Ciao Rumors. Vi presentiamo il secondo capitolo della Texas Mutiny Series intitolata Groupie. l'amore non ha regole di M.E. Carter
Titolo: Groupie. l'amore non ha regole
Autore: M.E. Carter
Serie: Texas Mutiny #2 (stand-alone)
Prezzo ebook: 3,99 euro
Data uscita: 5 dicembre 2018
Disponibile su tutti gli store
Groupie
/ġrùupi/
una
persona, in particolare una giovane donna, che segue regolarmente una celebrità
nella speranza di incontrarla o conoscerla meglio.
Come
ad esempio, Tiffany Wendel.
Puttana.
Troia. Mangiatrice di calciatori. Sono abituata ad essere chiamata con questi
nomignoli, perciò non mi danno fastidio. I giocatori del Texas Mutiny sono i
miei ragazzi. I miei amici. Quindi cosa c'è di male se mi piace fare sesso
spinto con loro? Quello che faccio col mio corpo è affar mio e di nessun altro.
Allora
perché Rowen Flanigan mi fa riconsiderare il modo in cui vivo la mia vita? Perché
mi fa mettere in discussione le mie scelte? È soltanto una recluta.
Recluta
/reclùta/
membro
di una squadra sportiva alla sua prima stagione.
Come
ad esempio, Rowen Flanigan.
Calciatore.
Figlio di una leggenda. Recluta.
Certo,
ho sentito le storie che si raccontano sulle groupie. Chi non le ha sentite?
Semplicemente, ho condotto una vita più morigerata dei miei compagni di
squadra. E allora? Non mi aspettavo che lei fosse intelligente. Spiritosa.
Gentile. Mi mette in ginocchio in tutti i sensi... tranne uno.
Per
quello mi sto conservando per il momento giusto.
Allora
come diavolo ho finito per innamorarmi di una groupie come Tiffany? E come
diavolo potrà funzionare tra di noi quando tutti i miei compagni hanno avuto un
assaggio dell'unica cosa che io non ho avuto?
Biografia: Madre, lettrice, scrittrice. M.E. Carter non ha mai
avuto intenzione di scrivere romanzi. Ma quando un'amica l'ha praticamente
obbligata a leggere Twilight, l'amore per la scrittura che aveva perso da
bambina si è riacceso. Dal momento che le frulla sempre qualche storia in
mente, non dovrebbe sorprendere che finalmente abbia iniziato a metterle nero
su bianco. Vive in Texas con i suoi quattro figli, Mary, Elizabeth, Carter e
Bug, che sfortunatamente è nato molto tempo dopo la creazione del suo
pseudonimo, e a causa di ciò probabilmente avrà bisogno di una lunga
psicoterapia.
Estratto:
La
porta della camera si spalanca e lo sento parlare con qualcuno. «È il tuo
turno, novellino.» Spinge un ragazzo nella stanza e sbatte la porta dietro di
sé.
Mi
metto seduta sul letto. «Rowen?»
I
suoi occhi si sgranano e un rossore gli sale su per il collo quando vede il mio
aspetto. Gli sorrido. «Hai deciso di venire, quindi. Mi stavo proprio
domandando se ti saresti fatto vivo. Sono contenta che tu sia qui.»
«Io...
ehm...» Ha difficoltà ad esprimere quel che vuole dire. «Mi dispiace. Dovrei
lasciarti da sola per permetterti di vestirti.»
Si
volta per andarsene ma io lo chiamo. «Aspetta!» Lui si ferma. «Non c'è
problema, Rowen. Non sono imbarazzata o a disagio.»
«Tu
no, ma io sì.»
Non
mi è mai passato per la mente che potesse essere così pudico. La maggior parte
dei giocatori appena vede una ragazza nuda a una festa le salta addosso. Voglio
dire, è il motivo principale per cui siamo qui. La sua reazione mi lascia di
stucco. E mi confonde. In più, la trovo anche piuttosto dolce.
«Non
credevo che questo ti avrebbe messo a disagio.» Scendo dal letto. «Dammi un
secondo.» Mi infilo i jeans e la maglia rossa del Mutiny, lasciando perdere la
biancheria intima. «Adesso puoi voltarti.»
Rowen
si gira lentamente verso di me. «Grazie» dice. «Non mi aspettavo di trovarti...
ehm...»
«Nuda?»
suggerisco con un sorriso.
«Esatto»
replica in fretta, infilandosi le mani in tasca.
«Vuoi
sederti?» Vado verso il tavolino e mi accomodo su una sedia. Lui ci pensa su un
secondo ma infine segue il mio esempio. I suoi movimenti sono rigidi e lenti,
come se la situazione lo mettesse ancora a disagio. «Puoi rilassarti» dico.
«Solo perché siamo qui non significa che dobbiamo fare sesso. Possiamo anche
chiacchierare.»
Lui
annuisce e si morde il labbro. Si guarda intorno, osservando tutto come ha
fatto al bar. Non ho mai incontrato qualcuno che ama vedere le cose a cui la
maggior parte della gente non presta attenzione. «Quindi sei una groupie.»
Sbatto
le palpebre, sorpresa. Non è così semplice come rispondere “sì” o “no”. «Alcune
persone mi chiamano così.»
«Tu
come ti definisci?»
«Una
fan.»
«Una
fan» ripete impassibile.
Faccio
spallucce. «Una super fan?»
«Probabilmente
è più accurato.»
«Perché
faccio sesso con alcuni dei giocatori?» Questa conversazione sta cominciando a
farmi incazzare. Non devo giustificarmi con lui né con nessun altro per le mie
azioni.
Lui
solleva lo sguardo, sorpreso, e il rossore ritorna. «Mi dispiace» dice a bassa
voce, togliendosi il berretto e mettendo in mostra una chioma rosso fuoco. Il colore mi ricorda Carrot Top, ma Rowen è
molto più attraente del comico dai capelli rossi. «Non voglio sembrare un
moralista o altro. So che esistono le groupie, ma non ne ho mai incontrata una.
Sei diversa da come me le immaginavo.»
Sollevo
un ginocchio contro il petto e ci poggio sopra il mento mentre lui si rimette
il berretto. Sono stupita che non sia mai stato con una groupie prima d'ora.
Presumo che giochi a calcio da tutta la vita. Non è mai andato a una festa? Non
credo che il calcio al college sia molto diverso da quello professionistico
sotto questo aspetto. «Come immaginavi che fossi?»
Rowen
tira un respiro profondo e fissa la parete più lontana. «Suppongo che mi immaginassi
qualcuna che somigliasse di più ad una prostituta, una con cui nessuno parla
davvero e che trascina in uno stanzino solo per farci sesso.»
«Lo
fai sembrare così osceno.»
Lui
scrolla le spalle. «Hanno cominciato ad invitarmi a uscire solo poche settimane
fa. Non ho mai avuto un termine di paragone finora.»
«Neanche
al college? Ci sono groupie anche lì.»
«Oh
no!» Solleva le mani in maniera difensiva. «Il mio coach era molto severo su
come ci comportavamo, dentro e fuori dal campo. Una cosa del genere non ce
l'avrebbe fatta passare liscia.»
Mi
piace la sua innocenza. Alcuni calciatori si approfittano della situazione.
Adoro fare sesso, quindi ne rifiuto pochi. Ma non sono tutti dolci come Rowen.
O gentili come Santos. La maggior parte è come... beh, Mack.
«Posso
farti una domanda?» Congiunge le mani e poggia i gomiti sulle ginocchia.
«Perché lo fai? Per divertimento? Cioè, sei bellissima. E una fan leale. E
probabilmente anche intelligente e arguta... perché permetti a quei coglioni di
trattarti così?»
Sono
sbalordita. Nessun giocatore mi ha mai posto questa domanda. Danno per scontato
che sia qui per fare sesso. Vorrei rispondere alla sua domanda in maniera
onesta, ma non so cosa dire.
«Scusa,
non intendo offenderti.»
«No,
non preoccuparti. Ti capisco» ribatto. «È solo che nessuno me l'ha mai chiesto
prima. Mi hai colta alla sprovvista.» Aspetto per vedere se ritira la domanda,
ma non lo fa, perciò cerco di essere il più sincera possibile. «Mi piace fare sesso. È un ottimo antistress e ha
grandiosi effetti benefici per la salute. E...
mi piace e basta» ammetto, scrollando una spalla. «I ragazzi della
squadra sono miei amici. I miei ragazzi. So che tu pensi che siano dei
coglioni, e sì, molti lo sono, ma ci tengo a loro. È un po' come avere degli
“amici con benefici”.»
Rowen
fa un sorrisetto. «Sono un sacco di benefici.»
Colgo
il tono scherzoso nella sua voce e ricambio il sorriso. «A volte sì, ma solo se
mi va. Nessuno mi obbliga a fare nulla.»
Lui
si appoggia allo schienale della sedia e io osservo il suo viso. So che sta
pensando, ma non so bene a cosa. «Non sono come loro. Non sono il tipo da
“amicizia con benefici”» dice.
«Nessun
problema» replico sommessamente. «Mi piace avere anche dei semplici amici.»
Mi
guarda dritto negli occhi, facendomi mozzare il fiato. Sembra quasi che mi stia
guardando dentro. Nella parte più profonda di me stessa. È quasi terrificante.
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