Titolo: L’ingrediente segreto dell’amore
Autore: Silvana Giro
Genere: Contemporary Romance
Editore: Newton Compton
Data d'uscita: 30 Giugno 2016
Prezzo: ebook 3,99 Copertina rigida 6,90
Sembra Colazione da Tiffany, ma potrebbe accadere davvero…
Il signor Johns è un avvocato milanese piuttosto abitudinario. Compra
la cena nella solita rosticceria, fa l’aperitivo sempre nello stesso locale.
Vive solo, in compagnia del gatto Artù. Un giorno, rientrando a casa, trova una
ragazza in bagno. Una ladra? Nient’affatto. Si tratta di Irene, la nipote della
signora Matilde, la proprietaria dell’appartamento. Johns deve ospitarla a casa
sua finché non troverà una sistemazione, ma si era dimenticato del suo arrivo.
Nella convivenza forzata, lui, uomo rigido e geloso della propria privacy,
cerca con cura di evitarla, mentre lei, completamente a suo agio, comincia a
dedicarsi alla cucina, prepara da mangiare per il gatto e lascia sempre
qualcosa anche per Johns. Ma che cos’hanno di particolare i piatti di Irene?
Sono sempre diversi da quel che appaiono, come se la ragazza utilizzasse
qualche strana spezia o aggiungesse un ingrediente segreto capace di
conquistare non solo il palato, ma anche il cuore.
Quando ho letto la trama di questo romanzo sono rimasta immediatamente
colpita. Non conosco persone che non hanno subito il fascino di Colazione da
Tiffany. Io sono una di quelle, innamorate perdutamente di quella vecchia
pellicola che decanta il cambiamento e il miglioramento che solo l’amore può
dare. Sono una che è rimasta completamente incantata di fronte alla scena del
bacio sotto la pioggia fra Holly e Paul, che stringono un gattino fradicio e
spaurito, sotto la romantiche note di Moon River. C’è qualcosa di più
spettacolare per decantare i sentimenti? Io credo di no. Tuttavia, Silvana
Giro, con il suo romanzo, ha cercato, con una storia differente ma sotto certi
aspetti simili, di inneggiare l’amore come metamorfosi totalizzante.
Una storia quella del signor Johns e Irene, ben scritta, ben
strutturata, e sicuramente ben riuscita, per il mio modesto parere. Dico subito
che probabilmente, le lettrici più accanite degli ultimi tempi non l’apprezzeranno
molto per ovvie ragioni. Non è un romanzo 2.0, cioè quello che per stare sul
pezzo inserisce frequenti scene hot (dopo 50 sfumature di grigio, che ha aperto
le danze a questo stile, sembrano non esserci oramai più freni inibitori per
almeno una scena di sesso). Pare infatti che senza questo particolare piccante
non si possa più scrivere. Non vuole essere una critica la mia, ma solo una
considerazione sul fatto che ciò che ci propinano di frequente diventi poi
parte quasi integrante del nostro background culturale, chiudendoci un po’ gli
occhi su ciò che di diverso e interessante potrebbe esserci.
E’ scritto in terza persona, in controtendenza hai Pov alternati e in
prima persona.
Ha un linguaggio elegante, fluido e molto raffinato che esclude slang
metropolitani e parolacce.
Johns è un gentleman inglese di nome e di fatto, un avvocato colto ed
integerrimo, un principe del foro milanese, abitudinario fino all’osso, che
pranza sempre negli stessi posti fidati, che ha una sola amica, la signora
Margaret, e Artù, un gatto fedele, piegato anch’esso alle consuetudini del
padrone. Una vita, quella di Connor Johns, grigia come un fumo di Londra, e
piatta come un pavimento di marmo, con l’unico guizzo di cambiare spesso partner
attraenti e consenzienti. Un monotono per eccellenza fino a quando… non arriva
Irene a rompere gli schemi, e a intrufolarsi a casa sua come coinquilina.
Irene è, al contrario di Johns, una donna solare ed esuberante come
una primavera inoltrata. E’ saggia, ma di quella sapienza semplice ed efficace,
colorata, più giovane del quarantenne sig. Johns, e cucina dei piatti
appetitosi e fantasiosi. Le sue pietanze sono l’ingrediente segreto dell’amore,
che prima o poi sboccerà fra i due, sono il punto di svolta della metamorfosi
dell’abitudinario coinquilino, il risveglio dal torpore di Artù, che non potrà
più fare a meno della cucina di Irene. Una donna che con spezie e virtù
conquisterà gatto e padrone, e Margaret ovviamente, la navigata nonché unica
amica di Johns.
Questo romanzo, seppur non abbia colpi di scena, effetti speciali e
sconci, ha tutti gli ingredienti per essere un contemporany romance
effettivamente fedele alla realtà. Non abbiamo un eroe, né un bello e dannato,
né lo sfigato nerd cronico, né tanto meno l’incompreso e insicuro, o
l’inavvicinabile custode di segreti, o ancora il sottomesso e frustrato di
turno. No, soltanto un uomo affermato qualunque, con una bella casa, un gatto
da compagnia e che vive nella Milano bene, tra aperitivi serali, serate di gala
e donne accondiscendenti. Quanti ce ne sono così? Tanti. Quanti come tutte
quelle categorie che vi ho citato prima? Pochi. E nemmeno abbiamo una donna gnocca presidente
di non so quale società, o la pasticciona alla Bridget Jones, o la povera
sottomessa come Anestetic, pardon Anastasia Steele. Noooo! Irene è una donna
straordinaria, con un gran cuore che fa del sentire e del percepire il suo modus
vivendi.
Una realtà, insomma, quella descritta da Silvana Giro, che fa
riflettere sul significato della vita e sui valori o non valori che oggi
incombono ineluttabilmente su di noi.
“Perché vedi Johns gli uomini si
trasformano come camaleonti. Si trasformano a seconda della preda che devono
conquistare. Non tanto sul piano fisico, ma di certo sul piano dialettico. Ti
dicono esattamente quello che vuoi sentirti dire. Le argomentazioni variano a
seconda della preda…l’uomo predatore ha letto un bigino di sociologia prima di
uscire con la donna che si occupa di politiche sociali o si è somministrato una
full immersion di quotidiani politici prima di frequentare la sindacalista o
imparato qualche regola del golf per ammaliare la donna dei quartieri alti.
Sono fantastici a raccontare palle credibili.”
È un romanzo che ho apprezzato molto, per le situazioni reali che
descrive, perché si distingue dalla massa delle storie dei fan club letterari,
per gli ingredienti citati e i loro significati che di volta in volta aprono i
capitoli, per l’ironia sottile celata, ma soprattutto perché è scritto
benissimo, con un linguaggio charmant.
E ha anche una bella copertina. L’unica cosa che avrei modificato è il
ritmo, a volte un po’ lento, e le parti descrittive un po’ lunghe, che molto
spesso si saltano nella lettura (almeno io lo faccio).
Complimenti a questo esordio, a Silvana Giro e alla Newton Compton per
aver creduto in questa storia.
La trama ha colpito anche me xD. Penso proprio che lo leggerò :3
RispondiEliminaTe lo consiglio vivamente Roberta 😊
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