Titolo: La devota
Autore: Koethi Zan
Editore: Longanesi
Genere: Thriller
Prezzo: 19,90 Euro
Uscita: 31 Maggio 2018
La vita di Julie Brookman sembra perfetta: un fidanzato attento, genitori affettuosi e ottimi voti a scuola. Davanti a lei un futuro roseo. La vita di Cora, invece, è un inferno: prima un padre violento, poi un marito crudele e psicopatico che l’ha tormentata senza pietà fino a farle credere di essere poco più di una marionetta nelle sue mani, una moglie follemente devota. Per lei non sembra esistere una via d’uscita. Julie e Cora sono due donne agli antipodi. Ma una notte le loro strade si incrociano tragicamente. Rinchiuse nella stessa casa, dovranno imparare ad avvicinarsi e conoscersi per rimettere insieme i pezzi della loro vita e, forse, trovare un modo per liberarsi.
Julie è una ragazza prossima alla laurea. È studiosa, benvoluta dagli amici, amata dal fidanzato e dalla famiglia, ha un temperamento perfezionista. Insomma, la sua vita è tutta in salita. Finché, una notte, non viene rapita.
Cora è una donna che non conosce l’affetto di una famiglia, l’amore di un uomo. Nessuno ha mai cercato di capirla. Ha subìto per anni le vessazioni di un padre sempre ubriaco. Viaggiavano a bordo di una roulotte, girando l’America senza fermarsi per molto tempo nello stesso posto. Finché una notte non si imbatte in James.
James è un cialtrone. Una sorta di santone, un uomo dall’aria ascetica che propinava baggianate ai suoi adepti. Anche lui era un uomo sempre in fuga, finché non ha incontrato Cora e la convince a seguirlo.
Adam è un ex poliziotto. Sospeso dal servizio, la sua ossessione è risolvere il caso di Laura Martin e il triplice omicidio di Stillwater. Indaga per conto proprio, chiedendo informazioni e accumulando indizi.
Durante la lettura si respira aria di follia.
Da una parte c’è Julie, la vittima rapita, che viene rinchiusa e maltrattata. Si sente dire frasi sconnesse che parlano di una Rivelazione. Lei è la Prescelta. Deve seguire il Sentiero e creare la Divina Famiglia. Sono tutte storie inventate da James che dice di aver visto in una visione. Di fatto, sono solo scuse per giustificare i suoi orribili comportamenti. Le sue fasi mistiche, infatti, non duravano a lungo. Alla fine tornava sempre ai suoi vizi, in modo anche peggiore. Alcol e droga erano le sue debolezze, i suoi demoni, le sue ombre.
In tutto questo, Cora è succube del marito. James aveva distrutto il suo modo di pensare e l’aveva rimodellato secondo le proprie richieste. Ma non era il solo. Tutti quelli che aveva conosciuto l’avevano usata per i loro scopi, manipolata per costringerla a fare quello che volevano. Suo padre, Reed, James, avevano voluto controllarla, ciascuno a modo suo. Per anni James le aveva inculcato la sua dottrina, in un ciclo interminabile di punizioni e ricompense, rimproveri ed elogi, logica e assurdità, violenza e tenerezza.
A un certo punto, Cora vede in Julie se stessa, al periodo in cui si faceva chiamare Laura Martin. Come una sorta di tranfert, lei decide che Julie, da quel momento, si chiamerà Laura. Le tinge i capelli e la istruisce:
“Ti insegnerò i misteri che mi ha insegnato James. Ti opporrai, rimarrai attaccata al tuo vecchio modo di pensare. Anch’io ho fatto così all’inizio. Ma la tua vita adesso è qui. Quella di prima devi dimenticarla. (…)
Adesso conosci solo il dolore: il dolore per la famiglia che ti manca, per quello che pensi di aver sbagliato. Ma per essere libera devi rinunciare a tutto. Rinascerai di nuovo”.
Rinascerà Laura Martin. Cora, invece, avrebbe assunto il ruolo della madre che lei – sia nelle vesti di Cora che in quelle di Laura – non aveva mai avuto.
Julie, naturalmente, non era d’accordo. Cercava in ogni modo di liberarsi, provava a scappare, tentava lei stessa a manipolare quella donna, a entrare nella sua mente, spesso facendo più danni. Invece di avvicinarla a lei, scardinava le viti che la portavano alla follia.
Invece di avere un’alleata, in Cora trovava una nemica piena di odio e disprezzo. Erano entrambe prigioniere, ma con ruoli diversi.
Dall’altro lato, però, c’è Adam con le sue indagini iniziate tre anni prima. Gli omicidi di Stillwater risalgono a circa vent’anni fa e fanno parte dei cold case, dei casi irrisolti. Gli indizi sono pochi, le tracce quasi inesistenti, ma piano piano, un passo alla volta, un nome alla volta, si avvicina alla verità.
Al contrario di Julie, che considera Cora cattiva e pericolosa, Adam è in cerca di Laura Martin (non sa che il suo nome è Cora) per salvarla. Lui capisce che se quella donna ha commesso degli atti imperdonabili e terribili, punibili con la sedia elettrica, non era davvero lei a compiere quegli orrori. La vita le era stata rubata.
“Le circostanze possono rovinare una persona e farle fare cose orribili. Non sei responsabile di quello che è successo”.
Una storia che tiene con il fiato sospeso. Una follia inspiegabile. Vittima e carnefice nello stesso corpo.
Come può cambiare una persona in base alle condizioni in cui vive?, mi sono chiesta. Quanto è fragile la mente umana? Quali danni irreparabili possono fare la manipolazione, la paura, l’instabilità di una vita sempre in fuga eppure sempre uguale?
Si diventa qualcuno che non si è. Un ibrido. Un mostro che non è un mostro, ma lo hanno obbligato, creato, indotto.
Tutta la parte delle profezie, lascia il tempo che trova. Le fandonie sono proprio una componente assurda. Nessuno sano di mente crederebbe a quelle stupidaggini. Cora ci è cascata, perché cercava disperatamente una via di fuga da quella vita vagabonda e da quel padre violento. Cercava uno spiraglio d’amore. Un amore malato che James alternava con visioni rivelatrici, violenza e sensi di colpa. La devozione di Cora, non è altro che paura e schiavitù.
Il personaggio di Adam, caparbio, ostinato, non troppo furbo, ha la sua buona dose di ossessione. Non vive una vita normale. A un certo punto, dubita della propria determinazione. Forse stava sprecando anni di vita, inseguendo dei fantasmi. Forse stava usando quell’indagine per aggiustare qualcosa che non poteva essere aggiustato.
La storia alterna presente e passato. Racconta la vita di Cora, quando era Laura Martin. Il racconto del passato procede di pari passo con il presente e con le scoperte di Adam che si evolvono man mano che prosegue la storia. I salti temporali sono così simbiotici e perfetti che non creano alcun disturbo durante la lettura. Non lasciano la storia in sospeso, ma la accrescono di risposte e rivelazioni.
L’unica cosa che mi ha delusa, ma solo un pochino, è il finale. Un finale quasi aperto, frettoloso. Che lascia al lettore il compito di decidere cosa succederà a questi personaggi.
Nell’insieme è una trama intrigante e i personaggi sono affascinanti proprio per le loro follie.
In tutto questo, mi domando: Cora, è mai stata una brava persona? A voi la risposta.
EMME X
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