Nell'Italia del 1944, martoriata dal fascismo e dalla guerra, sei donne diverse per cultura, stato sociale, scelte di vita, ideologia combattono insieme contro due terribili nemici: il nazifascismo e la mentalità maschile imperante. Quest’ultima non accetta la presa di coscienza di donne che hanno compreso il vero significato di parole come uguaglianza, indipendenza, autonomia.
Assiotea, Teano, Maria l’Ebrea, Trotula, Ildegarda, Mileva, Rosa Luxemburg: questi i loro nomi, che sono i nomi di eroine del passato, donne coraggiose ma dimenticate dalla storia a cui le nostre protagoniste cercano di restituire la gloria dovuta. Rinchiuse da mesi in un claustrofobico scantinato tra ricordi, relazioni interpersonali, passioni e dubbi sui loro ruoli, cercano di riappropriarsi della loro identità negata e di essere padrone delle propria vita e delle proprie scelte, dedicandosi ad una pericolosa missione.
Ed ecco arrivare, il 29 gennaio 1944, la resa dei conti...
RECENSIONE A CURA DI VITTORIO DE AGRO'
Siamo un mondo maschilista, inutile girarci intorno.
Al massimo concediamo alle donne il vecchio proverbio” Dietro un Grande Uomo c’è sempre una grande Donna”. Già sempre e comunque dietro. Eppure le donne qualunque cosa facciano sono sempre più bravi di noi. Solo che la storia fa finta di dimenticarsene o probabilmente chi la scrive sono quasi gli uomini.
Ricordiamo per lo più figure di eroi, guerrieri , scrittori, inventori,playboy pensando agli uomini.
Siamo nel 2015 ma restiamo sempre nell’animo dei cavernicoli.
Domani sarà il 25 Aprile festeggeremo il 70 anniversario della Liberazione dal nazifascismo e in molte città d’Italia sfileranno vecchi e orgogliosi partigiani con le loro bandiere, medaglie e soprattutto ricordi.
Già perché la guerra è cosa di uomini giusto?
Sbagliato, se oggi l’Italia è un Paese libero dobbiamo ringraziare e rendere omaggio a tante donne che decisero di combattere affianco ai loro padri, fratelli, amanti contro i fascisti e nazisti.
Eppure anche tra gli stessi partigiani se ne parla poco, come se si volesse sminuire il supporto e il ruolo delle donne partigiane. Un vuoto che l’autore Ugo Sestieri ha voluto colmare con il suo romanzo storico portando il lettore indietro nel tempo e facendoci vivere forse il periodo più tragico e turbolento della nostra storia ovvero la resistenza dopo che l’Italia si ritrovo divisa in due tra Alleati e fedeli alla Repubblica di sociale.
Sestieri non ci parla di guerra , di battaglie e di missioni segrete, ma preferisce puntare l’attenzione del lettore su un casa di Roma, o meglio in uno scantinato dove sono riunite un gruppo di donne, diverse tra loro per stato sociale, carattere e personalità ma unite nel desiderio di fermare la dittatura fascista.
Donne che hanno un passato turbolento, difficile fatto di sacrifici, rinunce e sottomissione all’uomo perché in quella società non c’erano alternative. Eppure hanno deciso di riunirsi e formare un gruppo d’azione chiamato”Assiotea” e di darsi dei sopranomi ispirati alle Donne del passato che con i loro talenti, intelligenze e coraggio hanno cambiato il mondo e nonostante tutto sono cadute nel dimenticatoio
Un libro che può essere definito un omaggio alle Donne , alla loro bellezza e coraggio.
Lo stile di Sesteri è asciutto, semplice, diretto, forse in alcuni momenti può risultare un po’ retorico e prevedibile,ma riuscendo comunque a dare alle sue protagoniste spessore e forza emotiva Sembra di leggere un testo teatrale in cu sono esaltati gli spazi limitati e angusti, dialoghi scarni e forse accentuata oltremodo la staticità narrativa rendendo il ritmo non sempre vivace e avvolgente. Nel finale però finalmente come in ogni storia eroica parte l’azione aumentando il pathos e l’interesse e invogliando alla lettura regalando emozioni e commozione invitandoci a ricordare le partigiane abbiano contribuito alla nostra liberazione e che come ancora oggi il ruolo della donna non sia centrale come meriterebbe.
Posta un commento