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mercoledì 18 novembre 2015

Recensione "Un'ora un giorno un anno senza te" di Sara Tessa

Ciao Rumors. Oggi la nostra amica l'autrice Irene Pastorelli, ci parla del nuovo libro di Sara Tessa intitolato Un'ora un giorno un anno senza te il seguito di Se fossi qui con me questa sera edito Newton Compton.
Titolo: Un'ora un giorno un anno senza te
Autrice: Sara Tessa
Editore: Newton Compton
Genere: Contemporary Romance
Prezzo Ebook: 4,99
Prezzo cartaceo: 9,90
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Dopo la drastica separazione da Nathan, Beah è diventata molto solitaria. Si è liberata della rabbia che aveva dentro e la faceva soffrire, ha venduto la sua casa, preso un cane e trovato un nuovo lavoro. Ma non ha certo dimenticato... I suoi pensieri vagano ma si fermano sempre su quel viso, che ha perso per sempre. Per sopravvivere ha adottato, come è nel suo stile, la strategia del “ricomincio da zero”. E in questa nuova pagina della sua vita, sarà l’incontro con Philipa, un’anziana signora del quartiere, a smuovere qualcosa in lei, a spingere il suo cuore ad aprirsi di nuovo, per far spazio a un amore finora sconosciuto. Ma per abbracciare quel tipo d’amore, quello di “serie A”, come lo chiamava Nathan, Beah dovrà abbandonare le sue granitiche convinzioni, quasi disimparare, per lasciarsi andare a un sentimento che finora non ha mai vissuto…
Quando Un’ora un giorno un anno senza te è stato pubblicato, alle mie amiche ho dato il divieto di spoiler! …categorico! In ogni maniera ho schivato i post su Facebook e le recensioni condivise, con l’unico intento di preservare la mia lettura. Parto col dire che per me – e ripeto, secondo me – la storia di Bea e Nathan finiva con Se fossi qui con me questa sera. I finali aperti hanno quella caratteristica di permettere alla fantasia di viaggiare, creare altre storie… alternative. È vero, tra i due la storia era chiusa… eppure… chissà… Una volta chiuso il libro le prospettive cambiano e i fatti prendono altre strade.
Sara però ha voluto farci leggere ancora di Bea e della sua rinascita, perché lo sappiamo tutte, si rinasce sempre.
In questo sequel ritroviamo tutti, ci sono Diane, Babette, Evangeline e poi c’è Jack O’Brian, il pompiere.
Bea ha venduto la sua casa e con sé porta Padme, un cucciolo trovato in uno scatolone. Non ha ancora ricominciato del tutto, insomma è ritornata un po’ quella che era una volta.
A volte nella notte mi svegliavo di colpo, senza un perché, e avevo la sensazione di essere tornata da un altro luogo, indefinito, del quale mi rimanevano delle tracce. Un odore conosciuto, e allora mi giravo di lato e pensavo che forse anche lui in quell’esatto momento fosse sveglio, nel suo letto con la medesima sensazione. Ed era proprio in quei momenti della notte che intuivo quanto il mio legame con lui avesse a che fare con qualcosa che superava questa realtà.

Nathan è nell’aria e Bea non ne parla mai, le sua amica Babette fatica a tirarle fuori i pensieri che la protagonista tiene ben custoditi nel cuore. Ha lasciato la rubrica che seguiva e trascorre le sue giornate facendo lunghe passeggiate. Ed è proprio durante una di quelle passeggiate che conosce Philippa, un’anziana donna che giorno dopo giorno l’aiuterà a disimparare ciò che Bea ha sempre saputo. “Cresci bene, cresci forte, sconfiggi la morte.” Sa di dover ricominciare e così lo fa per l’inaugurazione del Garden’s Heart, l’impresa imprenditoriale di Evangeline nella progettazione di giardini. Bea di certo non lo immagina, ma lì, incontra Jack.
«Ma stai andando via?», chiese guardando la borsa tra le mie mani improvvisamente sudate.
Abbassai gli occhi sulla borsa. «Sì, me ne stavo andando.»
«Peccato», disse.
Ci guardammo qualche secondo e mi chiesi se anche lui stesse pensando la stessa cosa da quando ci eravamo riconosciuti. La più ovvia. Che il destino stesse giocando con noi.
I due si rincontrano nuovamente, Bea aiuta Evangeline con il suo lavoro e Jack la invita alla festa dei pompieri. Tentenna, la ragazza lo fa sempre ma poi si lascia trascinare. C’è un momento in cui i due si guardano e il cuore del lettore batte, quello che c’è tra loro dura poco, davvero troppo poco e Bea non capisce. È proprio quando meno se lo aspetta che capirà una cosa fondamentale: il tempo da solo non guarisce le ferite. E lo capisce quando a un semaforo incontrerà lui, Nathan, il suo passato mai passato. Bea sembra non rendersene conto e dopo un attimo di smarrimento riprende la sua vita che la condurrà a Malibu, a casa di Jack per un lavoro che Evangeline deve svolgere. Quello di stendere il manto erboso è un lavoro che porterà via molto tempo e così Jack le invita a restare per la notte. Sembra una notte come le altre, ma non per Bea che esce sul balcone per prendere fiato e lì trova Jack. È scossa, sconvolta, e disorientata. In un momento di debolezza chiede al ragazzo un po’ di conforto: un abbraccio. Ma quel contatto risveglia in Bea un “desiderio primordiale”. Inizialmente viene rifiutata, il ragazzo porta addosso la ferita del tradimento e non vuole approfittare di lei, proprio quando nel cuore di lei c’è qualcun altro. Jack però prova qualcosa per Bea, lo ha sempre provato fin dalla notte in cui le ha salvato la vita, e il puro desiderio prende il sopravvento. I pensieri, i dubbi, si presenteranno tutti l’indomani. Il ragazzo affronta la questione per entrambi portando la quiete che a Bea mancava.
«Ma sei vero?», chiesi e gli diedi un pizzicotto.
«Sì che sono vero», mi strizzò l’occhio. «Perché me lo chiedi?»
«Parli come in un sogno.»
Dopo un inizio difficile, i due trovano la stabilità nella routine di coppia che però dopo qualche mese va in frantumi perché al party dello studio legale del padre di Jack, c’è un ospite che Bea non si aspetta.
Qui mi fermo perché credo di aver raccontato troppo. Forse l’autrice non aveva previsto questo romanzo, eppure la sua bravura lo ha reso a suo modo particolare. È vero, ci sono stati passaggi che avrei voluto fossero stati trattati meno frettolosamente, ma la sensibilità di Sara Tessa è assolutamente innegabile. Poche hanno la sua capacità di trascinarti nel romanzo. Più volte mi si è appannata la vista e sul finale non ho trattenuto una lacrima per quanto le sue parole mi sono parse reali. Erano vere.
Se dovessi attribuire un aggettivo alla sua scrittura, be’, direi passionale. Il finale forse non è ciò che molte si aspettavano ma va bene così. È una storia d’amore, travagliata, sofferta, mancata, ed è quella di Bea raccontata da Sara Tessa.  
Lidia Ottelli ha detto...

Concordo con tutto quello che ha detto Irene. Ho letto il libro e, nonostante il finale diverso dal solito, mi è piaciuto e Sara Tessa scrive da dio

IrenePas ha detto...

Ha una spiccata sensibilità.

Lidia Ottelli ha detto...

*_*

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