Ciao Rumors. Pochi giorni fa è uscito Il mio sbaglio più grande di Penelope Douglas edito Newton Compton. Vanessa ci ha fatto un grosso regalo. Ci ha tradotto delle scene bonus pubblicata sulla pagina dell'autrice.
Piccolo
estratto delle scene bonus del Corrupt Valentine’s Day pubblicate sulla pagina
autrice di Penelope Douglas (http://www.penelopedouglasauthor.com/extras/bonus/corruptvalentines.php)
I fatti raccontati si svolgono qualche mese dopo la fine del “Il mio
Sbaglio più grande” (Corrupt).
Se non avete ancora letto “Il mio sbaglio più grande” sappiate che
questo intero estratto è uno SPOILER.
Traduzione
a cura di Vanessa Ceschin-vietata la riproduzione!!
Il giorno di San Valentino
Premessa
Rika, Michael, Will e Kai stanno andando in Limousine al teatro
dell’opera, dopo essere passati a vedere il nuovo immobile acquistato da
Michael, per fondare un nuovo club di scherma e arti marziali, il Graymore
Cristane, società che vorrebbe formare insieme a Rika, Will e Kai e che Michael
ha dato in dono a Rika come regalo per San Valentino.
Rika
La limousine correva per le strade della città, la vista esterna diventava sempre più luminosa e più frequentata, mentre tutti e quattro ci dirigevamo verso il teatro dell'opera. Ero seduta e fissavo la pioggia con Michael accanto a me e Kai e Will di fronte a me, intenti a guardare i loro telefonini.
La limousine correva per le strade della città, la vista esterna diventava sempre più luminosa e più frequentata, mentre tutti e quattro ci dirigevamo verso il teatro dell'opera. Ero seduta e fissavo la pioggia con Michael accanto a me e Kai e Will di fronte a me, intenti a guardare i loro telefonini.
Ma subito dopo delle braccia mi afferrarono,
e rimasi a bocca aperta mentre Michael mi trascinava sul suo grembo. “Michael!”
Sussurrai.
“Vieni qui,” sussurrò, attirandomi vicino.
Ma cercai di fare leva su me stessa per
sfuggire alla sua presa. "Smettila."
“Non posso.”
Ignorai Will e Kai dietro di me, senza
preoccuparmi di guardare e di vedere qualche sorrisetto impudente mentre
parlavo guardando Michael dritto in faccia. “Se vuoi fondare una società che
includa anche me, non mi puoi maltrattare di fronte a loro. Non voglio essere
vista come una bambina debole che si piega ogni volta che la tocchi.”
“Loro
non ti vedono in questo modo”, mi placò, fissando le mie labbra. “Vedono me
così.”
Le sue dita dalle mie spalle scivolarono
sul lato del mio vestito mentre l'altra mano mi accarezzava tracciando una scia
lungo la mia gamba e scomparendo sotto il mio vestito.
“Che cosa stai facendo?” lo accusai,
cercando di ignorare il modo in cui la mia pelle formicolò all’istante.
“Non ti è piaciuto il tuo regalo”, disse.
Le sue dita mi sfiorarono sotto il
ginocchio, e ignorai il brivido che mi attraversò la schiena. Almeno ero grata
che il vestito fosse lungo e con tanti strati per nascondere quello che stava
facendo.
“Sì, mi è piaciuto”, risposi.
“Beh, forse ti piacerà di più questo.”
Cercò nel vano della porta e tirò fuori una piccola scatola, consegnandomela.
Mi imposi di non sorridere, ma mi scappò
comunque un piccolo sorriso. Ero arrabbiata con lui. Non solo aveva tirato
fuori il dojo e la nuova società, mettendomi alle strette di fronte ai ragazzi,
ma mi preoccupavano soprattutto le ragioni per cui lo aveva fatto.
Presi la scatola e l’aprii, vedendo un
bellissimo astuccio d'argento con dei disegni intagliati su di esso. Lo tirai
fuori e aprii il coperchio e trovai dei fiammiferi. Mi misi a ridere per la
sorpresa.
Era un antico porta fiammiferi. Una versione
del 1800 di una scatola di fiammiferi da aggiungere alla mia collezione. Solo
Michael mi conosceva cosi bene da sapere quanto tutto questo mi avrebbe fatto
piacere.
Avvicinandolo al mio naso, inalai, sentendo
l'odore del fosforo e dello zolfo.
“Natale e fuochi d'artificio,” Michael
rifletté guardandomi.
“È bellissimo”. Chiusi il coperchio e lo
tenni stretto in mano. "Grazie."
“Sei nervosa per la società, non è vero?”
Tenne la voce bassa, mantenendo la nostra conversazione privata.
"No, non proprio."
“Allora cosa c'è che non va?”
Mi fissai le mani e poi feci un respiro
profondo, alzando gli occhi verso di lui. “Sono preoccupata che tu abbia
acquistato il dojo, e fatta questa società per tenermi vicino.”
“Perché non dovrei desiderare di averti
vicino?”
“Sai cosa voglio dire,” ribattei, guardando
oltre per vedere se Will era ancora sepolto nel suo telefono e Kai stesse
fissando il suo. Avevo però la sensazione che stesse ascoltando.
Girandomi di nuovo verso Michael,
sussurrai, “Avevo già detto che volevo trovare un lavoro part-time, e oh
guarda, improvvisamente tu mi trovi qualcosa da fare quando non sono a scuola.
Ora saprai sempre dove mi trovo, e se tu non ci sei, ci saranno i tuoi amici a
tenermi d'occhio”.
Si appoggiò allo schienale, guardandomi con
attenzione. “Pensi che io non mi fidi di te?”
Rimasi in silenzio, non sapendo cosa
pensare. Qualche settimana fa gli avevo detto che stavo pensando di cercare un
lavoro part-time per farmi un po’ di esperienza, e lui mi era sembrato nervoso.
Non so se fosse per il fatto che il mio tempo non avrebbe più ruotato solo intorno
a lui o se avesse più paura che io mi facessi una vita che non lo coinvolgesse
più, ma sospettavo che fosse più la seconda. Tirò un sospiro, guardandomi. “Se
non mi fidassi di te, ti metterei nella stessa stanza con Kai tutti i giorni e
tollererei che ti desse lezioni private di Kendo?”
Mi accigliai, sapendo che aveva ragione. Parlavamo
raramente di quello che era successo tra noi tre, ma Michael sapeva esattamente
a chi apparteneva il mio cuore, ed ero felice che non avesse alcun dubbio.
"Non c'è nessuno di cui mi fidi più di
te." Sussurrò.
E poi guardai i suoi occhi scintillare
sopra la mia spalla verso Will e Kai prima di tornare a guardarmi.
"Nessuno", ripeté.
Un calore inondò il mio petto, e mi sentii
sollevata. Sapevo che teneva ai suoi amici, ma era importante sapere che io
venivo prima.
"Ma hai ragione", continuò, i
suoi occhi nocciola tesi verso di me. "Ti voglio vicino, io starò via
molto, tu resti spesso sola, e se io non posso essere lì, mi sentirei molto
meglio sapendo che ci sono loro. Damon è ancora là fuori, dopo tutto."
Sospirai e annuii. "Lo so e ho capito,
ma non puoi gestire minuziosamente la sicurezza". Rivolsi il mento verso i
ragazzi dietro di me. "E se vuoi che Graymore Cristane funzioni, non posso
essere sempre coccolata."
"Va bene", ammise. "La
smetterò." E poi si chinò a baciarmi, sussurrando sulle mie labbra,
"Non appena Kai ti avrà insegnato alcune mosse di Jujitsu."
Sbuffai, tirandomi indietro, ma lui avvolse
il suo braccio intorno a me ancora più stretto, il suo alito caldo sempre più
affannato.
"Fermati." Lo rimproverai silenziosamente.
L’altra mano risalì di nuovo verso l'interno della mia gamba, scomparendo sotto
il mio abito mentre mi catturava il labbro inferiore tra i denti.
"Solo un assaggio," sussurrò.
"Per favore?"
La sua mano si intrufolò tra le mie gambe mentre
le sue labbra e la lingua mi catturavano la bocca. "Michael, no,"
sussurrai-urlando, cercando di spingere la mano giù verso il basso attraverso
il mio vestito.
Ma le sue dita improvvisamente incontrarono
la pelle e uno sguardo sbalordito gli attraversò il volto. Continuò a trascinare
la mano su, su, su, vicino a quel calore, al momento molto bagnato, che
albergava tra le mie gambe, e io piagnucolai, le sue dita che accarezzavano la
mia pelle nuda.
Un calore gli riempì gli occhi mentre mi
guardava. "Calze di pizzo e nient'altro?" mi accusò.
"Non si fa così, Rika."
Cazzo, sentii il rigonfiamento sotto di me
che si ispessiva e induriva, e lui che mi attirava più vicino, le nostre labbra
che pascolavano tra loro mentre le sue dita si piegavano intorno alla parte
interna della coscia, quindi molto vicino a dove non dovevano essere in questo
momento.
Avevo pensato che sarebbe stato sexy
prenderlo un po’ in giro questa sera non indossando nulla, tranne le calze
sotto il vestito, e mentre ero rimasta sorpresa per il fatto che avevamo anche
la compagnia di Will e Kai, non pensavo che avrebbe cercato di palparmi a un
metro e mezzo di distanza da loro. "Dannazione," ansimò, scoprendo i
denti mentre assaggiavo il suo respiro.
"Questo è un problema."
Chiuse gli occhi, sfiorando la punta del
naso sulla mia guancia e giù per il collo inalando profondamente. Lasciò una
scia di piccoli morbidi baci sulla mia pelle, e il calore si riversò nella mia
pancia mentre il mio respiro si faceva più superficiale.
Gettai uno sguardo veloce sopra la mia
spalla e vidi che Will era ancora all'oscuro di quello che stava succedendo
mentre si versava un altro drink e Kai stava ancora fissando il suo telefono.
Ma le sue labbra incurvate mi dissero che non era affatto ignaro di ciò che
stava accadendo ma aveva distolto lo sguardo per rispetto.
Ma proprio in quel momento le dita di
Michael sfiorarono la mia figa, e feci un respiro mentre rivolgevo i miei occhi
di nuovo su di lui. "Fermati," Ia bocca aperta, il cuore in gola.
"Guardami, piccola," sussurrò,
prendendo le mie labbra con brevi e rapidi baci.
"Dio ti amo."
"Michael, per favore, supplicai,
chiudendo gli occhi e gemendo quando le sue dita, nascoste nel mio abito, iniziarono
a strofinare il mio clitoride in cerchi provocatori.
"Per favore cosa?" mi prese in
giro, mordendo di nuovo le mie labbra. "La tua bocca dice 'no', ma il tuo
corpo sta dicendo qualcosa di diverso. Sono confuso."
Stronzo. La pulsazione tra le mie gambe
batteva sempre più forte, e volevo cosi tanto allargare le mie gambe da sentirmi
male.
"Non siamo soli." Grugnii.
"Lo so." Sorrise, amando la mia
sofferenza. "E posso sentire quanto tutto questo ti stia eccitando in
questo momento. Dammi tregua. Sono passati giorni da quando ho avuto la mia
lingua e il mio cazzo sepolti dentro di te."
Trasalii, cercando di trattenere il gemito
che lottava per uscire fuori. Il ricordo di quando mi ero svegliata quattro
mattine fa con le mie gambe divaricate e la sua lingua su di me come se stesse
morendo di fame era ancora così dannatamente vivo tanto da poterlo ancora
sentire.
"Continua a piagnucolare così”, mi
schernì. “È così dannatamente eccitante.”
Le sue dita vorticavano intorno e intorno,
e io ero così bagnata e frustrata. Mi leccai le labbra secche e afferrai il
bavero della sua giacca. E poi gridai, "Accosta, per favore!"
Il petto di Michael venne scosso da una risata,
e guardai sopra la spalla verso l’autista. "Adesso!"
"Sì signora."
Gli occhi di Kai e Will erano fissi su di
noi, Will ci guardava confuso.
Michael seppellì le sue labbra sotto il mio
orecchio mentre l’autista accostava verso il marciapiede, e io guardai i
ragazzi.
"Il teatro dell'opera è a pochi
isolati di distanza. Camminate.”
Sentivo il respiro di Michael nel mio
orecchio mentre Kai ridacchiava prima di scuotere la testa e alzarsi. "Sbrigati,"
sollecitò e aprì la porta, e sia lui che Will uscirono.
Sbatterono la porta e Michael spinse il
pulsante, alzando il vetro della privacy tra noi e l'autista.
"Guida intorno finché non ti avviserò
di fermarti", ordinò prima che la finestra si chiuse.
"Si signore."
Non appena il vetro si fu alzato, le labbra
di Michael si schiantarono verso il basso sulle mie, e le sue mani erano già
fuori dal mio vestito e intorno alla mia schiena, lavorando sulla cerniera.
"Cazzo, mi sei mancata," ringhiò,
tirando giù la cerniera e aprendo il vestito dietro la schiena.
Lo tirai via e mi alzai, chinandomi verso
di lui, mentre mi liberavo dell'abito. Cadde sul pavimento della limousine, e
Michael mi attirò a sé, baciando e mordicchiando il mio ventre prima di
prendere uno dei miei seni in bocca.
Gemetti, senza preoccuparmi di tenere la
voce bassa questa volta.
"Anche tu mi sei mancato." Mi
divorò, mordendo il mio capezzolo e facendolo indurire mentre lo tirava con i
denti. Rabbrividii, sentendo un vortice che cresceva nel mio stomaco nel
momento in cui passò le mani su e giù fra le mie cosce.
"Queste calze mi stanno
uccidendo", disse, stringendo il mio culo e stuzzicandomi.
"Sdraiati".
"No, ti voglio cavalcare", dissi,
arrampicandomi su di lui e mettendomi a cavalcioni.
"Sei sicura?" mi chiese,
slacciandosi la cintura e aprendo i pantaloni. Annuii in fretta. Le finestre
erano oscurate, ma lui sapeva che mi sarei sentita ancora esposta. Però ero
troppo eccitata per curarmene.
Tirò fuori il cazzo, e trattenni il respiro mentre si prendeva la testa in mano e la strofinava intorno al mio clitoride, prendendosi gioco di me.
Tirò fuori il cazzo, e trattenni il respiro mentre si prendeva la testa in mano e la strofinava intorno al mio clitoride, prendendosi gioco di me.
"Veramente molto romantico,
vero?" si rimproverò. "Mi
dispiace, tesoro."
"Non scusarti," Mi immobilizzai, mentre
scendevo in basso verso di lui amando ogni fottuto secondo mentre lui scivolava
dentro di me.
"Non è questo il ragazzo di cui mi
sono innamorata. Non ho bisogno di romanticherie. Ho solo bisogno di
questo."
Girai i miei fianchi indietro e mi abbassai
di nuovo, sentendo il suo gemito vibrare attraverso la mia mano sul suo petto.
E poi baciai le sue labbra, assaporando la
prima volta che mi aveva toccato nelle catacombe e la prima volta che mi aveva baciato
nel magazzino. La prima volta che mi aveva abbracciato nel cimitero quando
avevo tredici anni, e la prima volta che era stato dentro di me.
"Non fermarti mai."
Mi mossi sempre più in fretta, ruotando i
miei fianchi su di lui, entrambi gemendo e sospirando fino a quando non
raggiungemmo una tale frenesia da sentire una goccia di sudore scivolarmi giù
lungo la schiena.
"Vieni, piccola," ringhiò,
afferrandomi il culo così forte che pensai che avrei avuto i lividi. La sua
bocca prese uno dei miei seni, e io lo cavalcai più forte, sentendolo colpire
quel luogo così profondo tanto da voler solo andare avanti cosi per sempre. Niente
era meglio di lui.
"Non fermarti mai," Rimasi senza
fiato sentendo la pressione e il calore e non avrei potuto smettere neanche se
lo avessi voluto. "Mai", disse a denti scoperti, stringendo i miei
fianchi ancora di più. "Voglio la tua figa più di quanto voglio respirare,
cazzo.
Sorrisi, incapace di trattenermi dal
ridere. "Ora si che sei romantico."
Anche lui scoppiò in una risata, tutto il
suo corpo che tremava e rompeva il nostro ritmo.
"Fottiti, Mostriciattolo. Ci ho
provato."
Scossi la testa, avvolgendogli le braccia
intorno al collo, e guardandolo. "Non lo fare". Lo istruii. "Sai
cosa mi piace. Basta che mi schiaffeggi sul culo e che mi avvolgi la mano
intorno al collo durante la mia doccia mattutina”.
Sorrise, appoggiando la testa all'indietro
e chiudendo gli occhi mentre riprendevo il ritmo.
"Questa è la mia ragazza."
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