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mercoledì 24 settembre 2014

Recensione "L'anello d'oro" di Cristina Bruno

L'anello d'oro
Cristina Bruno
Editore La ponga Edizioni
Copertina di Roger Webber
Anno 2014
Pagine 231
Prezzo 2.49 euro
Formato e-book
Disponibile su Amazon, LaFeltrinelli, InMondadori, iTunes e numerosi altri e-book store on-line ad esempio:
ROMANZO
Il trafugamento di un importante documento cifrato dalla banca dati di una misteriosa agenzia di Mosca potrebbe mettere in crisi l'equilibrio politico ed economico mondiale. Si scatena così una serrata caccia all’uomo nel tentativo di recuperare quanto sottratto e di far sparire eventuali testimoni. Per Peter Sullivan, esperto americano di sicurezza informatica, e la giovane collega russa Ksenija Fedorovna Bašmakova, è l'inizio di una fuga attraverso la Russia che li vedrà lottare fianco a fianco contro l'enigmatico Club dell’Anello d’Oro. Il viaggio che diventa una scoperta non solo di luoghi ma anche di anime, svela a poco a poco i contorni dell'intrigo internazionale che avvolge e sconvolge i destini dei due protagonisti.

RECENSIONE A CURA DI VITTORIO DE AGRO' PER IL RUMORE DEI LIBRI

Ci sono guerre che si combattono nell’ombra e senza spargimenti di sangue.
E’ sufficiente un click sul computer per poter muovere eserciti e scatenare l’inferno.
Ci sono nemici invisibili e molto pericolosi che agiscono anche attraverso i Media.
Dopo la caduta del Muro di Berlino e la dissoluzione dell’URSS, il mondo è cambiato, sono mutati gli equilibri politici e strategici. La distinzione tra giusto e sbagliato è diventata sottile.
Gli interessi economici hanno sostituito gli idealismi politici e morali.

Cristina Bruno con il suo libro porta il lettore nella bella, misteriosa e complessa Russia post caduta Muro di Berllino. Una Russia ancora a metà strada tra passato e futuro. Un Paese ricco di storia e di fascino, ma carico di contraddizioni. “L’Anello d’Oro” è una spy story, un romance, un dramma e anche un road movie tra le bellezze storiche della Russia. Per chi non ha mai visitato questo Paese, come il sottoscritto, il libro diventa l’ideale Cicerone per mostrare luoghi, atmosfere e comprendere modi di pensare e fare, degli abitanti di un mondo per lo più ancora sconosciuto.

Il protagonista involontario della storia è Peter Sullivan, professore americano d’informatica di mezza età, di passaggio in Russia per un periodo sabbatico. L’incontro causale con la giovane e misteriosa Ksenija, collega d’Università, lo trascina da una parte in una intensa storia d’amore e dall’altra in un pericolosa partita a scacchi con i Poteri Forti che controllano e dispongono le sorti di noi tutti.

Una partita giocata su file nascosti dentro pen drive, sistemi operativi e operazioni di hackeraggio.

Una spy story che diventa anche dramma con inseguimenti, omicidi e feriti lasciati per strada.

Lo stile della Bruno è piacevole, scorrevole e nel complesso incalzante. Il romanzo ha un buon ritmo e invita il lettore alla lettura, alternando con equilibrio e talento i vari generi letterari.

E’ un romanzo lungo, complesso e a tratti forse retorico nei contenuti. Pensare a una sua riduzione, sicuramente gli darebbe più smalto e darebbe ancora più vivacità e interesse alla storia.

C’è un buon pathos narrativo e la struttura narrativa è nel complesso ben costruita, ma risulta in alcuni punti eccessiva e necessita d’essere snellita.

La parte romance rispetto alla spy story, è meno avvincente ed emozionante. I due protagonisti, Peter e Ksenija piacciono e convincono più come “agenti segreti” che come amanti.

Il breve passaggio “erotico” della storia è inutile e in qualche modo stride con la storia e personalmente poteva essere evitato.

Bruno riesce a raccontare con passione e forza lo spirito della Russia e l’anima dei Russi, rivelando come sia ancora un Paese per certi aspetti lontano dall’Occidente e dai sui valori.

Il libro rivela e insinua il dubbio nel lettore che ci possano essere nell’ombra organizzazioni anche governative che sono disposte a commettere atti illeciti pur di ottenere vantaggi economici,

I nostri protagonisti sono, forse, in parte moderni Don Chisciotte, ma hanno il merito e il coraggio di credere a un mondo diverso.

Il finale aperto del libro ci fa immaginare che probabilmente le avventure dei nostri “James Bond” non siano conclusi da una parte e dall’altra è difficile stabilire oggi chi siano i buoni e chi i cattivi.
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