Titolo: Poison
Autore: Daniela Ruggero
Editore: Self Publishing
Genere:
Dark romance
Sara è una ragazza semplice, dal
viso pulito e dal sorriso gentile. La sua vita è stata segnata da un'infanzia
dolorosa. Andrea è il rampollo di una famiglia ricca e potente, tradito dal suo
più grande amore chiude le porte della sua anima trasformandosi in un cinico
maniaco del controllo.
Il destino li unisce in un incontro
casuale e sfuggente. I loro sguardi si incrociano e da quel momento nulla sarà
più come prima. Nell'intensità di una storia dettata dal possesso e dalla
passione portata al limite, Sarah e Andrea condivideranno le vite, mescolando
il dolore dal loro passato alla speranza per il futuro. Ma può un cuore
traboccante di rabbia ricominciare ad amare?
Il dark
romance è un altro di quei generi che non prediligo, non che non abbia lo
stomaco forte per assistere a certe scene da semplice lettrice, ma perché mal
tollero quell’amore che sfocia dalla violenza. E voi vi starete chiedendo ma
che caspita li legge a fare questa tizia? Ebbene, li leggo perché non amo
criticare qualcosa a priori e spero sempre di essere smentita da una bella
lettura e al momento questo dark romance non aveva incontrato le mie simpatie.
Okay la
sindrome di Stoccolma e il masochismo che è insito in alcuni esseri umani, ma
la dipendenza psicologica è qualcosa di talmente reale e delicato che è
veramente difficile da gestire in modo credibile, possibile in un libro. In
tante robe di dubbio gusto psicologico che mi sono pervenute tra le mani,
Poison di Daniela Ruggero è stata una piacevole scoperta.
Nel suo
libro è riuscita a rendere questa dipendenza psicologica molto più credibile e
plausibile, senza andare a scomodare scene di violenze subite nell’infanzia con
uomini che da grandi si
vendicheranno sulle figlie dei carnefici. Scusate la
digressione, ma questa è la trama di tutti i precedenti letti, pare ci sia un
copione prestabilito in questo genere; un copione così assurdo che mi pare
alquanto limitato. Invece Daniela parla di una realtà concreta, di una moglie
che subisce da anni in silenzio il maltrattamento di un marito violento e
ubriacone. Ci descrive una ragazzina, figlia di questa famiglia, non voluta,
vittima ella stessa di silenzi, botte, violenze psicologiche. Quella che
descrive è una realtà vera con un forte impatto sociale e questo è quello che
mi ha colpito.
Andrea,
dall’altro lato, è egli stesso vittima e carnefice. Vittima di se stesso, della
sua famiglia, dei traumi subiti, vittima della dipendenza e dell’abuso di
sostanze che lo rende a sua volta duro, cinico e spietato.
Due vita
fragili e distrutte che si incontrano, mettendo in gioco di nuovo un meccanismo
di abuso e di dipendenza psicologica, che non è tanto lontano da una realtà
possibile. Ma tutto questo buio ha una luce alla fine del tunnel, una soluzione
fortemente reale anche se lunga e faticosa.
La pecca
di questo libro è stata più sul finale che a molti potrebbe apparire affrettato
nella risoluzione del vissero tutti felici e contenti tipica del rosa, ma qui e
là il protagonista lo ammette che è dura aver smesso. L’altra è che ci sarebbe
bisogno di una maggior attenzione per i refusi e qualche errore nel testo, ma
anche così l’ho apprezzato parecchio per la scelta di mostrare come una storia
possa essere dark e romantica allo stesso tempo senza scadere nel ridicolo o
nell’assurdo.
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