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sabato 27 giugno 2015

Recensione "Prigioniera" di Maria Cristina Torrisi

Titolo: Prigioniera
Autrice: Maria Cristina Torrisi
Per acquisto mail :cristinatorrisi@virgilio.it

SINOSSI DI PRIGIONIERA
Il conte Ferdinando Monforte s’innamora di Edga. La sposa per possederla e proteggerla dal mondo esterno, una società che egli vede corrotta e corruttibile a causa dell’infedeltà della donna.
Edga, dopo la morte dei genitori, cresce con gli zii e, contro il volere della famiglia, sposa l’uomo di cui si è follemente innamorata ma che, dopo le nozze avvenute in gran segretezza, la terrà segregata in casa, “prigioniera”.
Don Ferdinando, che, da marito affettuoso, si tramuterà ben presto in consorte possessivo e austero, cela un terribile segreto che da vittima lo rende carnefice, preda di deliri di un ricordo lontano, quando, ancora giovinetto, assistette all’omicidio della madre fedifraga e al suicidio del padre.
Riuscirà Edga a scoprire i segreti nascosti tra le mura del castello del conte e a fuggire da una realtà opprimente?

DALLA PREFAZIONE AL TESTO
…Cristina Torrisi riesce ad utilizzare la struttura della lingua, sia nell’aspetto propriamente lessicale e sia in quello che riguarda l’organizzazione dell’asse sintagmatico o paradigmatico, con lo scopo di pervenire ad una rarefazione del pensiero, ad una decantazione da ogni ingombro inutile e ripetuto. L’occhio e la mente del lettore scorrono veloci lungo le righe della sua pagina, si mescolano con i significanti, e se vi si soffermano spesso è perché desiderano, indugiando, meglio comprendere le sfumature, i sottintesi, i rimandi analogici, le pause. Perché anch’esse, le pause, hanno il loro ruolo, riuscendo a tenere sospeso il discorso e di conseguenza a catturare l’attenzione di chi legge…

Prof. Alfonso Sciacca

L’AUTRICE
Maria Cristina Torrisi, scrittrice e giornalista, editore e direttore della rivista telematica www.nuoveedizionibohemien.it, ha già pubblicato i romanzi storici:
Le due Primavere (Edizioni Galatea, dicembre 1993)
Oltre la memoria (Edizioni Bonanno, dicembre 1996)
La grande Aquila (Edizioni Greco, giugno 1999)
Gretha (Edizioni Bohémien, ottobre 2003)
La vite e il tralcio, il suo nome era Jesus (edizioni Bohémien, novembre 2009)
In questa sua ultima fatica letteraria, l’autrice propone un romanzo storico, di genere thriller psicologico. E’ un segno di solidarietà rivolto a tutte le donne che subiscono violenza tra le mura domestiche. Liberamente ispirato alla famosa fiaba Barbablù di Charles Perrault.
RECENSIONE A CURA DI VITTORIO DE AGRO'
Giambattista  Vico sosteneva che la storia  sia fatta da corsi e  ricorsi e che  nulla accada per sbaglio.
L’ uomo è spinto dai sentimenti e sono tali a condizionarlo e a renderlo  in fase alterne vittima o carnefice.
L’amore è forse   il sentimento più importante  e forte che si possa provare, ma è anche quello che produce dolore, violenza, morte e dramma.
Ieri, oggi e domani  parafrasando il celebre film di Vittorio De Sica, l’amore nel corso del tempo non ha mai modificato i propri effetti sull’uomo anzi in molti casi li ha cristallizzati.
E’ l’amore che ci fa sognare,illudere, palpitare il cuore e credere di poter  vivere una favola appassionata. Molte donne credono di aver trovato il principe azzurro e invece scoprono di avere affianco l’Orco Cattivo.
La cronaca dei giornali è, aihmè ,piena di storie d’amore che diventano casi di cronaca nera e di violenza.
Maria Cristina  Torrisi valente e brillante giornalista nel suo ultimo romanzo ci dimostra come l’amore possa tramutarsi in violenza e orrore anche  in un tempo in cui le parole “stalker” “violenza domestica” e “ tortura psicologica” non erano conosciute nei testi di diritto e nel linguaggio comune.
L’autrice acese  conduce per mano il lettore  in Piemonte e in particolare nella Torino dei primi del novecento facendo conoscere la bella, giovane e sognatrice Edga che rimasta orfana di genitori vive con gli amati zii e nonostante  viva in un epoca e in un ambiente conservatore e formale, ella ha un animo “liberal” e brama di poter conoscere il vero amore. Un sentimento che la sorprende quando il suo sguardo incrocia quello del fascinoso e misterioso Conte Ferdinando Manforte che assai poco piace invece alla famiglia della ragazza.
Egda è invece colpita dalla passione e dall’entusiasmo e nonostante abbia nell’amico Carlo Alberto un leale e sincero ammiratore, decide di fuggire e di sposare di nascosto il conte Manforte
Potrebbe essere dunque sulla carta l’inizio di una bella storia d’amore, ma ben presto Egda si rende conto che l’amato marito nasconde misteriosi e orribili segreti e che di fatto la  tiene prigioniera nella sua splendida casa guardata a vista dalla vecchia e temibile governante Clarissa.
Un romanzo che racchiude in sé diversi generi letterari: romance, storico e infine thriller,mescolati con sapienza ed equilibrio realizzando così un prodotto gradevole, intenso e  avvincente nella lettura.
Lo stile di Cristina è brioso, curato, elegante capace di raccontare l’ambiente che  ruota intorno alla storia con poche ,dosate e  chiare pennellate proiettando il lettore in una società che non esiste più e soprattutto  descrivendo le diverse personalità e sfumature dei protagonisti dimostrando di conoscere e di maneggiare con fare sicuro la fase introspettiva.
Un libro che si legge con facilità e curiosità grazie a un buon ritmo e crescente pathos narrativo fino a un finale, forse un po’ frettoloso, ma che comunque incuriosisce  il lettore e soprattutto lo fa riflettere su quanto l’amore possa essere nello stesso un bellissimo sentimento e un oscura distruttiva forza.
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