Ciao Rumors. Oggi la nostra Alessandra, ci parla del nuovo romance edito Darcy Edizioni intitolato Patience di Serena Brucculeri. Uscito il 15 Dicembre 2022.
Titolo: Patience
Autore: Serena Brucculeri
Editore: Darcy Edizioni
Genere: Romance
Data di uscita: 15 Dicembre 2022
Patrick Walsh sa bene cos'è il dolore.
lo vive ogni giorno, lo respira, gli scorre nelle vene insieme al sangue, rendendolo più spento e solo. Ha perso tutto nel momento in cui, per un brutto gioco del destino, lei se n’è andata per sempre.
Da allora Patrick ha smarrito se stesso.
Costretto su una sedia a rotelle in seguito a un incidente, osserva le strade illuminate a festa del quartiere di Dublino in cui abita, spettatore assente di una vita che gli scorre davanti, ma che non è più la sua.
Un approccio che Anne Moran, la sua fisioterapista, non può condividere e farà di tutto per renderlo di nuovo protagonista di quella vita che ha rinnegato.
lo vive ogni giorno, lo respira, gli scorre nelle vene insieme al sangue, rendendolo più spento e solo. Ha perso tutto nel momento in cui, per un brutto gioco del destino, lei se n’è andata per sempre.
Da allora Patrick ha smarrito se stesso.
Costretto su una sedia a rotelle in seguito a un incidente, osserva le strade illuminate a festa del quartiere di Dublino in cui abita, spettatore assente di una vita che gli scorre davanti, ma che non è più la sua.
Un approccio che Anne Moran, la sua fisioterapista, non può condividere e farà di tutto per renderlo di nuovo protagonista di quella vita che ha rinnegato.
IL
LIBRO CI È
STATO DONATO DALLA STESSA AUTRICE
SENZA
ALCUNO SCOPO DI LUCRO
LE
IMMAGINI USATE NON SONO NOSTRE E NON CI GUADAGNAMO SU ESSE. TUTTI II DIRITTI
APPARTENGONO AI PROPRIETARI
Meravigliose/i Rumors, sono felicissima di potervi parlare di “Patience” di Serena Brucculeri, un’autrice che già adoravo prima di leggere questo suo ultimo romanzo, ma che ora rientra tra le mie autrici preferite in assoluto. La sua penna è in grado non solo di narrare avvenimenti e situazioni, ma di catapultare il lettore nell’anima dei personaggi. E questo non è da tutti, credetemi!
Ma partiamo dall’inizio…
Ma partiamo dall’inizio…
Dopo la perdita della moglie, Patrick si trova in balìa di un dolore tale da indurlo a cedere all’oscurità. Nulla più per lui ha colore, nulla più ha importanza, né il suo lavoro, né i suoi affetti, né la sua vita.
“L’autunno a Dublino poteva essere molto lungo, ancora pochi giorni e avrebbe ceduto il passo a un inverno rigido, accrescendo le voragini e il nero della mia anima. Più di una volta avevo avuto la tentazione di affacciarmi ai bordi di quel dirupo e lasciarmi cadere, finalmente, in quello spazio profondo per non riemergerne mai più.”
Da quel giorno inizia a sopravvivere, abbandonandosi all’alcol, ed è proprio quest’ultimo la causa di un incidente che lo porta su una sedia a rotelle.
Per fortuna al suo fianco c’è Tom, il suo migliore amico, nonché ex collega, che non può restare indifferente, non può accettare che Patrick si lasci andare così. Decide quindi di cercargli una fisioterapista che possa aiutarlo a recuperare l’uso delle gambe, idea consigliata anche dai medici.
“«Ma ti senti quando parli? Tu devi ricominciare a camminare, a vivere la tua vita» mi rimproverò, mettendo su quel devi più enfasi del dovuto.”
Tuttavia, non è affatto facile trovare la persona che possa riuscire in questo compito, perché la collaborazione da parte di Patrick è nulla. Per di più lui è scorbutico con tutte le fisioterapiste, tanto da indurle ad andarsene in tempi record. Ma quando ormai Tom sta per perdere la speranza di riuscire a trovare la persona adatta per il suo amico, ecco che arriva lei: Anne Moran, una ragazza solare, chiacchierona e soprattutto paziente.
“Patrick mi guardò in cagnesco, come un lottatore sul ring pronto a colpire; mi voleva eliminare, glielo leggevo in faccia, nei pugni chiusi e nel respiro corto.”
È dura tenere testa a un burbero come lui, ma Anne sa il fatto suo e non gli permetterà di averla vinta. Con pazienza porterà a termine gli obiettivi prefissati. Ma il compito più grande non sarà quello di rimettere in piedi Patrick, bensì quello di farlo tornare ad apprezzare la vita.
“Nonostante io l’avessi trattata male, non se ne era andata. Inspirai l’aria che sapeva di resina e alzai lo sguardo sulle cime degli alti cipressi, silenziosi e rispettosi delle emozioni di chi metteva piede lì dentro. C’era già sentore di inverno.
Quell’inizio di dicembre segnò una nuova partenza anche per me.”
Non posso andare oltre, per evitare troppo spoiler, lo sapete. Ma ricordatevi sempre che in poche righe di una recensione non si possono racchiudere le forti emozioni che solo leggendo il libro si possono provare al cento per cento. E soprattutto permettetemi di sottolineare quanto questo romanzo sia importante, perché l’autrice, con la sua narrazione fluida, dolce e impeccabile, è stata capace di descrivere in modo egregio l’anima e il cuore dei protagonisti, portando il lettore a un punto tale da restare a volte senza respiro.
Complimenti davvero a Serena Brucculeri che con questa storia mi ha fatto sentire sotto pelle il dolore di Patrick, facendomi vibrare il cuore in più occasioni. Leggete questo romanzo, perché non ve ne pentirete e mi darete ragione, capirete quello che sto cercando di dirvi. Approfitto per ringraziare qui l’autrice, per le forti emozioni che mi ha fatto provare. Solo lei è capace di descrivere il dolore dell'anima in un modo così forte da invadere il costato del lettore. Solo lei è in grado di narrare l’amore con delicatezza e forza allo stesso tempo.
“Anne Moran non era il mio tipo: non era bionda, i suoi capelli non ricadevano sulle spalle come seta, erano mossi, indomabili; i suoi occhi non erano azzurri come due schegge di cielo irlandese, ma castani, caldi, dispettosi; la sua bocca non era una linea morbida e raffinata che racchiudeva un sorriso discreto; era carnosa, rosea e invadente. Strinsi le mani a pugno, scacciai con rabbia l’immagine di lei in costume, le forme generose evidenziate dal tessuto bagnato, la pelle bianca come porcellana. E quel profumo, dannazione, quel cazzo di profumo non era un’essenza costosa, era la fragranza di un prato di fiori in primavera. E io odiavo la primavera.”
“Nonostante quell’uomo vivesse da un anno a quella parte in simbiosi con il dolore, era possibile intravederne, tra le pieghe del volto stanco, la bellezza. Era ancora lì, premeva per uscire, ma l’ostinazione a trincerarsi contro la vita la camuffava, rendendolo l’ombra di se stesso.”
Romanzo super consigliato!
Alla prossima lettura, meravigliose/i Rumors.
La vostra Ale 😊
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