Titolo: Memento
Autore: Laura Pellegrini
Editore: Self Publishing
Genere: suspense/thriller/romance (Stan alone)
Data di uscita: 7 luglio 2018
Berlino, novembre 1989
Un bambino della Germania dell’Est vede cadere davanti ai propri occhi il muro che divide la città, lo stesso giorno in cui assisterà alla caduta della propria famiglia.
Costanza, febbraio 1994
Un intero quartiere viene dato alle fiamme. Un uomo ha dato vita alla propria vendetta uccidendo ogni singola persona, tranne una. La colonna di fumo nero si staglia su di un cielo azzurro mentre gli occhi chiari di una bambina piangono lacrime inconsolabili.
Berlino, oggi.
Un fucile di precisione, il tetto di un palazzo, una falce di luna che galleggia nel cielo scuro. E’ notte e fa freddo. Dikran Petrosyan, per tutti Eis, è un sicario, è la mano stessa della morte e non sbaglia mai. Ma ciò che Dikran non sa è che è un uomo braccato. Qualcuno vuole la sua vita, lo stesso qualcuno che vuole vendetta.
Una partita a carte giocata con la morte stessa. Nessun amico, solo nemici e due anime perse che si incontrano tra un passato e un presente che si mescolano in un unico destino.
Può un uomo solo rovesciare le sorti dell’intera Europa? Può il desiderio di vendetta essere superiore a quello dell’amore?
Memento, il nuovo romanzo di Laura Pellegrini.
Si consiglia la lettura a un pubblico adulto e consapevole a causa di scene forti.
Leggi sempre con la testa.
Estratto:
Sentì l’uomo tirare
su con il naso, rantolare parole incomprensibili e poi di nuovo quella parola,
il miracolo, la meraviglia, l’assoluta bellezza e perfezione dell’essere
riuscita a cavare dalla mente di qualcuno un segreto indicibile. Smith, la parola era Smith e mentre l’assaporava sulla
lingua, mentre quasi si bagnava per l’eccitazione del momento, un’altra
sensazione la pervase improvvisamente. E si sentì quasi soffocare, annegare
dolcemente. Morte. La sentì avanzare come una sorella docile, una maestra, una
dea dal manto scintillante e buio. La sentì varcare la soglia del capannone
abbandonato, solleticarle la nuca, accarezzarle la mano destra improvvisamente
troppo vuota. Tornò a guardare l’uomo sulla sedia che la fissava trepidante, in
attesa di una libertà che non sarebbe mai giunta. Gli sorrise melliflua,
tornando da lui come una madre da un figlio in lacrime.
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