Titolo: Perfetta ma non per lui
Autore: Gina Laddaga
Editore: self-publishing
Genere: contemporary romance
Prezzo: € 2,99
Formato: ebook
Data di uscita: 31 maggio 2018
Quando la giovane e originale Electra decide di trasferirsi a Milano per inseguire il suo sogno legato alla musica, non immagina che ad attenderla in quella metropoli movimentata e nebbiosa ci saranno cambiamenti improvvisi, l’amore, l’amicizia e la scoperta di sé. Tutto quello che desidera è ritrovare Luca, il suo migliore amico, il ragazzo con cui è cresciuta e ha vissuto mille avventure; vorrebbe frequentare l’università, trovare un lavoro e diventare la vocalist della band proprio di Luca.
Il suo piano è completo e l’entusiasmo alle stelle: niente può fermarla, niente può mettersi tra lei e la realizzazione del suo sogno. Ma, quando si stabilisce nella nuova città, comprende che la realtà che l’attende non è poi così semplice e che gli imprevisti sono dietro l’angolo, pronti a incasinarle la vita ancora di più.
Marco, il chitarrista della band, sembra il ragazzo dei sogni: bello, tormentato e con un passato doloroso alle spalle, non può fare a meno di farle battere il cuore. Eppure Luca, l’amico che le è sempre stato accanto e che la conosce meglio di chiunque altro, è pronto a mescolare le carte dell’amore e a trascinarla in una confusione totale. Lui, il suo angelo custode, sta forse diventando qualcosa di più e quel sentimento che prova nei suoi confronti non può essere messo da parte. Le ripetono che è perfetta, ma per chi lo sarà davvero?
ESTRATTO
Riaprii gli occhi con la musica del mio iPod che ancora suonava nelle orecchie. Sbattei le palpebre e sentii un leggero capogiro. Mi ero addormentata con il volume altissimo. Mi capitava sempre. La musica era la mia migliore amica. Tolsi gli auricolari dalle orecchie e mi guardai attorno.
Nello scomparto c'ero solamente io con una donna che sonnecchiava, con la testa appoggiata al vetro della porta, la bocca semiaperta e la sua rivista scandalistica ancora aperta sulle gambe.
Guardai fuori dal finestrino e mi accorsi che il treno su cui viaggiavo era fermo a una stazione. Ma quale?
Mi alzai per stiracchiarmi e decisi di scendere dal treno per fumare una sigaretta. Presi il pacchetto e, senza far rumore, uscii dallo scomparto lasciando la donna dormire.
Quando scesi e misi la sigaretta in bocca, mi accorsi che non avevo l'accendino. Feci volare lo sguardo attorno a me e vidi una ragazza bionda che stava fumando, con in spalla una chitarra e un trolley nella mano libera.
La ragazza si girò e mi fissò per un attimo. Aveva gli occhi gonfi. Forse aveva pianto?
Si schiarì la voce e mi rispose con un flebile sì. Mi passò l'accendino, accesi la sigaretta e glielo restituii.
"Grazie" e lei, non rispondendo, mi sorrise.
Mi allontanai da quella ragazza che, per un certo verso, ricordava me stessa. Bionda come me, stesso modo di vestire, anche lei una chitarrista e stesso mio vizio: il fumo. Feci appena in tempo a fumare mezza sigaretta, che il controllore del mio treno fischiò e urlò: "Tutti in carrozza!"
Sorrisi. Mi ricordava tanto una frase da film in bianco e nero degli anni ‘40. Aspirai un ultimo lungo tiro e la gettai a terra, salendo i gradini velocemente.
Tornai nel mio scomparto dove la donna dormiva ancora. Mi accorsi che si era aggiunta un'altra persona: un ragazzo castano con due grandi occhi azzurri, che tanto somigliava a...
Lasciai correre via quel pensiero e mi sedetti al mio posto con un tonfo. La donna si mosse e per un attimo pensai di averla svegliata. Invece il ragazzo, nonostante il rumore che avevo fatto, non alzò nemmeno lo sguardo, ma accese il suo pc portatile e si mise a scrivere molto velocemente. Era uno scrittore e gli era venuta un'idea per il suo manoscritto? Oppure moriva dalla voglia di mandare una email alla sua ragazza o di aggiornare il suo profilo Facebook? In ogni caso, non erano certo fatti miei. Lo fissai per un attimo e poi tornai a guardare fuori dal finestrino.
La ragazza che mi aveva prestato l'accendino era ancora dove l'avevo lasciata; aveva smesso di fumare e aveva iniziato a fare avanti e indietro da un pilastro all'altro del binario, guardando continuamente l’orologio. Forse il suo treno era in ritardo. Continuai a guardarla e mi infilai di nuovo gli auricolari dell'iPod nelle orecchie.
La voce di Steven Tyler ricominciò a cantare da dove l'avevo interrotta e appoggiai il gomito sinistro al bracciolo del sedile, sorreggendomi il mento.
La ragazza dell'accendino prese dalla tasca il cellulare, che probabilmente stava suonando, e si asciugò le lacrime con la manica del maglione che indossava; aveva davvero pianto come avevo ipotizzato. Chiuse la chiamata e con un grande sorriso si mise a correre per le scale. Chissà perché… magari qualcuno a cui voleva bene era venuto a prenderla fuori dalla stazione. Questa ragazza ricordava davvero me.
La stessa cosa mi era capitata poco tempo prima: aspettando il treno in ritardo, avevo ricevuto una telefonata dal mio migliore amico, il quale mi informava che era venuto a prendermi alla stazione.
Sei mesi fa lui era il mio migliore amico.
Sei mesi fa non ero la ragazza di adesso. Non avrei mai pensato che il mio sogno potesse essere cantare in una band.
Non avrei mai immaginato che il ragazzo che amavo non era lo stesso che credevo di amare.
Sei mesi fa non era adesso…
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