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martedì 26 marzo 2019

Rubrica Self "Il nostro giorno imperfetto" di Emmanuelle Dyson

Ciao Rumors. Oggi Giusi M. ci parla di Il nostro giorno imperfetto dell'autore Emmanuelle Dyson pseudonimo di Manuel Sgarella.
Titolo: Il nostro giorno imperfetto
Autore: Emmanuelle Dyson
Editore: Self Publishing
Genere: Romance
Amazon

Astrid e Michele hanno 17 anni quando si ritrovano per la prima volta da soli, chiusi in una stanza d’albergo, durante una gita scolastica. Due anime opposte: lei povera, lui ricco; lei scontrosa, lui più naturale; lei solitaria, lui più socievole; lei gioca a tennis per arrabbiarsi solo con se stessa, lui gioca a pallavolo per essere il leader del gruppo. Quello che succede lascia in loro un ricordo indelebile.
Vogliono incontrarsi ancora, ma la realtà che c’è fuori da quella stanza glielo impedisce. Accadrà solo quattro anni dopo. In un’altra città. Sempre nello stesso giorno: il 29 febbraio, nell’anno in cui si svolgono altre Olimpiadi. Un caso? Forse. Ma qualcosa li separerà ancora. E così andranno avanti per gli anni a venire, tra promesse, menzogne, desideri e voglia di un’altra vita.
Quando si capisce di essere innamorati? Quando invece è solo passione che cala col tempo? Quando è una combinazione di amore e passione? Quando è il tempo che dà una risposta a queste domande? Per stare insieme Astrid e Michele dovranno trovare il modo di essere se stessi.

IL LIBRO CI È STATO DONATO  DALLO STESSO AUTORE 
 SENZA ALCUNO SCOPO DI LUCRO


LE IMMAGINI USATE NON SONO NOSTRE E NON CI GUADAGNAMO SU ESSE. TUTTI II DIRITTI APPARTENGONO AI PROPRIETARI

Ciao a tutti Rumors, oggi vi parlo di questo romanzo uscito in versione self ,“Il nostro giorno imperfetto". 
Astrid e Michele hanno entrambi 17 anni. Tennista di origini umili lei, ricco pallavolista dal futuro certo lui. Si ritrovano insieme in una gita scolastica a Barcellona che si prepara ad ospitare le olimpiadi, il 29 febbraio. Davanti ai compagni non fanno altro che prendersi in giro. Ma entrambi avvertono come una calamita che tende ad avvicinarli, a guardarsi e a far sì che si sfiorino quando sono vicini. Da qui inizia un gioco di sguardi che li porta, complice il tempo libero dato dai professori per lo shopping, a lasciare il gruppo e a ritagliarsi del tempo solo per loro due.
Per Michele e Astrid adesso esistono solo loro: un ragazzo e una ragazza che vogliono nascondersi per un po' dalla realtà che li circonda. Basta solo uno sguardo d'intesa per lasciare i compagni per correre, inseguirsi e ritrovarsi in una stanza. Per loro il tempo è prezioso, hanno solo poche ore prima che tutto il gruppo, prof compresi, si accorgono della loro assenza e un cartello “do not disturb" che li separa dal resto del mondo. Dentro quella stanza le differenze tra loro si sentono e per rompere il ghiaccio iniziano a punzecchiarsi. Si comportano come se stessero giocando una partita.

Lei come nel tennis gioca da sola vuole condurre il gioco e non subire le azioni, per questo si allontana da Michele quando lui cerca di avvicinarsi per accarezzarla. Lui invece rimane spiazzato perché la sente distante: non è la stessa Astrid che correva e rideva nei corridoi. Michele è il capitano della sua squadra di pallavolo e sente come se lui non abbia rispettato lo schema di gioco, così Astrid ha perso fiducia in lui. Ma avendola di fronte cosi vulnerabile e fragile è sempre più convinto che non è la ragazza facile che descrivono i compagni. Per ritrovare la calma le suggerisce un trucchetto che il suo coach fa fare a tutti prima di ogni partita e sembra funzionare. Ascoltano la musica da un
vecchio walkman modificato per poterlo ascoltare insieme. Parte la musica. Voce e chitarra di Michele che Astrid riconosce subito. Così entrambi sentono questa magica connessione che hanno appena instaurato. Complice il tempo che sembra essersi fermato, la stanza che adesso è piena del loro desiderio e della loro passione, accade qualcosa di inaspettato che ricorderanno per sempre. Ma bussano alla porta... La magia si spezza. Il gioco è finito. Promettono di rivedersi. E così per gioco dopo quattro anni si rivedono. Un altro 29 febbraio, un'altra stanza, un’altra città sempre diversa e ancora il tempo che scandisce il loro breve incontro. Il gioco continua ogni quattro anni, loro sono cresciuti e consapevoli che quello che succede in quella stanza è molto diverso dalla realtà in cui vivono. Ma nonostante le loro posizioni siano totalmente diverse, hanno ammesso che chiudendosi in quella stanza non dimenticano quello che hanno rispettivamente fuori, e sono sempre decisi a vedersi solo ogni 29 febbraio senza mai cercarsi e a seguire le olimpiadi dove entrambi sognano di arrivare. Vogliono ritagliarsi il loro tempo a discapito di ciò che hanno nella loro vita reale dandosi delle regole. Puntano tutto su ogni appuntamento anche se ognuno non vuole affrontare realmente le cose. Nel frattempo cercano sui giornali e sui social notizie riguardanti l'altro.
Quando sono insieme avvertono entrambi un crescendo delle loro emozioni, i cuori che battono all'impazzata come se fossero stati ibernati per quattro anni. Ma entrambi sanno che questi loro momenti sono l'interruttore momentaneo della realtà che li stacca dai problemi che hanno a casa tutti i giorni. Realtà e bugie ormai vanno strette ad entrambi. E sperano che l'altro trovi il coraggio di interrompere questo gioco e fare sul serio. Ma cosa li trattiene a nascondersi, amore o paura?

"Sono le emozioni. Quel formicolio alla pancia che senti ogni volta che ti guarda, che si avvicina, che ti sfiora. È quel brivido nell’attesa di poterlo incontrare, di poter stare con lui da sola. È quella sensazione che lascia il tempo fuori da qualsiasi muro, da qualsiasi barriera, creando un tempo che assume un’altra dimensione. Un tempo che non ha giorni, mesi o anni. È un tempo che conta solo i battiti dei momenti che si trascorrono insieme. 

È una storia semplice scritta in terza persona con entrambi i punti di vista, a tratti scorrevole e a volte un po' ripetitiva perché questo trattenersi a non vivere appieno questa storia è ripetuto in tutti gli anni che si incontrano e non riescono a decidersi. Apprezzo però il fatto di come l’autore abbia parlato dei personaggi perché ci siamo ritrovati un po' tutti in Astrid e Michele da adolescenti con gli stessi dubbi e le stesse insicurezze. Insieme a loro facciamo un viaggio nel tempo…e il tempo stesso è parte integrante di questa storia. Insomma hanno delle vite difficili e forse neanche si accorgono di come ormai si trovano di fronte ad un precipizio. “A volte mi sento come una di quelle bolle di sapone giganti. Insieme a te sono dentro quella bolla, il mondo è là fuori distorto, da una parete trasparente che deforma tutte le linee dritte tracciate dall’uomo. Ed è bellissimo, perché esistiamo solo noi, il resto è come se fosse un sogno…il sogno non siamo noi ma sono quei quattro anni che ti separano.

Questa semplice data racchiude infinite emozioni: attesa, speranza, felicità, desiderio, fiducia, indecisione, tradimento e amore. Non nascondo che avrei dato una bella scossa prima a tutti e due perché hanno iniziato tutto per gioco e si sono “accontentati" di vivere una vita mediocre rinunciando alle cose belle e alla vera felicità. Questo libro ci insegna che dobbiamo dare il giusto valore al tempo non sprecarlo per paura di deludere le aspettative di qualcun altro perché il tempo perduto non ci viene ridato indietro. Dobbiamo ascoltare solo noi stessi e non dobbiamo far prevalere la paura perché ci spezza le ali impedendoci di volare e di vivere ciò di cui veramente abbiamo bisogno per essere felici.

GIUSI M.
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