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giovedì 17 gennaio 2019

Recensione " Addicted" di Paolo Roversi

Ciao Rumors. Arriva oggi 17 gennaio grazie a SEM, un nuovo thriller intitolato Addicted di Paolo RoversiAddicted sarà presto un film, infatti nella primavera del 2019, inizieranno le riprese con un cast internazionale. Vittorio lo ha letto e recensito in anteprima per noi.
Titolo: Addicted
Autore: Paolo Roversi
Editore: SEM
Genere: Thriller
Prezzo: € 16,00
In uscita il 17 gennaio 2019

Rebecca Stark è una brillante psichiatra londinese che ha messo a punto un innovativo sistema per guarire le persone dalle proprie ossessioni. Il metodo Stark è così efficace che un magnate russo, Grigoriy Ivanov, decide di affidarle la conduzione della Sunrise, la prima di una serie di cliniche all’avanguardia disseminate in tutto il mondo che serviranno per affrancare le persone dalle loro peggiori pulsioni. Viene così lanciata una campagna pubblicitaria a livello mondiale.
La prima clinica apre in Italia, in Puglia, all’interno di un’antica masseria ristrutturata, circondata da campi e ulivi. Un posto perfetto per accogliere i pazienti che, come parte integrante della cura, dovranno lavorare, cucinare e dedicarsi alle pulizie. Vivranno, insomma, come una piccola comunità isolata dal resto del mondo. Fra le centinaia di richieste che arrivano vengono selezionati sette pazienti da diversi Paesi: Lena Weber, ossessionata dalla perfezione fisica; Jian Chow, hacker voyeur; Rosa, tecno dipendente; Claudio Carrara, giocatore d’azzardo compulsivo; Julie Arnaud, manager ninfomane; Tim Parker, un trader cocainomane e, infine, Jessica De Groot, anoressica. All’inizio della cura tutto sembra girare nel migliore dei modi anche se, ben presto, alcuni pazienti scompaiono misteriosamente. Poi, complice una pioggia torrenziale che lascia isolata dal mondo la clinica impedendo agli ospiti di fuggire, inizia un macabro gioco in cui i pazienti vengono uccisi uno dopo l’altro. Un thriller teso e avvincente che indaga nei meandri più reconditi della psiche umana e nei suoi lati oscuri e inconfessabili: le dipendenze.

IL LIBRO CI È STATO DONATO  DALLA CASA EDITRICE 
 SENZA ALCUNO SCOPO DI LUCRO

LE IMMAGINI USATE NON SONO NOSTRE E NON CI GUADAGNAMO SU ESSE. TUTTI II DIRITTI APPARTENGONO AI PROPRIETARI

 “Tutti mentono” diceva lo sprezzante e sarcastico Dr House, personaggio della celebre serie TV
Ed il più delle volte, ammettiamolo, mentiamo a noi stessi quando dichiariamo di non avere alcun problema o dipendenza.
Siamo tutti,  purtroppo,   “dipendenti” da qualcosa o da qualcuno: droga, sesso, social network, gioco d’azzardo, cellulare, il proprio aspetto fisico, l’autolesionismo.
Viviamo in una epoca in cui le nevrosi, le patologie mentali e soprattutto le ossessioni fanno parte di noi e ciò nonostante ci inquietiamo anche solo all' idea d’intraprendere un percorso terapeutico.
Sì perché solamente i “pazzi” vanno dallo psichiatra mentre le persone “normali” sono capaci di gestire i propri vizi ed ossessioni.
Altresì il “benessere mentale”, nei paesi anglosassoni, è considerato un vero business al punto che si è perso il conto di quanti lussuosi ed esclusivi “rehab” sono sorti per curare le dipendenze e patologie di importanti e popolari pazienti.
Paolo Roversi con il nuovo ed atteso romanzo “Addicted” affronta queste controverse tematiche inserendo  l’elemento thriller   dando così vita  ad una storia avvolgente, spiazzante e ricca di colpi di scena.

“Addicted” trascina  il lettore dentro la parte più oscura e profonda della mente e soprattutto dell’animo umano facendogli vivere un’esperienza davvero scioccante quanto inquietante.
 “Addicted” ha come  un prologo  una scena ambientata   nella Germania del 1994 quando una pattuglia di poliziotti scopre nell’innevata Foresta Nera   il brutale e misterioso omicidio di un uomo   e il successivo ritrovamento dei suoi due figli terrorizzati ed abbondanti in una baita.
Un prologo, apparentemente, distaccato dal resto dell’intreccio narrativo  temporalmente datato ai giorni nostri  dove  è  protagonista     la bella e brava psichiatra Rebecca Stark .
Un’ambiziosa professionista disposta  a tutto pur di dimostrare al mondo  la validità del proprio metodo scientifico  nello sconfiggere ogni tipo di dipendenza.
Finaco d’ accettare la  bizzarra proposta del magnate russo Grigory Ivanov nonché ex suo paziente , di sperimentare il "metodo Stark" su sette selezionati Addicted come lancio promozionale del proprio innovativo ed esclusivo  rehab  situato in Puglia.
"Addicted” è stato  pensato     sull’alternanza temporale tra il caso tedesco ed il presente in Puglia , rivelandosi complessivamente un impianto narrativo   lineare, efficace ed agevole in  lettura.
Nella prima parte del  romanzo     il lettore conosce i protagonisti, ne scopre   le personalità e soprattutto le rispettive dipendenze e come quest’ ultime siano diventate non soltanto invalidanti ma anche potenzialmente letali per i primi.
Una condizione psico fisica  che li rende “cavie perfette”  per l’esperimento.
Invece nella seconda parte osserviamo l’iniziale difficoltà  dei pazienti  nel ritrovarsi all’interno del resort ed alla successiva  nascita di relazioni ed al  crearsi  di  dinamiche emotive e passionali  tra i primi  e con l’ambiguo  staff medico.
Le interazioni e reazioni sono,  inevitabilmente ,    influenzate dalle patologie oltre che dall’ indole di ogni singolo personaggio.
"Addicted" può essere visto per un verso come una rilettura moderna e convincente di "10 piccoli indiani "di Agatha Christie e per l’ altro come una riedizione in chiave psicologica e splatter del film "Le iene" di Quentin Tarantino.
"Addicted” possiede paradossalmente il pregio e il difetto d'avere un respiro e soprattutto impostazione più  cinematografica che letteraria.
Infatti fin dalle prime pagine  il lettore, grazie al talento e creatività di Roversi , rimane coinvolto dalla storia immaginandone i personaggi e le scene oltre ad essere attratto dalle loro menti e personalità.
 Dall'altra parte questo stile di racconto  ha comportato un eccessiva semplificazione di alcuni passaggi che avrebbero meritato, a nostro avviso, un maggiore ed accurato approfondimento narrativo e psicologico.
Evitando così  la percezione   che    alcuni passaggi narrativ  siano   slegati e dispersivi rispetto all’unità ed armonia generale della storia.
Nonostante questi “piccoli” rilievi strutturali e stilistici, “Addicted” è sicuramente una lettura interessante, brillante ed avvincente inchiodando il lettore fino all’ultima pagina per scoprire la verità di questa storia  inaspettatamente legata ai tragici fatti del 94.
Terminato il romanzo il lettore si renderà conto d’essere diventato un convinto  “addicted” dello scrittore Paolo Roversi.
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