapevolezza, il rispetto, la precisione e il ritmo incalzante che caratterizzano lo stile di scrittura di questa fantastica autrice ci sono tutti. Diciamo che in questo libro c’è un po’ più di colore e calore. E non poteva essere scelto titolo migliore, non è azzeccato ma azzeccatissimo, ve ne accorgerete.
Ho adorato ogni singolo personaggio di questa storia, ma Avery è parte di me ormai, la sua forza, la sua sensibilità, il suo gran cuore, la sua passione sono lo specchio dell’anima di Chiara Cavini Benedetti, perché c’è tanto di Chiara in Avery, ve lo posso assicurare, lo si percepisce da ogni singola parola. E mi ci rivedo un pochino anch’io in Avery, perché nonostante tutto rimane in piedi, certo piange anche lei, si dispera perché in fondo è umana, ma dopo essersi asciugata le lacrime, torna a sorridere e va avanti per la sua strada, riuscendo ad essere un po’ più forte di prima. Di Rayden non so bene cosa dire, credo di aver perso la testa e l’uso della parola la prima volta che si è spogliato di fronte ad Avery: e chi non lo vorrebbe uno così???!!! Per di più chef, in un solo esemplare di uomo abbiamo utile e dilettevole insieme. Avete lamentele? Io per niente! A parte queste battute, che poi tanto battute non sono, ho apprezzato tutto di Rayden, ogni minima sfaccettatura del suo carattere, dalla più oscura alla più luminosa.
Come ho detto a Chiara in uno scambio di messaggi avuto con lei, sono talmente stata assorbita da Avery e Rayden, che sono arrivata a piangere quando piangevano loro e a ridere quando anche loro lo facevano. E questo è molto bello, perché se un libro riesce a darti così tanto significa che è un capolavoro, Taste Me per me lo è a tutti gli effetti.
Un ultimo pensiero preso da questa storia, di cui credo sia un bene farne tesoro.

Avevo smesso di piangere, a un certo punto. Ma non avevo mai, mai smesso di sperare………
………e il futuro smise di spaventarmi. Sapevo che avrei potuto affrontarlo e che ce l’avrei fatta, qualunque cosa mi avesse portato. Perché io non avrei mai smesso di lottare. Di sperare. E di amare.


Buona lettura a chi vorrà intraprendere questo bellissimo viaggio.

Mariaelena


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