Titolo: Narcos Volume 1 (Duologia)
Autore: Alessia Cucè
Editore: Self Publishing
Genere: romance criminale
Ebook: 1,99
Cartaceo: 15,00
Online dal 6 Dicembre
"Sei una bestia" sibila velenosa. E se davvero fossi una bestia, lei rimarrebbe comunque l'unica in grado di esaltare il meglio di me.
Cosa succederebbe se il narcotrafficante più potente del Messico incontrasse la narcotrafficante più potente del Venezuela? King Snow e Alma Oro Varela, due cartelli di rilievo nel traffico di cocaina, intrecciano le loro vite per far fronte a un nemico comune che sta scombussolando gli equilibri di un mondo spietato e contravvenendo alle regole ferree. Lei, una donna costretta a essere ciò che non vorrebbe. Lui, un uomo che ha sempre desiderato essere ciò che è diventato. Due caratteri forti, decisi e determinati. Un rey e una reina che tra insidie, alleanze e tradimenti, si ritroveranno a dover fare i conti con il pericolo più grande che gli si sia mai presentato: se stessi.
KING SNOW-EL REY
King Snow ha solo un obiettivo nella sua
vita…
«Io non la voglio una vita come
la loro, Ben. Io voglio essere ricco, talmente tanto ricco da pulirmi il culo
con un centone. Talmente tanto ricco da dormire in lenzuola di seta. Talmente
tanto ricco da mangiare bistecche dalla mattina alla sera. Talmente tanto ricco
da vivere in una casa senza queste merde di blatte» esplosi infuriato.
«Talmente tanto ricco da
diventare uno stronzo» ridacchiò.
«Sì. Hai afferrato il concetto.
Voglio essere uno stronzo. Il numero uno.»
«Hai solo sedici anni, King. Dove
cazzo vuoi andare?»
Mi rammaricai e crollai
nuovamente sul letto. Avevo solo sedici anni, ero solo un ragazzino. Non avevo
neppure preso ancora la patente e, soprattutto, non avevo soldi.
«Devo trovare un lavoro, Ben. Uno
di quelli che mi fa fare soldi facili e mi permetta di cominciare a organizzare
la mia vita.»
«Potresti spacciare erba. Il
tizio che me la vende mi ha detto che cercano ragazzini per avvicinarsi con più
facilità ai licei» borbottò con poco interesse.
Le
sue parole alle mie orecchie, invece, risuonarono come il tintinnio di una slot
machine che sgancia centinaia di monetine. Quella strada mi avrebbe messo in
tasca parecchi soldi e avrebbe potuto permettermi di andarmene via di casa.
E il suo obiettivo lo raggiungerà e lo
porterà a diventare un pezzo grosso del narcotraffico messicano.
A ventisei anni ero diventato un
narcotrafficante temibile e potente. Così potente da venire rispettato molto
più di Del Gado.
Il narcotrafficante più potente
del Messico.
E quando tutto nella sua vita sembra
avere preso la giusta collocazione, arriva una donna che lo scuoterà fin nel
profondo.
«Sei molto più simile a me di
quanto tu possa immaginare. Che tu ci creda o no» la accuso. «Assassini, Alma.
Narcotrafficanti…»
Lei
sospira quasi l’avessi colpita in pieno petto. «Credi ciò che ti pare. Non
sciuperò il mio tempo per farti cambiare idea» sbraita, allontanandosi da me.
Va vicino alla finestra e io la seguo con gli occhi. Mi volta le spalle, ma a
nulla serve celarmi il suo stato d’animo. Lo sento, lo avverto, quasi fosse il
mio.
Che
diavolo è questa simbiosi?
«Allora
mi stai dando ragione?»
«Non
m’importa mostrarti chi sono, King. Io voglio essere, non apparire a
prescindere da ciò che le mie azioni comportano. Sono costretta, non lo faccio
per puro piacere o per sfidarti. Questa è l’unica cosa che conta per me,
fattene una ragione» confessa e si volta di scatto verso di me.
«Giochiamo
a chi ha più peccati?»
«Non
voglio competere con te, voglio collaborare, ma ho compreso nell’attimo in cui
mi hai pretesa, nell’attimo in cui ho accettato di appartenerti, che tu non
vuoi una collaborazione. Non capisco se lo stai facendo per salvarti il culo o
semplicemente per sentirti superiore, so solo che tutto questo non porterà a
nulla di buono.»
«E
allora vattene» sbotto raggiungendola e quasi mi sparerei per ciò che le ho
appena detto.
«Non
posso.»
«Non
vuoi, dì la verità» la sfido con lo sguardo.
«Che
differenza farebbe?»
«Mostrami
chi sei, Alma. Mostrami quanto tu sia uguale a me.»
«Io
non sono uguale a te» dichiara fiera. «Non avrei mai negato la libertà a un mio
alleato.»
Confuso
e frastornato, irretito e sfiancato, la combatto nell’unico modo che mi riesce
possibile. Le avvinghio il bacino con le mani e la incollò a me. Solo così
posso domarla, solo così riesco a impedirle di stordirmi, di mettermi in
discussione. Solo così riesco ad assoggettarla e sentirmi me stesso, perché,
cazzo, è in grado di svuotare la mia intera esistenza e la detesto solo per
questo.
«Lasciami»
sibila.
«Tu
mi vuoi.»
«Non
te lo ripeterò ancora.» Ma la ignoro. Le afferro una ciocca di capelli tra le
mani e la annuso.
«Perché
mi resisti?» Le stringo un seno e lei non si scompone. «Perché menti a te
stessa?»
«King»
soffia rabbiosa e la adoro così, selvaggia e combattente mentre cerca di
liberarsi, ma la mia stretta è troppo per lei. Mi avvento sul suo collo e
glielo mordo, ma lei si divincola sferrandomi un calcio tra le gambe. Tossisco
un paio di volte per quel colpo abbastanza lieve e ritorno subito in me. Non ho
ancora imparato a ricevere i suoi colpi, non ho ancora accettato l’idea che
possa sferrarli e tutte le volte ci casco come un pivello.
«Mujer…
puta… la peggiore tra tutte. Non vedi l’ora di farti fottere da me e questo tuo
contrastarmi mi rende la caccia sempre più eccitante» le sussurro in viso con voce
roca. Deve essere uguale alle altre, la devo rendere uguale alle altre. Non
deve avere nessuna influenza su di me.
«Il
tuo maschilismo, la tua arroganza, la tua prepotenza sono solo sfaccettature di
tutta la paura che ti porti dentro. Il mio corpo non sarà mai tuo, King,
neppure se tu fossi l’ultimo uomo sulla terra.»
E
non resisto più.
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