Titolo: Bugiardo per amore
Autrice: Federica Leva
Editore: Self Publishing
Genere: Contemporary Romance
Prezzo ebook: 2,99 €
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"Con quella bugia le ha dato tutto, ma ha perso ogni cosa"
Quando Ginevra rimane incinta, suo marito non è felice. Mirko rivela presto d’essere infedele e violento, e cerca perfino di sbarazzarsi del piccolino. A complicare le cose, dalla Spagna arriva l'affascinante visconte Estefan, innamorato da sempre di Ginevra e che, per proteggerla, si finge interessato alla sua migliore amica. Ma le bugie, si sa, hanno vita breve. E questa sarà soltanto la prima di una serie di verità taciute che ingarbuglieranno le cose...
Fra momenti esilaranti, abominevoli ricatti e sorprendenti rivelazioni, vivrete una passione travolgente che cambierà la vita di tutti e che vi resterà nel cuore.
Estratti
Doveva essere un sogno. Si era sempre proibita di fantasticare su di lui, e ora i sogni si facevano
beffe di lei, confondendo la realtà con l’illusione. Ma anche se fosse stato così… che le importava?
Se il sogno l’aveva trasportata fin lì, allora voleva sognare fino in fondo.
«Cavalcami…» Quella voce roca, straripante di sensualità, era di Estefan? Era così, nell’amore?
«Ti voglio.»
Ginevra obbedì, e lui la riempì di sé, della sua passione. E lei… era suo, quel suono indecente
che le era sfuggito dalla bocca? Più spudorata di quanto ricordasse d’essere mai stata, iniziò a
ondeggiare su di lui ed Estefan la incoraggiò roteando il bacino, le mani serrate sui suoi fianchi.
Averlo dentro di sé, sotto di sé, sopra la pelle e nell’aria che respirava, era più che piacere. Era
estasi.
Gettò indietro la testa, trafitta da una sferzata di godimento, rovente e inattesa. Quello era fare
l’amore? Avrebbe dovuto saperlo, dopo sei anni di matrimonio. In passato – perché c’era stato un
passato, vero? – aveva vissuto momenti
piacevoli, ma i ricordi si stavano già stemperando nei
vapori di una nebbia inconsistente, le emozioni sbiadivano, i colori, i suoni e le parole si
disperdevano in un nulla sempre più sfocato. Ma d’una cosa era certa. Mai c’erano state fiammate e
colate di lava, come in quel momento. Dalla gola le sfuggirono gemiti scandalosi, che si
mescolarono ai mugolii rauchi di Estefan.
Era la sua fantasia proibita, il suo angelo e ansimava per lei, si muoveva per lei. Era lì per lei. E
l’aveva chiamata amore. Amore…
Il cuore di Ginevra sobbalzò. Fu come se un branco di cavalli impazziti scalciasse, lacerandole
l’anima, per correre verso di lui. Estefan stava parlando con un uomo biondo e si era avvicinato al
tavolo degli aperitivi per farsi servire un prosecco. Era vestito con disinvolta noncuranza, pantaloni
in denim blu scuro e camicia bianca con il colletto alto, ricamato da motivi argentati. Un ciuffo
ondulato gli ricadeva sulla fronte fino a sfiorargli gli occhi cupi. Era arrossato, forse aveva bevuto
troppo o era accaldato. All'improvviso, Ginevra si accorse che l’aria era rovente, in quelle sale.
«Estefan!» chiamò ancora Regina. «Amore!»
Amore?
A quel richiamo, lui si voltò. La inchiodò con uno sguardo carico d’odio, ma un attimo dopo
slittò su Ginevra e s’immobilizzò.
Fuoco.
Scintille che passavano fra loro, incendiando l’aria.
Una sola domanda che scoppiava, senza una risposta.
Perché?
La sala scomparve, la musica si azzittì. L’oscurità s’accartocciò attorno a ogni volto e ogni nome
si disgregò, come se non fosse mai esistito. Ginevra si perse in Estefan, nei suoi occhi spalancati,
colmi di gioia e di terrore insieme. Poteva quasi sentire la tensione di ogni suo muscolo, sospeso in
un limbo che gli toglieva il fiato.
Vieni da me.
E lui si mosse, senza sganciare lo sguardo dal suo.
Era più magro, rispetto all'ultima volta che l’aveva incontrato e dal suo corpo emanava un’aura
scura, rabbiosa. La vedeva davvero o la immaginava soltanto? Incatenato a lei, Estefan socchiuse le
labbra, ma prima che parlasse, Regina lo trasse a sé.
«Non è splendido, il mio fidanzato?» All'improvviso, intorno a Ginevra la sala ritornò a rumoreggiare con un fragore così assordante
che anche il fruscio delle cascate la stordì, esplodendole nelle orecchie. Sbatté le palpebre e vide
Regina stringersi al braccio di Estefan, sorridendo.
«Ma che sciocca, vi conoscete già!» chiocciò, scrutandola da sotto le lunghe ciglia bionde.
Fidanzato?
Estefan abbassò lo sguardo, colpevole. Ma i muscoli del collo erano gonfi e quelli delle braccia
tendevano le maniche della camicia, e Ginevra notò che stava stringendo i pugni fino allo spasimo.
Rabbia, frustrazione, impotenza.
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