Titolo: Un maledetto lieto fine
Autore: Bianca Marconero
Editore: Newton Compton
Genere: New Adult
Prezzo: € 2,99
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Agnese ha diciannove anni, è la figlia di un senatore piuttosto influente e ha ricevuto un’educazione rigida. Le piace disegnare ma ha messo i sogni nel cassetto e si è iscritta a Giurisprudenza. Dopo la morte della madre, ha imparato a nascondere a tutti i suoi veri sentimenti ed è diventata la classica ragazza ricca, perfetta, composta e fredda, ma in realtà piena di insicurezze. Quando la sua incapacità di lasciarsi andare allontana il ragazzo di cui è innamorata da anni, Agnese capisce di avere bisogno di aiuto. Vorrebbe qualcuno che le insegni a essere meno impacciata e Brando, il suo fratellastro appena acquisito, sembra proprio la persona giusta. Lui lavora di notte, suona in una band, e cambia ragazza ogni sera. Peccato che il bacio che i due si scambiano per “prova” sia lontano anni luce da un esercizio senza conseguenze. Così le loro lezioni di seduzione ben presto diventano qualcosa di più… Brando saprà insegnare ad Agnese che la lezione più importante di tutte è abbandonarsi alle emozioni?
IL
LIBRO CI È
STATO DONATO DALLA CASA EDITRICE
SENZA
ALCUNO SCOPO DI LUCRO
LE
IMMAGINI USATE NON SONO NOSTRE E NON CI GUADAGNAMO SU ESSE. TUTTI II DIRITTI
APPARTENGONO AI PROPRIETARI
Ciao Rumors.
In questo libro viene raccontata la storia di due
giovani che si ritrovano contro il loro volere a condividere la quotidianità.
Agnese Altavilla: 19 anni, matricola a giurisprudenza e
comportamento composto ed impeccabile. Suo padre, Goffredo Altavilla, è
senatore, mentre sua madre, Beatrice Draghi Altavilla, è morta da circa dieci
anni lasciandola “nelle mani del padre” che cerca di plasmarla a sua immagine e
somiglianza. Goffredo Altavilla è un uomo politico, non ammette errori o colpi
di testa, è un uomo severo e molto pratico che non si lascia andare a
sentimentalismi o ad emozioni. Dopo la morte della moglie ha sposato un’altra
donna, Isabella, che ha 17 anni in meno di lui e che ha un figlio, Brando, che
va per i 22 anni e che Agnese subito appella con il soprannome di “debosciato”.
Ci sono due frasi tratte dal libro che descrivono perfettamente la “natura iniziale” di Agnese:
Ci sono due frasi tratte dal libro che descrivono perfettamente la “natura iniziale” di Agnese:
“È la figlia
ideale. Brava a scuola, disciplinata, dotata di buonsenso. Ha una ridotta
capacità emotiva, ed è altamente addestrata a tenere per sé quello che prova.”
“Forse è a causa
del suo carattere inquadrato. Ubbidisce ciecamente a società, convenzioni e a quelle
“buone maniere” a cui la gente del suo ambiente”
Agnese si sente schiacciata e oppressa dalle
responsabilità e dalle aspettative che le riversa addosso suo padre, ma è più
forte la voglia di non deluderlo che quella di vivere la sua vita, quella che sua
madre le incoraggiava a far valere e a vivere con passione, non con
rassegnazione e priva di emozioni…proprio quello che sta facendo ora che lei
non c’è più.
È un’ innocente e inquadrata ragazza che vuole a tutti i costi dimostrare più
anni ed esperienza di quelli che realmente ha, principalmente per conquistare
il ragazzo che ammira da talmente tanto tempo da averlo ormai idealizzato.
Avendo perso la guida che identificava nella madre, si sente persa e sola
quindi cerca di bruciare le tappe per diventare quello che gli altri vogliono,
non rispettando quello che in realtà è e vorrebbe essere.
“Quindi ho dei
familiari, ma non una famiglia che mi possa aiutare”
“Sarei entrata nel
mondo degli adulti accompagnata per mano. Non mi ci sarei buttata per esasperazione,
frustrazione e curiosità”
La sua vera passione e aspirazione non è quella che
dichiara pubblicamente e cioè diventare Magistrato, ma è il disegno e cercare
continuamente di decifrare ciò che si nasconde dietro il volto delle persone,
di fantasticare sulle loro storie e sulle emozioni che pensa possano provare in
quel momento in cui si ferma ad osservarne le espressioni.
L’amore per l’arte e il suo innato talento per il disegno vengono accantonate per seguire i desideri del padre. Goffredo infatti ritiene doveroso perseguire una “vera professione” senza sacrificarla in nome di qualcosa di futile e con importanza marginale che potrebbe svolgere come passatempo.
L’amore per l’arte e il suo innato talento per il disegno vengono accantonate per seguire i desideri del padre. Goffredo infatti ritiene doveroso perseguire una “vera professione” senza sacrificarla in nome di qualcosa di futile e con importanza marginale che potrebbe svolgere come passatempo.
Brando Serristori, figlio di Isabella, da due anni vive
nella casa degli Altavilla. Fuoricorso alla triennale di lettere, suona in un gruppo, gli “Urban
Knights” composto da altri 3 suoi amici (Spillo, Pier e Giamaica) e lavora
in un locale a Trastevere per guadagnare un pò di soldi in vista di una tournée
californiana che stanno organizzando con Camilla, la sorella di Pier, che abita
in America.
Brando è arrabbiato col mondo intero, combattuto e
vincolato nelle scelte a causa della forte responsabilità che nutre nei
confronti di una madre che lui vede troppo fragile, sprovveduta e succube di uomini
che non la meritano (eccezion fatta per il padre, che ha perso prematuramente a
causa di un tumore, e che ha lasciato un profondo vuoto dentro di lui
lasciandolo allo sbando) che sente di dover proteggere e consolare nel momento
in cui aprirà gli occhi e si renderà conto della realtà per lui fin troppo
chiara ma che lei sembra non voler vedere.
“A volte vorrei
provare il sollievo di svegliarmi in un mondo in cui nulla è accaduto”
Rimpiazza il dolore con il sesso.
"Il sesso getta un tappeto di oblio sul senso di
inadeguatezza con il quale convivo. L’arte di vivere si riassume nella nostra
capacità di riempire di scheletri gli armadi"
Il rapporto tra i due rimane per molto tempo (circa 2
anni) praticamente inesistente. Non si confrontano né parlano quotidianamente.
Si ignorano e si tollerano fino al momento in cui Agnese si rivolge a lui per
affrontare quello che lei vede come un “blocco”. Agnese ha idealizzato un
ragazzo che sogna da anni, Mattia Degli Innocenti, e ciò la porta a chiedere
l’aiuto di Brando. È convinta di dover cambiare per piacere agli altri,
ignorando ciò che vorrebbe fare davvero. Se fino ad allora i due si mal
sopportavano, ora diventano fondamentali l’uno per l’altra e si cercano
continuamente illudendosi che ciò sia riconducibile solo al loro accordo ma
celando in realtà qualcosa di molto più profondo e forte.
Questo idealizzare e pianificare ogni minimo dettaglio
di Agnese, la porta a non vedere la realtà che le è proprio davanti agli occhi
cercando a tutti i costi una perfezione che nella vita reale non esiste, ma
questa ricerca continua la porterà ad essere stanca di essere sempre perfetta e
di fare sempre la cosa giusta desiderando poter anche sbagliare ma seguendo il
suo cuore e la sua testa.
“Con i sogni ci si
fissa. della realtà ci si innamora.”
“La verità è che
una persona vera (…) non è facile da elaborare quanto un amore concettuale.
Devi tenere conto degli spigoli, delle delusioni che ti dà, dei gesti che
sorprendono, nel bene e nel male. Non è una simulazione a tavolino, in cui
costruisci il ragazzo ideale, e immagini ogni fase della vostra favola.”
“La realtà è più
sporca, imperfetta. Più magica, anche.”
Brando vede Agnese come inarrivabile a causa del suo
status sociale e si sente su un pianeta diametralmente opposto a causa dei loro
stili di vita completamente diversi
“Ho desiderato
fargli male solo per spartire il dolore che sentivo io. Ma ora mi rendo conto
che così non si dimezza. Si moltiplica.”
Non mancano un paio di scene molto forti e strazianti rispetto al resto del libro che portano al limite il pensiero del lettore. La frase che più mi ha colpita di tutto il libro è quella che Isabella dice ad Agnese:
“So che non
usi i colori, quando disegni", mi dice Isabella. "Ma ti volevo ricordare
che esistono".
Meravigliosa secondo me e piena di significato. Spesso
ci si limita a guardare il mondo in bianco e nero dimenticandoci dell’immensa
varietà di colori che ne fanno parte ma che spesso non riusciamo a vedere. Viene trattato anche l'argomento dell'omosessualità in
maniera molto delicata e rispettosa. Se c'è una cosa che
proprio mi ha lasciata sbalordita è il finale, ma non posso dirvi altro. Da
sbattere la testa contro il muro!
Il libro è scorrevole, piacevole, interessante. La scrittura direi che è ottima e la storia non è di certo a meno. Ho avuto alcune difficoltà su alcune scene secondo me superflue, ma questo non mi ha impedito di gustarmi fino in fondo il romanzo che mi ha fatto letteralmente impazzire per il finale.
Consiglio questo libro e vi consiglio anche del malox perchè ne avrete molto, molto, bisogno.
Giusi GC
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