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martedì 21 settembre 2021

Review Party: Recensione "Bugie a colazione" di Joanne Bonny

Ciao Rumors. Oggi per il Review Party, la nostra Mariaelena ci parla del nuovo romance edito Newton Compton Editori intitolato Bugie a colazione di Joanne Bonny. Uscito in data 16 Settembre.  
  

Titolo: Bugie a colazione
Autore: Joanne Bonny
Editore: Newton Compton Editori
Genere: Romance
Data di uscita: 16 Settembre 2021
 
 
Cento euro e tre mesi di tempo. È tutto quello che Sveva ha a disposizione per fondare un’impresa di successo, se non vuole che il nonno, uno degli uomini più ricchi di Milano, le tagli i fondi costringendola a vivere per sempre come una comune mortale. Tre mesi in cui Sveva sarà costretta a rinunciare alla sua sfarzosa vita fatta di party esclusivi, shopping da capogiro, vacanze esotiche e persino al suo meraviglioso attico, sostituito da un monolocale in periferia, infestato da scarafaggi e vicini poco raccomandabili. Basta un solo giorno perché Sveva comprenda di non avere alcuna chance di vincere la scommessa col nonno. E così, quando si profila la possibilità di sposare il ricchissimo e affascinante Lorenzo De Vallis, Sveva pensa di coglierla al volo.
Ma deve resistere fino al suo ritorno dalla trasferta negli Emirati Arabi… Nell’attesa che il principe azzurro arrivi a salvarla dai water incrostati del
suo lavoro temporaneo in un hotel e, soprattutto, dai vestiti di seconda mano, Sveva si trova costretta a imparare l’arte della sopravvivenza. E
chissà che la sua nuova vita, complice un incontro inaspettato, non riesca a farle scoprire qualcosa di nuovo su di sé…
 
IL LIBRO CI È STATO DONATO  DALLA STESSA AUTRICE
 SENZA ALCUNO SCOPO DI LUCRO

LE IMMAGINI USATE NON SONO NOSTRE E NON CI GUADAGNAMO SU ESSE. TUTTI II DIRITTI APPARTENGONO AI PROPRIETARI
 
 
Bentrovati Rumors,
oggi vi parlo dell’ultimo libro di Joanne Bonny “Bugie a Colazione”. Cosa posso dire come prima cosa a riguardo……una storia spumeggiante.

La protagonista è Sveva Galbiati, 24 anni, bionda, occhi chiari, elegante, bella, una vera e propria dea. Cosa fa nella vita? Niente. E’ una studentessa? Ma neanche per sogno. Ha un lavoro? Sia mai! Una ragazza della sua età dovrebbe avere aspirazioni, sogni, voglia di realizzarsi……..oh ma lei ha tutto questo, c’è solo un piccolo problema, le sue ambizioni si concentrano su un solo obiettivo: i soldi e come spenderli. 
 
Sveva è benestante, è l’unica erede dell’impresa di famiglia guidata dal nonno, la sua vita gira unicamente intorno al lusso sfrenato su ogni cosa. Feste, shopping, cure di bellezza, gioielli, tutto per apparire, tutto per essere sempre ammirata e venerata in ogni modo e in ogni dove, per lei primeggiare è l’unica cosa importante, quello che conta sono i like ricevuti su Instagram ed essere sempre un passo avanti gli altri. Ah dimenticavo, c’è un’altra cosa che Sveva vuole realizzare nella sua “semplice” vita: sposare il cugino (avete capito bene cugino, di secondo grado certo, ma pur sempre cugino) Lorenzo De Vallis e diventare con lui una delle coppie più invidiate del jetset. 

C’è una cosa che però sfugge a Sveva: i soldi non crescono sugli alberi e bisogna sempre averne rispetto, soprattutto verso coloro che hanno sudato e lavorato duramente per averli. Un bel giorno, all’ennesimo acquisto folle, il nonno decide di correre ai ripari e tirare le redini alla nipote. Dal poter spendere e acquistare ogni cosa desideri, che sia per bisogno vero o per semplice capriccio, Sveva non può neanche permettersi di vivere nel suo attico, le è stato tolto tutto, anzi no, le sono rimasti solo 100 euro e i vestiti che indossa. Questa è la sfida che le viene lanciata da suo nonno: 100 euro come patrimonio e tre mesi di tempo, mesi che mancano al suo venticinquesimo compleanno, per poter farli fruttare investendoli in un’attività proficua, una sua attività che dovrà avviare come lui aveva fatto tanti anni fa.

«Tu stai per compiere venticinque anni, l’età che avevo io quando ho fondato la mia impresa. Hai tre mesi di tempo e cento euro a disposizione per eguagliare il mio risultato. Usa questi soldi per avviare un’attività di successo e, se per il giorno del tuo compleanno sarai riuscita nell’intento, riavrai le tue carte di credito. Ma fino ad allora dovrai fare a meno di tutti i vizi e i privilegi di cui gode Sveva Galbiati». Inghiotto un groppo di saliva. «E se rifiutassi?» «A te la scelta. Puoi usare questi tre mesi per metterti in gioco e dimostrare il tuo valore, oppure vivere in un monolocale finché non tirerò le cuoia».

Che dire: catastrofe! Il mondo le crolla addosso in tutti i sensi. Sveva avrà pure la “dote” di saper spendere i soldi nei modi più disparati, ma non sa cosa vuol dire vivere senza, non lo immagina proprio, come non sa cosa significa lavorare per guadagnarsi da vivere e per raggiungere una posizione di rispetto. Quello che Sveva non poteva avere lo risolveva sempre allo stesso modo: comprarlo con i soldi. Si ritrova ben presto a sbattere la faccia contro la dura realtà: senza soldi non è più nessuno e non può più avere niente a meno che non inizi a guadagnarseli.

Dunque, riepilogo della situazione: non ho una casa, non ho un cambio d’abiti e nemmeno una borsa, visto che la mia esclusiva Medusa di Versace ora è proprietà di una cameriera di nome Estela, o Estrella, o come cavolo si chiamava quella. Sono seduta su una panchina all’ombra delle tre torri di Citylife e non ho la più pallida idea di cosa fare.

Credo di sentirmi un po’ così anch’io: qualcosa di bello e delicato caduto negli ingranaggi di un mondo duro e spietato.


Dal vivere in un attico si ritrova a dividere l’appartamento con due trans in un quartiere al quanto losco e malfamato e a lavorare in un hotel come cameriera ai piani. Secondo voi Sveva sa cosa significa lavorare veramente? Ecco appunto, avete indovinato, il vocabolo lavorare sul suo dizionario di vita non esisteva neanche, in nessuna lingua. Il lavoro all’hotel le viene offerto dalla prozia, matrigna del suo amato cugino, come ulteriore scommessa: se riuscirà a dimostrare di saper rimboccarsi le maniche e di non essere solo una bella donna senza cervello, potrà avere la sua benedizione e sposare Lorenzo. Inutile dire che Sveva non ha scelta e si ritrova con ben due sfide sul piatto, una con suo nonno e una con la prozia. Ma non si dispera e si rimbocca le maniche per cercare di riscattarsi agli occhi di tutti quelli che su di lei non scommetterebbero nemmeno un euro, anche se è dura, veramente dura, il mondo del lavoro non è certo una passeggiata.

Ecco un elenco di cose che detesto del mio nuovo lavoro. • Dovermi alzare presto la mattina dopo una notte passata insonne per colpa di Miguel Espinoza e dei suoi sgherri. • Sorbirmi le sfuriate della governante per delle sciocchezze (cosa ne sapevo io che quei cioccolatini fossero un regalo di benvenuto per gli ospiti e non un omaggio dei colleghi per la nuova arrivata? E comunque ne ho mangiati solo quattro). • Percorrere avanti e indietro infiniti corridoi identici tra loro (seriamente, mi sarò già persa almeno venti volte).

Le vicende che si susseguono sono le più disparate e le persone con cui avrà a che fare non sempre saranno gentili e cordiali con lei. Se da un lato Sveva aveva perso tutti i suoi agi, dall’altro aveva guadagnato il fatto di non essere più circondata da persone false che si professavano amiche solo perché avevi un patrimonio multi milionario alle spalle. Pian piano Sveva si rende conto che le cose importanti nella vita sono altre, non i soldi, i gioielli, l’apparire e il primeggiare, ma quello che conta davvero è realizzarsi, avere scopi concreti nella vita e circondarsi degli affetti e delle amicizie sincere. Le sue coinquiline saranno sì due trans, ma si rimboccano le maniche studiando all’università per riuscire a costruirsi un futuro e affermarsi nel mondo del lavoro. I suoi colleghi dell’albergo hanno tutti uno scopo nella loro esistenza e lottano ogni giorno per raggiungerlo; colleghi che le fanno anche capire e imparare cosa significa voler bene veramente a qualcuno e prendersene cura, coltivare le amicizie quelle vere, quelle che sanno di affetto e famiglia.

E scopre anche cosa significa amare, non idolatrare il fascinoso cugino Lorenzo, ma il vero, puro e intenso amore verso qualcuno……Erol, quel facchino che il primo giorno in hotel aveva snobbato, è colui che le fa ben presto perdere la ragione e battere forte il cuore. Erol è l’esatto opposto di Lorenzo, è di una bellezza sconvolgente, è cupo e tenebroso, è carismatico ed è capace di leggerle dentro con un solo sguardo. Anche lui, come tutti gli altri, ha uno scopo preciso, studiare arte e diventare un famoso pittore. 

Erol e Sveva ben presto si ritrovano amici, complici, confidenti e amanti focosi. Il loro sentimento nasce pian piano e cresce man mano che si conoscono e si frequentano, è un amore sincero, potente e viscerale, che sconvolge e che completa, un amore che Sveva non aveva mai provato per nessuno e che stava conoscendo solo adesso con Erol. Sveva impara a godere delle piccole cose e a farne tesoro: un sorriso, un abbraccio, un bacio, uno sguardo o il semplice silenzio sul tetto dell’hotel a guardare l’orizzonte nei momenti di pausa o alla fine di un’intensa giornata.
Grazie proprio ad Erol, Sveva riesce finalmente a trovare un proprio scopo nella vita e avere un obbiettivo, proprio come voleva suo nonno. Purtroppo ci saranno molti intoppi e, almeno in un primo tempo, Sveva si lascerà scivolare dalle mani l’opportunità di investire per il proprio futuro. E a rimarcare la propria precaria situazione, è la ricomparsa di suo cugino Lorenzo, che non ha mai nascosto il suo interesse verso di lei: anche lui sapeva che loro due insieme sarebbero stati una coppia perfetta, ricca e potente. Certo, ma poteva bastare tutto questo? Sveva non ne era più così sicura, aveva tanta paura a rinunciare alla sua vita di prima, finalmente sposando Lorenzo avrebbe potuto tornare alla ribalta nell’alta società, recuperando a pieno la sua posizione di prestigio. Ed Erol? Lui la amava e lei contraccambiava questo suo sentimento, con tutta se stessa, ma la paura di un futuro incerto era molto forte. Le loro strade si dividono? Purtroppo sì……

«Ora è diverso, non le voglio più. Sono cambiata!». «Eppure ti è bastato sentire il profumo dei soldi per fiondarti nella sua suite». «Sei ingiusto». «No, sono solo realista, ricordi?», ribatte staccando la mia mano dalla sua giacca. «Uno dei due dovrà pur esserlo». «Erol, ti prego, non te ne andare! Non lasciamoci così!». Nello sguardo che mi rivolge ora non c’è più traccia di rabbia, ma solo di delusione e tristezza. «Sto solo facendo la cosa migliore per entrambi, fidati. Addio, principessa».

Quando Sveva si ritrova circondata dal lusso e dallo sfarzo della sua vita di sempre, apre finalmente gli occhi, rendendosi presto conto che la vita di lustrini e feste non fa più per lei. Adesso ha finalmente uno scopo, un obbiettivo e vuole realizzare se stessa a tutti i costi. Riuscirà finalmente a recuperare il rapporto con suo nonno e a far sì che lui sia orgoglioso di lei.

Ecco un elenco di cose che adoro del mio nuovo lavoro. • Non sempre tutto va nel verso giusto, ma quando accade la soddisfazione è immensa, perché so che ottenere quel risultato mi è costato impegno e quindi me lo sono meritato. • Mi permette di comprare tutti i gelati che voglio (oltre a quell’appartamento in via Moscova che avevo adocchiato). • Ogni giorno mi regala nuove sfide, nuove esperienze e nuovi limiti da superare. • Ho i migliori collaboratori che possa desiderare (sì, compresa Violet, che si è rivelata una rappresentante eccellente. L’ho vista all’opera e sarebbe in grado di vendere il ghiaccio agli eschimesi. Se non altro per sfinimento). • Mi sono guadagnata il rispetto e l’orgoglio del nonno (prezzo: inestimabile).

Volete sapere qual è il nuovo lavoro di Sveva? Avrà sposato il cugino Lorenzo? Avrà più rivisto Erol e i vecchi colleghi dell’hotel? Mi spiace ma io mi fermo qui nel raccontarvi le vicende di Sveva perché non sarebbe giusto dirvi come prosegue la sua storia e le amiche del blog, se vi svelassi ancora qualcosa, mi taglierebbero le mani giustamente. A parte gli scherzi, è meglio che leggiate da soli la storia di Sveva perché le soprese che riserva sono veramente tante.

Questo libro è stato divertente e mi ha fatto spesso sorridere, soprattutto quando Sveva dava un prezzo ad ogni cosa oppure citava il brand di un capo di abbigliamento (a dire il vero oltre a ridere, ho storto un po’ il naso) ed avevo le lacrime agli occhi quando ho letto il nome del cane di una sua conoscente ovvero Chanel N°5, roba da matti anzi roba da ricchi.

La storia di Sveva non mi ha fatto solo ridere ovviamente, ma mi ha fatto anche riflettere e a volte arrabbiare per alcuni atteggiamenti snob propri non solo della protagonista. Nella vita sappiamo tutti benissimo che i soldi, anche se non fanno la felicità, servono perché solo con questi puoi riuscire a mantenerti e a raggiungere degli obbiettivi. Dobbiamo però sempre ricordarci che non sono i soldi che fanno una persona, ma è il carattere e la voglia di fare ed impegnarsi che porta veramente a qualcosa. Viviamo in una società che spesso porta a pensare che se non hai soldi non sei nessuno, ma non è assolutamente così, siamo tutti ugualmente importanti, siamo persone e abbiamo un cuore che batte e che deve continuare a farlo per ciò che ci fa bene e che fa del bene. L’unica cosa che dico io, è che a volte sarebbe meglio pareggiare un po’ le situazioni, non che ci siano persone che hanno soldi a palate e persone che non hanno nulla, sarebbe bello avere un giusto equilibrio. Certo facile a dirsi ma difficile ad avverarsi, magari con uno schiocco di dita si potesse far felice chiunque, non sarebbe di certo male. Quello che ha voluto trasmettere l’autrice con questa storia è stato forte e chiaro: nessuno e dico nessuno deve essere messo da parte, nessuno deve essere umiliato solo per la differenza sociale, nessuno deve essere sminuito. Ma c’è anche un’altra cosa importante che mi è arrivata: anche le persone “ricche” si sono rimboccate le maniche per arrivare dove sono, magari non tutte, ma sicuramente ci sono anche persone che, pur vantando una posizione di prestigio, non fanno prevalere la loro superiorità denigrando chi non è al loro livello, mantenendo la giusta umiltà.

Sono stata contenta di scoprire questa autrice per me nuova visto che “Bugie a Colazione” è stato il primo libro che ho letto scritto da lei e grazie al Blog ho potuto constatarne la bravura. Un modo di scrivere semplice ma coinvolgente e che tiene il lettore attento e desideroso di leggerne di più ad ogni pagina sfogliata.

Consiglio vivamente di non farvelo scappare.
A presto readers.

Mariaelena

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