Titolo: Davanti agli occhi
Autore: Roberto Emanuelli
Editore: Rizzoli
Genere: Narrativa
Prezzo: 18,50€ in cartaceo e 9,99€ in ebook.
Succede e basta. Senza sapere perché, senza sapere quando. È una frazione di secondo, come quando inizia a piovere o a nevicare. Le cose belle si presentano così, all'improvviso. Basta un attimo, uno solo, ed ecco che la vita ti travolge, anche se ormai non ci credevi più. Come Luca, che a trent'anni ha già fatto un voltafaccia a se stesso rinunciando al sogno di diventare scrittore per inseguire soldi e successo: ora le giornate gli sembrano tutte uguali, note di una melodia suonata senza passione. Chiuso nel suo ufficio da broker, sente di aver nascosto la parte più importante di sé, quella che non ha paura di ascoltare il cuore. Ma come puoi ascoltare il cuore se non gli permetti di tirar fuori la voce? Come puoi inseguire i sogni, se non sai più riconoscerli? È proprio in questi momenti, quando tutto sembra perduto, che ci capitano le cose migliori. E appena incontra Mary, Luca non ha dubbi: lei è la sua cosa migliore. Bellissima, irraggiungibile, inafferrabile come il colore dei suoi occhi, Mary richiede impegno per essere conquistata, perché è questo che fanno i veri tesori. Adesso, finalmente, Luca sa cosa vuole: vuole mettersi in gioco, vuole sbagliare, lasciare che le emozioni lo investano come un treno in corsa. Vuole innamorarsi. Vuole Mary. Perché rinnegare la propria natura non è mai una buona idea. E non è mai troppo tardi per ballare al ritmo del cuore.
Ho voluto leggere questo romanzo per curiosità, non sono una fan accanita degli uomini che scrivono romanzi d’amore, anzi il contrario per via del mio preconcetto dettato dal fatto che a prima vista le donne sanno parlare d’amore e hanno più confidenza con il mondo dei sentimenti, ma non per tutte è così. L’amore non ha un genere, vive e respira d’essenza, si sposa sulle lingue di chi ha il cuore aperto a raccoglierlo, uomo o donna che sia.
Questo Roberto mi aveva conquistato già dalla sua trama che dava l’idea di una storia piena di sentimenti, quindi mi ci sono tuffata piena di aspettative che vi garantisco per buona parte del romanzo non sono state disattese. Il suo modo di scrivere diretto e al tempo stesso così pieno di musica e poesia mi ha catturato, facendomi divorare righe su righe. È un romanzo che batte un ritmo musicale, si intrinseca della magia delle parole che diventano eterne quando si innalzano a parlare d’amore e di vita.
I vetri appannati sono pieni di poesia. Perché per me la poesia non è una serie di versi in metrica, con un certo ritmo e un certo suono.
No, la poesia è nel cuore delle persone, nel loro stile di vita, in un certo modo di vedere le cose, di sentirle, di ricordarle, è nell’energia nelle vibrazioni che non sai spiegare, in certi colori che non hanno un nome, nelle note che non hanno un suono ma cambiano la musica e la rendono unica…
È per questo che, quando il vetro si appanna e scrivo il suo nome, con una sola parola ho scritto la poesia più bella del mondo.
È poesia che si racconta pagina dopo pagina con la forza impetuosa di un’onda che si abbatte sullo scoglio, con la malinconia di una pioggia che sbatte sulla finestra, con la passione e il calore di un feroce sole estivo. È poesia che segue il ritmo di un incontro casuale, di un colpo di fulmine prepotente che si trasforma in un amore che non conosce barriere e confini, ma si tramuta presto in solitudine, in quel senso di vuoto che scava dentro un abisso di dolore e di sconforto. È una danza di sentimenti e l’autore ce li fa provare tutti, soprattutto quelli dolorosi di un amore che a quanto pare brancola nel buio e non ha vie d’uscita. È Stato bravo, molto bravo, nella prima parte tra musica, riflessioni, quel presente che si frantuma in tante schegge di passato, diversi piani temporali che si intrecciano dando spessore a cos'è lui oggi e cos'è davvero successo.
Il sesso con lei non ha limiti, punti, spazi o virgole, fare l’amore con lei è un flusso senza punteggiatura, sgrammaticato e scorretto, senza numeri o geometrie, senza regole e traiettorie, un flusso che scorre liscio e diventa altro, si trasforma sempre, diventa molto di più, o molto di meno…
Questa costruzione mi ha incantato e affascinato perché ha reso più intenso e sofferto lo scorrere della storia. Tanti piccoli frammenti di specchio che piano piano si ricompongono dando finalmente il giusto riflesso. Non è solo l’amore il protagonista di questa storia, ma è proprio tutta la vita del protagonista e le sue scelte a essere messe in discussione. Si frantuma davanti ai nostri occhi, si disintegra in qualcosa che anche lui non sa più riconoscere. È un broken ma lo vivi come un poeta, un po' filosofo, a volte filosofia spicciola, forse scontata, ma offre in modo semplice e pulito spunti su cui riflettere. E poi scopri che è un broken ma in realtà era un figlio dell’arte che ha perso se stesso un tempo, credendo che essere altro lo potesse far sentire più vero, più realizzato.
Per il primo settanta per cento del romanzo ho praticamente sottolineato quasi tutto il libro, riflettendo su questi pensieri di Luca, il protagonista, che diventavano un po' anche i miei. Un bel romanzo insomma, un bel romanzo che solo nell'ultima parte mi ha un po' stancato e deluso, quando i balzi nel tempo sono diventati troppo segmentati e confusi, quando in realtà avrei voluto conoscere tanto altro di lui e di questa Mary che alla fine non sono poi riuscita ad amare come ha amato lui per tutto il romanzo. E poi beh, un po' di delusione per aver capito subito cos'era veramente successo tra loro e aver assistito a una conclusione troppo affrettata rispetto ai toni e alle riflessioni infinite che hanno precedentemente dato respiro al romanzo.
Grazie alla Rizzoli e al Rumore per avermi dato la possibilità di leggere questo romanzo che probabilmente mi sarebbe sfuggito nella rosa delle tante uscite mensili e mi sarei persa un libro che mi ha offerto tanti spunti di riflessione sull'amore, sulla vita e sulle persone.
Vi lascio con una frase tratta dal romanzo:
è quando scegliamo fra miliardi di persone, come se fossimo le uniche due finestre illuminate in mezzo a milioni di grattacieli spenti.
Complimenti all’autore!
Fabiana
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