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In volo con te di Jessica Maccario
Piccole Storie oscure di Tina Caramarnico
Come il vento per la girandola di Nadia Filippini
"Scivolò fuori dalle lenzuola e lo raggiunse con passo leggero. In piedi, dietro di lui, gli accarezzò le spalle con la lingua e con una scia di baci, premendogli i seni sodi sulla schiena.
«Non dirmi che sei già stanco».
Lo provocò, facendogli scorrere decisa le mani dai fianchi all’ombelico e più giù, infilando le dita sotto l’elastico dei boxer. Sentì il respiro di lui accelerare e lo vide piegare la testa all’indietro. Un fremito, e il suo corpo rispose per lui a quella domanda. Le prese i polsi e si staccò da lei. Si girò e finalmente tornò ad ammirarla. Anche immersa nella penombra la sua figura sensuale si delineava nitida davanti a lui. Il profilo di quelle labbra carnose, piegate in un malizioso sorriso di sfida, e di quel corpo perfetto, erano una tentazione troppo forte per non cedervi ancora, un’ultima volta. Con un movimento del braccio la tirò a sé e cercò la sua bocca, affamato. Con impazienza, la fece sdraiare e si insinuò tra le sue gambe, per godere ancora di lei. Proseguendo in quel modo, quella notte, gli avrebbe tolto ogni energia vitale, ma non gli importava. Si illuse, ancora una volta, che andasse bene così."
Il cuore è tuo di Marianna Mineo
Calista Battaglia... tutta colpa del rock di Lucia Patacqui
Sei Gradi di separazione di Federica Nalbone
L'amore si fa in quattro di Raffaele Napolitano
La squadra avversaria era sbilanciata in attacco e il campo davanti a lui era libero. Schivò un bisonte, grosso ma troppo lento per lui. Corse ancora più veloce, guardandosi intorno ed evitando i vari tentativi di placcaggio. Sentiva il fiato degli avversari sul collo e, in effetti, ne aveva ancora due alle spalle. Era più veloce, più in forma ed era il capitano, l’uomo su cui tutti contavano. Non poteva deluderli. Si lanciò in meta, segnando i primi punti della partita.
Il pubblico si infiammò di entusiasmo, facendo partire cori d’ovazione per il loro infallibile capitano che fu travolto festosamente dai compagni di squadra nell’area di meta.
Ora toccava a Pietro aggiungere due punti, realizzando con successo la trasformazione. Posizionò il pallone sulla piazzola. Fece tre passi indietro, guardò il pallone, poi i pali, poi di nuovo il pallone… e lo colpì. La traiettoria fu precisa e impeccabile.
Finì dritta tra i pali.
La leggendaria guerriera di Aurora Ballarin
Ricomincio da me di Elena Russiello
"...Alzai
gli occhi sentendolo parlare e in quel momento cambiai idea. Ricky
era tornato, ma era cambiato qualcosa in lui. Era a pochi centimetri
da me e vedevo i suoi occhi che mi guardavano come se fossero in
cerca di chissà quali risposte.
“Anni fa ballavo” dissi all'improvviso spostando lo sguardo da lui.
Non riuscivo a sostenerlo. Dovevo cambiare discorso. I suoi occhi continuarono a cercare i miei.
“E ti manca.” Non era una domanda.
“Da morire” dissi malinconica.
Cercò di spezzare la tensione.
“Se ti può consolare sei ancora bravina. Potresti insegnare agli anziani.” Gli diedi un pugno sulla spalla. “Idiota.” Mi strinse ancora di più a se.
“Non lo pensi davvero.”
“Non puoi esserne così sicuro” dissi sfidandolo.
Lasciò la mia mano e abbassò lo sguardo su di me. Occhi profondi, intensi. Appoggiò la mano sulla mia guancia e con il pollice mi accarezzò lo zigomo. Vedendolo avvicinarsi, d'istinto chiusi gli occhi e quando le mie labbra quasi toccarono le sue, un telefono squillò.
“E' meglio se rispondi” dissi piano. Sentivo ancora il calore della mano sul viso.
“Ricky il telefono. Devi rispondere.”
Una volta distanti andai verso lo stereo e staccai il suo ipod. Cosa stavo per fare? L'ennesima cazzata. Dieci minuti lo trovai appoggiato al muro che mi fissava.
“Ho incasinato di nuovo tutto, vero?”
“No, non hai incasinato nulla.” Mi toccai i capelli nervosa.
“Adesso però è meglio se andiamo a dormire.”
Ricky si staccò dalla parete, infilò le mani nelle tasche e si avvicinò a me. Abbassò la testa e senza nessun dubbio o incertezza mi baciò. Solo allora tirò fuori una mano e l'appoggiò sulla mia schiena per tenermi vicino. Si staccò poco dopo.
“Volevo farlo dalla prima volta che ti ho vista, quando ti ho rovesciato i cappuccini addosso” disse accarezzandomi i capelli.
“Possiamo far finta di nulla. Dimenticare...ma non scappare di nuovo.” Annuii imbarazzata. Sentivo su di me il sapore di quel bacio, delle sue labbra e il suo profumo di dopobarba...."
Aspettavo noi di di Elena Russiello
Martedì pomeriggio.....
“Che ci facciamo qui?” disse
quando le tolsi le mani dagli occhi. Mi ero messo d'accordo con Fabio
per lasciarmi lo studio per qualche ora. C'era un'ultima cosa che
dovevo fare. Sorrisi intrecciando le nostre
dita. “Ho venduto le quote a Fabio.”
“Ricky no, tu ami questo posto!”
“Si e un giorno magari
tornerò. Adesso vieni per prima tua. Ti amo.” Appoggiò le mani sulle mie guance e mi baciò.
“Ti amo.”
“Così tanto da farti fare un tatuaggio da me?” Annuì. La sollevai da terra
abbracciandola.
“Dai smettila, mettimi giù” disse ridendo.
Nervoso come se fosse la prima
volta presi fiato ed iniziai. Quando finii guardai il suo
polso. Era lì, piccolo e Nostro. Baciai il mio Sole.
Amethist di Silvia Castellano
“Anni fa ballavo” dissi all'improvviso spostando lo sguardo da lui.
Non riuscivo a sostenerlo. Dovevo cambiare discorso. I suoi occhi continuarono a cercare i miei.
“E ti manca.” Non era una domanda.
“Da morire” dissi malinconica.
Cercò di spezzare la tensione.
“Se ti può consolare sei ancora bravina. Potresti insegnare agli anziani.” Gli diedi un pugno sulla spalla. “Idiota.” Mi strinse ancora di più a se.
“Non lo pensi davvero.”
“Non puoi esserne così sicuro” dissi sfidandolo.
Lasciò la mia mano e abbassò lo sguardo su di me. Occhi profondi, intensi. Appoggiò la mano sulla mia guancia e con il pollice mi accarezzò lo zigomo. Vedendolo avvicinarsi, d'istinto chiusi gli occhi e quando le mie labbra quasi toccarono le sue, un telefono squillò.
“E' meglio se rispondi” dissi piano. Sentivo ancora il calore della mano sul viso.
“Ricky il telefono. Devi rispondere.”
Una volta distanti andai verso lo stereo e staccai il suo ipod. Cosa stavo per fare? L'ennesima cazzata. Dieci minuti lo trovai appoggiato al muro che mi fissava.
“Ho incasinato di nuovo tutto, vero?”
“No, non hai incasinato nulla.” Mi toccai i capelli nervosa.
“Adesso però è meglio se andiamo a dormire.”
Ricky si staccò dalla parete, infilò le mani nelle tasche e si avvicinò a me. Abbassò la testa e senza nessun dubbio o incertezza mi baciò. Solo allora tirò fuori una mano e l'appoggiò sulla mia schiena per tenermi vicino. Si staccò poco dopo.
“Volevo farlo dalla prima volta che ti ho vista, quando ti ho rovesciato i cappuccini addosso” disse accarezzandomi i capelli.
“Possiamo far finta di nulla. Dimenticare...ma non scappare di nuovo.” Annuii imbarazzata. Sentivo su di me il sapore di quel bacio, delle sue labbra e il suo profumo di dopobarba...."
Aspettavo noi di di Elena Russiello
Martedì pomeriggio.....
“Che ci facciamo qui?” disse
quando le tolsi le mani dagli occhi. Mi ero messo d'accordo con Fabio
per lasciarmi lo studio per qualche ora. C'era un'ultima cosa che
dovevo fare. Sorrisi intrecciando le nostre
dita. “Ho venduto le quote a Fabio.”
“Ricky no, tu ami questo posto!”
“Si e un giorno magari
tornerò. Adesso vieni per prima tua. Ti amo.” Appoggiò le mani sulle mie guance e mi baciò.
“Ti amo.”
“Così tanto da farti fare un tatuaggio da me?” Annuì. La sollevai da terra
abbracciandola.
“Dai smettila, mettimi giù” disse ridendo.
Nervoso come se fosse la prima
volta presi fiato ed iniziai. Quando finii guardai il suo
polso. Era lì, piccolo e Nostro. Baciai il mio Sole.
Amethist di Silvia Castellano
Amore Proibito di Antonietta Agostini
Suonano alla porta. Tiro su con il naso, mi asciugo le lacrime e vado ad aprire.
Christian incombe in casa, con un’aria raggiante più che mai.
«Allora, dimmi che diavolo ti è saltato in mente!»
Già, che mi è saltato in mente? Non lo so, è questo il problema!
«Allora?» mi incita a parlare.
«Non lo so!» sbotto.
«Come sarebbe a dire non lo sai?» insiste.
«Eh, non lo so davvero. So solo che, da quando ho visto Nicholas, sento qualcosa di strano dentro di me. Per un attimo ho pensato solo che volevo saltargli addosso e fare sesso con lui sul divanetto del suo fottutissimo ufficio!» dico con tutta sincerità.
«Oddio Gioia, ma che ti prende?» sembra sbalordito per il mio comportamento e per il linguaggio, che non mi appartiene affatto.
«Okay, ragioniamo», si fa serio.
«Su cosa?» inarco un sopracciglio.
«Lo vuoi rivedere?»
«Credo di sì», abbasso lo sguardo timidamente.
«Okay. E perché?» cerca di analizzarmi, ma in questo momento credo sia davvero impossibile.
«Non lo so! Sono attratta da lui ed è assurdo visto che non lo conosco neanche!» il mio tono di voce sembra isterico.
«Vuoi scopartelo e basta quindi», dice schietto, toccandosi il mento con una mano.
«Cri, non lo so», dico esasperata.
«Cazzo non sai nulla! Tieni …» dice, passandomi il mio cellulare.
«Che devo fare?»
«Scrivi: domani sera alle dieci, sotto casa mia. A te la scelta, il posto lo decidi tu.»
«No.»
«Lascia stare quel coglione di Matteo, vedi ‘sto Nicholas, fatti una scopata e poi torna la Gioia di sempre, che questa nuova versione mi mette un po’ paura. Non ti riconosco più!» dice ridendo.
La cosa buffa è che non mi riconosco neanche io....
L'ombra della Lupa di Giovanna Mazzini
La stella D'oro di Barbara Risoli
Il dono della felicità di Sara Purpura
Coppia di Cuori di Samantha L'IIe
L'immagine di un ragazzo stupendo che sfreccia in pista ciclabile sulla sua sedie a rotelle mi riempie la mente. L'ho visto solo due volte e in entrambe le occasioni mi ha colpita come una folgore, così come in questo momento mi sto innervosendo al solo pensiero di rivederlo. Si chiama Leonardo e sono certa che si tratti di lui.
Il sentiero d'inverno di Serena De Filippi
Cronache della fine del mondo di Sara Mazzini
L'amore e altri guai di Prisca Turazzi
La nave di cristallo di Simona Busto
Un pregiudizio ingombrante di Anna de Lorenzo
La sabbia delle streghe- alla ricerca dei ricordi di Teresa di Gaetano
Destino di un'amore di Linda Bertasi
Il cuore e la maschera di Daniela Jannuzzi
The Black Mask di Virginia Rainbow
Peccato d'Amore (She is my Sin SAGA #2) di Diletta Brizzi
Non mi resi conto di cosa fosse successo, ma non appena realizzai che qualcuno ci avesse assaliti, notai un agente giacere a terra privo di coscienza e forse anche di vita.
«Sei stata una bambina cattiva» esordì una voce. Quella voce.
Fui colta dal terrore alla vista di Leonardo che, tenendo il pugno stretto alla gola del poliziotto rimasto in piedi, con un rapido strattone ne spezzò il collo lasciando ricadere al suolo, come fosse un panno sporco, quel corpo ormai senz'anima.
«Non farmi del male» mormorai in preda alla paura.
Lui sorrise.
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Al prossimo sabato!
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