Titolo: Natale a Puffin Island
Autrice: Sarah Morgan
Editore: Harper Collins Italia
Genere: Contemporary Romance
Prezzo: ebook 6,99€ - Cop. rigida 12,67€
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Skylar Tempest non riesce proprio a cogliere il leggendario fascino di Alee Hunter. Sì, lui sarà anche l'unico e solo Cacciatore di Relitti, star televisiva di un programma che manda in visibilio milioni di spettatrici, ma per lei non ha mai una parola carina. Con lei è sempre cinico e la considera la classica bionda senza cervello ad alto livello di mantenimento. Così quando, per una serie di sfortunati eventi, a Sky si prospetta l'ipotesi di trascorrere i giorni prima di Natale insieme ad Alee e alla sua famiglia, non fa certo i salti di gioia. E lui non è da meno. Ha già avuto la sua dose di esperienze con donne simili. Una l'ha anche sposata e ne sta ancora pagando le conseguenze... e gli alimenti. Ma Natale è pur sempre un periodo magico, così come lo sono Londra sotto la neve e la fiabesca campagna inglese. Soltanto quando entrambi sono di nuovo a Puffin Island cominciano a capire di essersi mal giudicati. Forse non sono pronti a cominciare una storia d'amore, ma di certo un piccolo flirt sensuale e avventuroso non può fare male. O sì?
Nonostante il Natale sia stato archiviato anche quest’anno e
ci abbia regalato una sessione corposa a tu per tu con piatto e forchetta, le
temperature polari di queste settimane mi hanno suggestionata al punto da non
riuscire a staccare il naso dalle pagine di “Natale a Puffin Island”,
rischiando di cedere alle allucinazioni di pinguini danzanti fuori la finestra
e con il profondo desiderio di scorrazzare come uno yeti nella neve. Sarah
Morgan ha concluso un’ennesima trilogia con magistrali fuochi d’artificio,
tessendo la tela della trama dalle prime parole di “La prima volta per sempre”,
sviluppandola in “Qualcosa di meraviglioso” per poi trovare le coordinate
finali in “Natale a Puffin Island”. Mentre nella trilogia precedente la
scrittrice ha posto le luci della ribalta su una squadra tutta al maschile,
nella trilogia di Puffin Island ad essere protagoniste tornano le donne, con i
loro bagagli passati e una grinta fuori dal normale che permette loro di
risorgere dalle proprie ceneri e guidare il timone delle proprie vite con ancor
più determinazione.
Dopo aver analizzato gioie e dolori di Emily e Brittany,
“Natale a Puffin Island” esplora il personaggio con cui ho stabilito sin da
subito la connessione più forte. Sky è l’arcobaleno in una famiglia di bianchi
e neri, è un’artista che sgomita in un mare d’avvocati che vedono la sua
passione come una stupida mosca da calpestare. In Sky ho visto uno spruzzo di
Samantha Jones di “Sex and the city” mischiato al brio spumeggiante di Eva
Longoria in “Desperate Housewives”, una donna capace di vivere i drammi altrui
con la parola giusta sempre pronta, talvolta contornata da un accenno di
malizia che non può guastare quando si ha a che fare con giovani donne. Per
quanto Sky sia una combattente dalla nascita e abbia dovuto farsi spazio nel
mondo tra tanti squali, la protagonista dell’ultimo volume della Morgan è una
grande sognatrice che punta a ciò che c’è di più banale e travolgente al mondo:
l’amore, quello che infondo la rende anche un po’ Carrie Bradshaw, quello che «fa sembrare il cuore troppo
grande per il petto».
“L’amore è sincero
e generoso. Non conosce egoismo e non pretende nulla. […] È una tazza di tè
bollente a letto in una giornata fredda, un massaggio ai piedi quando hai camminato
per ore, un orecchio capace di ascoltare e una parola di incoraggiamento in un
momento di difficoltà. È aperto, accogliente, tollerante, non cerca di
cambiarti. È dare, non prendere. È azione, non parole.”
Se Sky
è innamorata dell’amore, Alec Hunter ne è terribilmente allergico. Rifugge da
tutto ciò che abbia a che fare con la dicitura “sentimento”. Dopo un matrimonio
disastroso, Alec è convinto che l’amore non faccia per lui e riesce a tenergli
testa sfoderando un atteggiamento rozzo e scostante che provoca l’immediata
antipatia in Sky. Tra i due c’è una costante repulsione sin dal primo volume e
ho atteso ben due romanzi per potermi gustare il calo del sipario, la
distruzione delle loro barriere e l’esplorazione dei loro cuori. La scrittrice
ha tessuto la loro storia d’amore in piccoli ma sostanziali indizi senza i
quali probabilmente quest’ultimo volume non avrebbe avuto vita.
Per una serie di circostanze, Sky e Alec si ritrovano insieme a Londra poco prima di Natale. Alec è tutto ciò che Sky improvvisamente si ritrova e dover fare affidamento su di lui con gli ormoni scoppiettanti le sembra un’impresa titanica. Alec non è mai stato un fanatico dei legami, men che meno durante il periodo di Natale, e il fatto che Sky non gli sia mai stata simpatica non aiuta la sua libido a placarsi. La compagnia forzata aiuta entrambi i loro scudi a levigarsi e prima che possano rendersene conto, comprendono che tutto sommato non sono così incompatibili come credevano.
Sky e
Alec possono sembrare la luce e il buio, ma infondo non fanno altro che
condividere l’eterna pena dei cuori solitari, quelli mai corrisposti per
davvero o abbandonati a loro stessi, quelli che cercano il proprio posto al
fianco di qualcun altro, quelli che forse hanno paura dell’amore perché
desiderano disperatamente provarlo pur sapendo di potersi spaccare il cuore.
“Non scusarti per
la persona che sei.”
A Sky
appare incomprensibile, eppure Alec è l’unica persona che abbia afferrato
realmente la sua persona e che l’abbia apprezzata per questo, l’unico a dirle
di non doversi scusare per essere ciò che è e ad averla amata di conseguenza.
Chi non vorrebbe sentirsi dire una frase come: “Non scusarti per la persona che
sei?” per poi sciogliersi come la cioccolata davanti il camino?
“Natale
a Puffin Island” è stato il romanzo di Natale che speravo di leggere
quest’anno, mi ha avvolto in un’atmosfera paradisiaca compensando il clima
natalizio che non ho vissuto appieno nella vita reale. Puffin Island è stata
descritta nell'esatto modo in cui mi sarei aspettata dalla scrittrice, si è
concretizzato essere il porto sicuro delle protagoniste che non possono fare a
meno di tornarvi per sentirsi a casa. “Natale a Puffin Island” è stato il punto
finale per un percorso e la pagina bianca per qualcos'altro, ha soddisfatto
delle curiosità e acceso delle altre, ha permesso alle storie dei personaggi di
evolversi, ad alcuni persino di redimersi e ha reso questa trilogia ancor più
perfetta di quello che credessi. Cara Sarah Morgan, non vedo l’ora d’imbattermi
nelle tue prossime storie!
Cristina Migliaccio
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