Titolo: Il Sussurro del Lago
Autore: Alessia Litta
Editore: Self Publishing
Genere: romance
Prezzo ebook: 0,99€
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Manon lavora in una libreria di Lione e vive in un piccolo appartamento.
Raoul è un ex campione di rally e vive nella villetta di fronte. Quella che Manon desidera.
I due si spiano di continuo. Lei pensa che lui sia arrogante e presuntuoso. Lui che lei sia eccentrica e fuori di testa.
Eppure, quando sua madre lo invita sul lago di Annecy per l’inaugurazione del loro hotel, la Vigilia di Natale, Raoul non ci pensa due volte a proporre a Manon un accordo: se lei lo accompagnerà fingendosi la sua fidanzata, lui le cederà la villetta.
Manon accetta.
E sul lago di Annecy, tra paesaggi da cartolina, romantiche gite sotto le stelle e una sorpresa di Natale da togliere il fiato, Manon impara finalmente a conoscere le mille sfaccettature dell’uomo che l’ha condotta fin lì. Il cuore comincia a battere più forte, l’amore bussa alla porta.
Ma ogni fiaba ha il suo lato oscuro. E presto Manon dovrà confrontarsi con il vero motivo per cui Raoul l’ha voluta con sé.
«Lo stai sentendo?» le chiese.
«Lo senti il vento che, ululando, attraversa le montagne e scende come un
bisbiglio gelido sulle acque? Lo senti, Manon? Questa è la voce del lago. Il
suo sussurro».
Il Natale,
se romanzato, rende tutto migliore. E questo, le scrittrici di romanzi rosa lo
hanno capito talmente bene che in questo periodo dell’anno diventa quasi
difficile scegliere quale titolo acquistare per via della vasta offerta.
Alessia Litta porta una spolverata natalizia con il suo romanzo “Il sussurro
del lago” e ci offre un viaggio d’inchiostro tra le alture innevate delle Alpi.
Manon e Raoul sono i protagonisti di una storia d’amore che si destreggia tra
l’incanto della natura e la complessità dell’animo umano. Entrambi reduci da
traumi di vita, i protagonisti sono diffidenti nei confronti dell’amore e - a
dire il vero - anche l’uno con l’altro.
Manon porta
con sé un bagaglio passato che influenza spesso i suoi comportamenti così come
Raul, che ha abbandonato una vita di lusso e fama per un incidente che tormenta
il suo presente. Sotto
l’ottica traumatica, i protagonisti respirano la stessa
patina del dolore ed è proprio la presenza di queste cicatrici a farli
avvicinare. Raul vede in Manon una forza che è al tempo stesso debolezza,
vorrebbe averla ma per proteggerla l’allontana, mentre Manon cerca di tenersi
lontana da una tentazione in carne ed ossa che potrebbe procurarle più danni
che piaceri.
Manon viene
dipinta come una boccata d’aria fresca nella vita del tormentato Raul, che
cerca in tutti i modi di ritrovare la strada smarrita da tempo. Ma è grazie a
questa ricerca che si rende conto di avere davanti agli occhi la medicina per
il suo cuore provato: Manon fa ingresso nella sua vita e Raul sente il bisogno
di farcela rimanere a tutti i costi.
«Resta qui, Manon. Resta e non
andar via».
Manon si abbandonò contro di
lui, e restò.
Questo è il primo romanzo che
leggo dell’autrice e sono rimasta affascinata dalla sua tecnica narrativa:
pulita, lineare e accattivante. Le descrizioni del paesaggio sono vivide e
suggestive al punto che mi è sembrato di essere parte integrante del racconto. Ho
sempre desiderato una vacanza sulla neve e dopo questo romanzo l’autrice dovrà
sentirsi tremendamente in colpa con le mie finanze se deciderò di compiere
questo atto estremo!
Ho provato empatia nei confronti
di Manon e delle sue debolezze, una ragazza semplice che nonostante le
delusioni vorrebbe vivere un amore che distrugge e ricompone, ma al tempo
stesso ho compreso lo struggimento di Raul e il bisogno d’amore che per lui
sembra essere invece un ennesimo fardello. Nonostante Raul sia stato in passato
il classico playboy dalla fama contraddistinta, l’autrice ha saputo
presentarcelo sotto un’altra sfaccettatura: Raul è un uomo che ha scoperto
tutti gli aspetti dell’amore e ne è sopravvissuto, continuando la propria vita
in un rimorso straziante che paradossalmente lo avvicina ancor di più verso
Manon.
«Ma io voglio te».
Manon si bloccò, e alzò gli
occhi su di lui. Si fissarono.
Raoul non sorrideva più. Il suo
volto sembrava diventato di granito.
E sotto quello sguardo intenso,
forte, determinato, Manon sentì un brivido improvviso.
«Vuoi…vuoi me?» balbettò.
Qualcosa si mosse negli occhi di
Raoul. Qualcosa che per un attimo parve mutare il verde delle sue iridi in una
sfumatura più scura. Ma durò un istante, poi gli angoli delle sue labbra si
piegarono di nuovo.
«Voglio portare te» corresse con un sorriso blando.
I personaggi sono delineati e
ben caratterizzati tanto da permettere facilmente l’immedesimazione e ho
apprezzato l’inserimento di una coppia secondaria alla quale spero che
l’autrice decida di far avere un seguito, soprattutto per la suspense con la
quale li abbiamo lasciati al termine del romanzo!
L’unica nota che mi sento di
voler sottolineare, essendo partita con le premesse di un romance natalizio, è
stata la poca percezione di questo clima festoso. Escludendo l’ambientazione
paradisiaca tra laghi di montagna e passeggiate tra la neve, che hanno reso la
contestualizzazione ancor più vivida, mi è dispiaciuto riscontrare una presenza
inferiore del fattore natalizio rispetto all’idea che avevo avuto leggendone la
trama. Tengo a precisare che questo è un dettaglio del tutto insulso per chi
del Natale non se ne frega poi molto, questa è una mia peculiarità, nel senso
che in questo periodo solitamente mi immergo in letture che fanno del Natale il
loro perno centrale (lo so, non sono molto profonda!).
“Il sussurro del lago” è
un’ottima lettura d’inverno, da consumare in poche ore davanti il caminetto (o
per i poveracci come me attaccati al termosifone) e con una bella tazza di
cioccolata calda tra le mani. A furia di leggere di tutta quella neve e laghi
ghiacciati – e non potendo avere Raoul a differenza di Manon – qualcosa di
caldo si dovrà pur avere!
Cristina Migliaccio
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