Titolo: Tempesta
Serie: Storm MC #1
Autore: Nina Levine
Editore : Hope Edizioni
Genere: Contemporary Romance
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La famiglia di Madison Cole è da sempre parte dello Storm, un club di motociclisti. Suo padre ne è il Presidente e suo fratello il vicepresidente. Cresciuta circondata da motociclisti, crimini e violenza, Madison si è allontanata dalla sua famiglia e dal mondo in cui viveva, perché la sua anima era distrutta, il suo cuore spezzato e soffriva di una dipendenza da cui non riusciva a liberarsi. Per due anni ha raccolto tutti i pezzi riuscendo a rimettersi in sesto.
IL
LIBRO CI È
STATO DONATO DALLA CASA EDITRICE
SENZA
ALCUNO SCOPO DI LUCRO
LE
IMMAGINI USATE NON SONO NOSTRE E NON CI GUADAGNAMO SU ESSE. TUTTI II DIRITTI
APPARTENGONO AI PROPRIETARI
Mi sono buttata su questo romanzo con grande curiosità, un po' per
scoprire una nuova autrice presente al rare, un po' per scoprire questo nuovo
genere che sta andando di moda al momento, le storie con i motociclisti.
Purtroppo tra me e l’autrice non è scattata l’empatia. I presupposti ci stavano
tutti ma leggendo il romanzo mi è sembrato che l’autrice avesse indetto una
gara per correre alla fine del libro alla velocità della luce. Mi è sembrato di
correre a velocità ultrasonica senza mai approfondire troppo le situazioni e i
personaggi, ma neppure nessun approfondimento su questo club di motociclisti.
Dall’altro canto, Nina Levine ha strutturato il romanzo nel mondo che
più odio, facendo sbrodolare ai protagonisti tutto il nocciolo dei problemi
passati, togliendomi praticamente qualsiasi suspense nella lettura. Il passato
è qualcosa che racconta in modo anche piuttosto arronzato e non è riuscita a
farmi scattare né empatica né commozione. L’unica cosa chiara che ho provato è
stata la confusione in determinanti momenti a cercare di mettere insieme i pezzi
di questo melodramma che ha scatenato la separazione e ora il ritorno sulla
scena.
Insomma mi aspettavo tanto di più, da una costruzione narrativa
migliore, a uno spessore e approfondimento maggiore.
Mi sono arenata sulle pagine nonostante il libro sia cortissimo
proprio perché mi mancava quel senso di curiosità che ti spinge a finire il
romanzo per scoprire cos’altro sarebbe successo. Qui mi sono spinta a finirlo
più che altro perché andava recensito, altrimenti non nascondo che sarei
saltata direttamente alla conclusione. E’ assolutamente raro che non riesca a
trovare qualcosa di bello per controbilanciare un romanzo che non mi ha fatto
impazzire, ma qui veramente non ho trovato nulla di che, né al livello
emozionale, né al livello di scrittura. L’unica curiosità che mi è rimasta è
sulla famiglia di Madison che solo verso la fine diventa ancora più
ingarbugliata e come per il resto l’autrice ha praticamente sorvolato.
I temi che avrebbe potuto approfondire meglio sono infiniti, in quanto
siamo in presenza di maschi alfa che non ci vanno leggeri con le donne, si
parla di abusi, violenze, omicidi, tradimenti…
Ma la cosa che spiccava maggiormente era la noia che vidi nei
miei occhi; l’indifferenza che provavo nei confronti della vita. L’unica cosa
che mi dava entusiasmo era il sesso, e anche quello stava iniziando a perdere
la sua magia.
Salvo il libro solo perché alla fine del romanzo l’autrice è riuscita
a farmi prendere un colpo. Segno evidente che ha le capacità per scrivere una
storia un pochetto più ingarbugliata rendendo più complesso sciogliere la
matassa. Praticamente le basterebbe semplicemente mostrare le cose invece di
farle raccontare ai personaggi prima del tempo.
Fabiana
Concordo su tutta la linea!!!
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